«Ha vinto il gioco di squadra»
«Ha vinto il gioco di squadra» «Ha vinto il gioco di squadra» Christillin: nello sport la conferma di una nuova vocazione Sìlvia Garbarino Il 14 gennaio si festeggia san Felice da Nola: un santo che Torino inserirà nell'elenco dei «protettori» della città. Ieri a Trieste l'annuncio dell'assegnazione delle Universiadi invernali del 2007 a Torino ha suscitato le stesse scene gioiose del 19 giugno 1999 a Seul, quando la città si aggiudicò le Olimpiadi invernali 2006. Felice, come il santo, Riccardo D'Eliclo presidente del Cus Torino promotore del progetto e uomo cresciuto sotto l'ala di Primo Nebiolo. «La vittoria è frutto del lavoro svolto con l'appoggio di tutte le istituzioni e il supporto dell'Università e del Politecnico. Non nascondo di aver temuto la città giapponese di Nagano, sono molto bravi e anche molto ricchi, ma noi abbiamo presentato un progetto molto più concreto e siamo stati premiati». Bravi, preparati, con la copertura ecomomica richiesta dalla Fisu (I milione di euro) pronta, ma il vero «quid» che ha permesso a Torino di stoppare le avversarie si chiama ancora una volta Nebiolo, non più Primo ma Giovanna, la sua consorte, presidente del comitato promotore. «Sono molto contenta per Torino - dice - ma sinceramente anche per la grande considerazione che il nome che porto suscita ancora negli ambienti sportivi intemazionali. E' una soddisfazione personale che si accompagna a quella per il lavoro svolto in sintonia con tutto il gruppo». La fonte dei sorrisi istituzionali per il successo raggiunto sgorga in primis dall'assessore allo sport di Torino, Renalo Montabone. «Torino sta diventando capitale degli sport invernali - asserisce e oltre alla gioia per un nuovo grande obiettivo raggiunto, mi preme ricordare che per la prima volta a Torino gareggeranno anche gli atleti disabili». Per l'assessore provinciale Silvana Accossato «il successo ottenuto è la dimostrazione che un lavoro coordinato fra i vari enti raggiunge sempre gli obiettivi importanti. Le Universiadi rappresentano un ulteriore iniezione di fiducia per il futuro, il giusto proseguimento dei Giochi 2006 e un consolidamento del polo universitario torinese». All'uso post olimpico degli impianti e alla vocazione alle grandi manifestazioni si richiama anche l'assessore regionale Ettore Racchelli. «L'assegnazione delle Universiadi è soprattutto un attestato di credibilità e il riconoscimento della capacità di gestire e valorizzare il territorio olimpico anche dopo i Giochi. Viene premiato lo straordinario lavoro di sostegno e promozione del sistema sportivo piemontese svolto negli ultimi anni dalla Regione». Un nuovo programma politico vi intravedono il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, e il vice presidente del comitato montano Alla Valle Susa, Roberto Canu, sede prescelta con Torino Sestriere e Pragelato. «Si consolida con questo successo l'idea di un nuovo territorio, Torino e le valli. Un'unione d'intenti e di obiettivi, un programma di sviluppo in cui la città e la montagna hanno pari dignità e diritti». Soddisfazione per il traguardo tagliato viene espresso anche da Evelina Christillin, vice presidente Toroc. «Le Universiadi confermano la vocazione della nostra città ad essere capitale intemazionale dello sport e premiano l'impegno di tutti coloro che credono nello sport e nella sua promozione attraverso i giovani». E seppure scandita dalla gioia una riflessione fuori dal coro viene dal presidente nazionale del Cusi, Leonardo Coiana. «L'attenzione con cui la Fisu ha seguito la nostra candidatura ci inorgoglisce ma sarebbe importante che il movimento sportivo universitario italiano godesse della stessa considerazione anche in patria». L'assessore Montabone: «Abbiamo raggiunto un grande obiettivo» Racchelli (Regione): «Un riconoscimento che va oltre i Giochi» Evellna Christillin con Stefania Beimondo
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