Caso Telecom, assolto pm torinese
Caso Telecom, assolto pm torinese IL MAGISTRATO STORARI E' STATO GIUDICATO DAI COLLEGHI MILANESI Caso Telecom, assolto pm torinese Era accusato di aver favorito la fuga di notizie sull'inchiesta Finisce con una sentenza di proscioglimento, al termine dell'udienza preliminare, il «caso Storari». Il pm torinese era stato accusato dal procuratore aggiunto milanese Corrado Carnevali di «rivelazione di segreti d'ufficio» e di concorso (con i giornalisti Giuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini di Repubblica) in «pubblicazione arbitraria di atti eh un procedimento penale». Per la prima contestazione il gup Silvana Petromer ha stabilito che «il fatto non sussiste», per la seconda Paolo Storari è stato prosciolto «per non aver commesso il fatto». L'accusa aveva chiesto il suo rinvio a giudizio. Nell'ottobre di due anni fa. Repubblica pubblicò più servizi sulle telefonate che Roberto Colanini o, quand'ancora era al vertice di Telecom Italia, avrebbe fatto da inquisito al procuratore aggiunto Francesco Saluzzo per saperne di più sulle indagini condotte dal pool reati societari di cui faceva e fa parte Storari. Quindici mesi fa, su quelle telefonate, era in corso un'indagine a Milano (la sede giudiziaria che si occupa dei reati attribuiti o di cui sono vittime i magistrati piemontesi). Ne era titolare lo stesso Carnevali. L'inchiesta si chiuse con il proscioglimento di Saluzzo. Nel frattempo era stato compiuto un «accertamento tecnico» sui computer dei pm del pool reati societari e della polizia giudiziaria a loro disposizione. L'accusa ha sostenuto di aver trovato la traccia di alcuni file inviati dal computer in uso a Storari all'indirizzo elettronico di uno dei due giomaUsti. Un tecnico informatico era stato incaricato di controllare le memorie e ciò avvenne prima di un provvedimento di sequestro. L'avvocato difensore di Storari, il legale milanese Paolo Della Sala, chiarisce: «La nostra istanza di irritualità procedurale era stata respinta nel corso di una delle precedenti udienze. L'assoluzione del dottor Storari è avvenuta nel merito. Non conosciamo ancora le motivazioni, ma possiamo supporre che sia stata accolta la tesi che un accertamento sulla memoria del computer, compiuto a distanza di giorni dal fatto addebitato al mio cliente, non può essere considerato attendibile. Per il semplice motivo che, nel frattempo, era stato effettuato un intervento di manutenzione e che, a prescindere, potevano essere stati alterati dati importanti contenuti nella memoria». Aggiunge l'avvocato: «Poi vi sono altri motivi che hanno evidentemente pesato sulla decisione, come la testimonianza dei due giornalisti che hanno dichiarato di aver avuto tabulati e informazioni da fonti non torinesi». «Non ho mai avuto dubbi sulla correttezza del collega» ha commentato il procuratore aggiunto Bruno Tinti, diretto superiore di Storari. «Si tratta di un magistrato da portare ad esempio». [al.ga.]
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