Perry Mason indaga e finisce nei guai

Perry Mason indaga e finisce nei guai Perry Mason indaga e finisce nei guai Alberto Caino T N avvocato, L.S., è sotto proiJ cesso per favoreggiamento e falso in atto pubblico. L'imputato ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato dal gup Antonio De Marchi e a porte chiuse, quindi, si svolge da ieri (prossima e forse ultima udienza il 14 febbraio) una causa pilota. La prima in Italia sull'interpretazione del ruolo dell'avvocato nel corso delle indagini difensive: secondo la Procura della Repubblica, rappresentata in aula dal suo vertice, il legale che raccoglie la deposizione di un teste, la verbalizza e produce l'atto in giudizio, è sottoposto al vincolo della verità ed è in quel ruolo a tutti gli effetti di legge un pubblico ufficiale. Il pm Paola Stupino sottolinea: «Gli avvocati vogliono pari dignità con noi, che abbiano, così come la polizia giudiziaria, l'obbligo di verbalizzazione completa di una deposizione. Non vogliamo mettere in croce il povero legale, ma solo ottenere un'affermazione di principio». Il fatto è questo: il 21 gennaio 2001 i carabinieri bloccano dei pusher in piazza d'Armi. E sentono come teste un giovane che stava acqistando hashish da costoro. Il successivo 5 febbraio l'avvocato L.S. decide, in base alla legge sulle indagini difensive, di convocare il giovane testimone e presenta poi un verbale al Tribunale del Riesame che differisce nel contenuto dalla deposizione resa ai carabinieri. I giudici segnalano alla Procura la contraddizione e il pm Stupino iscrive il giovane nel registro degli indagati per false dichiarazioni all'avvocato difensore. L'ex testimone, sentito dal magistrato, afferma di aver reso più ampie dichiarazioni al legale. Emerge in particolare che L.S. aveva omesso di verbalizzare una circostanza riferitagli dal giovane assai sfavorevole al suo assistito (un pusher maghrebino). Costui avrebbe invitato l'acquirente di hashish, quando i carabinieri erano già sul posto, a far sparire un pacchetto contenente droga che era caduto a terra. Tocca a L.S. essere interrogato con un collega a fianco, l'avvocato Paolo Pacciani, e il nuovo indagato conferma al pm Stupino di aver agito nell'interesse del proprio cliente: «Mio dovere prevalente era di tutelarne l'interesse». Il procuratore capo Marcello Maddalena è di tutt'altro avviso e ieri in aula si è presentato per condurre in prima persona l'interrogatorio dell'avvocato-imputato: «Le indagini difensive hanno rilevanza probatoria, tanto più nei riti abbreviati, e devono sottostare agli stessi obblighi di legge previsti per quelle di noi pm». Aggiunge Paola Stupino: «Questo è un piccolo caso, ma se nei processi di mafia si potessero produrre testimonianze nell'unico interesse degli imputati che ne sarebbe del giusto processo?». L'importanza del caso è sottolineata anche dall'avvocato Vittorio Chiusane, l'altro difensore di L.S. Commenta il legale: «La legge sulle indagini difensive non attribuisce agli avvocati la funzione di pubblici ufficiali. Il mio povero collega fa da cavia in un processo pilota che interessa tutti i penalisti italiani».

Persone citate: Alberto Caino, Antonio De Marchi, Marcello Maddalena, Paola Stupino, Paolo Pacciani, Perry Mason, Stupino, Vittorio Chiusane

Luoghi citati: Italia