«Meno scosse di un normale tram»

«Meno scosse di un normale tram» «Meno scosse di un normale tram» La Satti replica alle accuse: tutto sotto costante monitoraggio Stupore, sorpresa ma assoluta tranquillità. E' questo il clima che regna in corso Turati 19/6, negli uffici del Gruppo Trasporti Torinesi, la società che all'inizio dell'anno ha riunito in un solo soggetto Atm e Satti. La notizia dell'apertura di un'inchiesta sulla «talpa» e della bocciatura del piano di sicurezza sui lavori della metropolitana non coglie impreparati i vertici del colosso dei trasporti (5.240 addetti, un fatturato annuo di 356 milioni di euro e circa 190 milioni di passeggeri all'anno). «Al problema sicurezza prestiamo da sempre la massima attenzione - sottolinea il direttore della divisione metropolitana, Ilario Signorotti - ed eventuali rilievi non potranno che migliorare la tutela degli operai nei cantieri». Signorotti spiega di non sapere quali siano i punti dolenti riscontrati dai consulenti della Procura e tanto meno le prescrizioni che potrebbero arrivare dalla Direzione provinciale del Lavoro. «Siamo in attesa di comunicazioni - afferma - ma non credo che eventuali modifiche ai piani di sicurezza possano incidere sulle tempistiche della realizzazione dell'opera. Sono curioso di sapere quali siano questi rilievi, ma anche un po' stupito: il nostro coordinatore per la sicurezza ha elaborato il progetto in sintonia con alcuni esperti del Politecnico di Torino. Siamo convinti che sia tutto a posto». Quanto al rischio vibrazione per l'attività della Tunnel Boring Machine, il direttore della divisione metropolitana di Gtt esclude qualsiasi pericolo. «E' vero, ci sono stati un po' di problemi al momento della partenza - spiega - quando la macchina ha incontrato il terreno consolidato. Ma si è trattato di vibrazioni che sono andate avanti per non più di 10 minuti, poi quando la "talpa" ha iniziato a scavare in profondità non ci sono più stati effetti di questo genere. Adesso posso affermare che le vibrazioni prodotte da Valentina sono più basse di quelle provocate da un qualsiasi tram. Non c'è alcun rischio per la stabilità delle case circostanti». La Satti (ora Gtt) ha comunque elaborato un piano di monitoraggio costante che al momento è in fase di attuazione, con l'obiettivo specifico di studiare e prevenire i fenomeni indesiderati, come ad ed esempio le vibrazioni ai piani alti degli stabili della zona. L'intera area di scavo della stazione «Fermi» di Collegno è sotto controllo con apparecchiature in grado di rilevare anche i più piccoli sussulti in superficie. «Le vibrazioni sono minime assicura Signoretti - ma faremo in modo di renderle ancor più impercettibili. Del resto man mano che procede lo scavo il macchinario va più in profondità, così diminuiscono anche eventuali rumori e tremolìi». In questo momento Valentina sta lavorando a circa 20 metri sotto il suolo, girando con molta lentezza e sgranocchiando pietre e terriccio al ritmo di pochi metri al giorno. Quando l'apparecchio entrerà in azione a pieno regime, i tecnici del Gtt sperano di superare i 10 metri al giorno di scavo previsti all'inizio dei lavori. Le «talpe» Tbm sono state costruite in Canada e operano per la prima volta a Torino. La prima è entrata in funzione nell'ottobre scorso alla stazione «Fermi» di Collegno e scaverà il tunnel fino a Pozzo Strada; mentre la seconda è già stata calata nei pressi del cantiere di corso Francia angolo via Principi d'Acaja e si occuperà della galleria fra le stazioni Principi d'Acaja e Pozzo Strada. La terza e ultima Tbm al momento sta realizzando un tunnel ferroviario a Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, e arriverà a Torino fra qualche mese. Sarà lei a realizzare il percorso sotterraneo rimanente, fino a Porta Nuova. lg. bai.]

Persone citate: Ilario Signorotti, Signoretti

Luoghi citati: Belluno, Calalzo Di Cadore, Canada, Collegno, Torino