«Un innamorato del mare» di Michela Tamburrino
«Un innamorato del mare» IL RICORDO DEI COMPAGNI «Un innamorato del mare» «Voleva insegnare al figlio a fare lo skipper» ritratto Michela Tamburrino ROMA BATTE un vento gelido fuori dall'ospedale San Pietro a Roma dove un gruppo di vigili del fuoco ha deciso di tenere picchetto d'onore. Come si deve al più giovane dei loro eroi. Simone Renoglio voleva essere non un eroe, ma solo un bravo sommozzatore. Anche i suoi compagni, Massimo, Elia, Alessandro, questo eroismo se lo sentono stretto, ventiquattr'ore al giorno a scambiarsi lavoro, sudore e speranze, ventiquattr'ore a parlare della vita, fuori, che non fanno a tempo a viversi, sempre lì o in missione. Racconta Elia, tre anni nello stesso turno, uguale trafila per arrivare a essere sommozzatore, selezione durissima a Genova e di cento aspiranti solo in quaranta con l'orgoglio d'aver superato l'addestramento. Tutti esperti e ieri alle prese con un intervento che doveva essere di routine. «Siamo un gruppo affiatato, stiamo sempre insieme anche perché i turni sono lunghi. Simone ha cominciato nel '96, era un sub provetto. Un ragazzo d'oro con una passione per il mare, enorme. Era un ottimo skipper. Mi ricordo una regata da Fiumicino a Trieste su una barca di 15 metri. Quante risate e quante chiacchiere. Avevo imparato a conoscerlo più in acqua che nei turni. Quel suo sguardo sereno, le grosse mareggiate affrontate e superate con tenacia. Ci divertivamo. Lui parlava sempre della moglie che aveva sposato sei anni fa e del figlio. Aveva un sogno, portarlo in mare e fargli vedere il mondo da lì». Eroi, si sentono dire, e nonostante le lacrime bloccate dal freddo, scappa un sorriso. «Gesto eroico», lo definisce il presidente Ciampi quando esprime al «benemerito Corpo dei Vigili del Fuoco sentimenti r'i viva solidarietà». Anche il sindaco di Roma, Veltroni, dopo essere uscito visibilmente commosso dal pronto soccorso dell'ospedale Ita parlato di Renoglio in questi termini; «E l'ennesimo eroe dei vigili che ha pagato con la vita l'impegno di salvare una vita umana. Questa è la grandezza del lavoro che svolgono questi ragazzi, con scrupolo, serietà e senso civico». E di «valoroso gesto» parla nel suo messaggio alla famiglia il ministro dell'Interno, Pisanu. Eroe certo non lo voleva Rita Fiore, 38 anni, moglie di Simone. E' arrivata in ospedale sorretta da due amiche agenti di polizia, le stesse che hanno dovuto raccontarle in macchina, a tappe, la sorte di suo marito. «Un incidente», prima. «È grave», dopo. E final¬ mente la verità che l'ha stroncata. Tanto da sentirsi male e svenire appena varcata la soglia del pronto soccorso, tanto da non volerlo vedere così, il suo Simone. E adesso lei, magazziniera a un deposito regionale della polizia a Ostia, si troverà a dover dire a suo figlio Gabriele di 5 anni la verità che le colleghe volevano nasconderle fino all'ultimo. La stessa pietosa bugia è destinata alla mamma di Simone, anziana come il padre e malata. Per questo il padre non si è mosso dalla casa di Ostia dove abitano e dove adesso il bambino passa le sue ultime ore di allegria. Sarà il fratello di Simone che da Milano gli darà l'ultimo saluto prima dei funerali che la famiglia vuole a Ostia, quartiere che amava tanto e dove aveva affinato la passione per il mare. Il suo caposquadra Fabio Nicolò e Luigi Abate, comandante provinciale dei vigili sostengono sia stato uno dei più brillanti del corso. Il presidente Ciampi «Un gesto eroico» Il sindaco Veltroni «Ha pagato in prima persona» Picchetto d'onore dei colleghi all'ospedale per ricordare il giovane «Voleva essere un bravo sommozzatore» Una fase dell'intervento di soccorso
Persone citate: Ciampi, Fabio Nicolò, Luigi Abate, Pisanu, Renoglio, Rita Fiore, Simone Renoglio, Veltroni
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