Nave italiana contro Al Qaeda di Vincenzo Tessandori

Nave italiana contro Al Qaeda Nave italiana contro Al Qaeda Parte da Taranto una spedizione con licenza di abbordaggio Vincenzo Tessandori TARANTO Si apre la caccia. Nell'oceano mare, operazione «Resolute Behaviour» nell'ambito della lotta intemazionale al terrorismo «Enduring Freedom», alla ricerca di militanti di Al Qaeda, pirati, contrabbandieri e criminali. Saranno della partita le fregate «Aconit», francese, e «Canarias» spagnola. E il cacciatorpediniere «Francesco MimbeUi»; le navi italiane avrebbero dovuto esser almeno due, ma pare che motivi di bilancio abbiano consighato l'economia. Il gruppo è partito nel primo pomeriggio da Taranto, obiettivo le acque davanti al Como d'Africa, infide come poche, ha sottolineato rivolto ai 403 marinai il comandante della Forza Marittima Europea, ammiraglio Quinto Gramellini, il quale ha ricordato: «L'operazione e il suo scenario attirano l'attenzione intemazionale. Marinai, sarete quindi in ogni istante sotto stretta attenzione». Ci saranno anche gli americani, sarà una grande squadra internazionale, forse la più grande, si dice, in ogni modo serpeggia voce che pure quelli di Al Qaeda possano contare su una vera flotta, e l'ammiraglio Marcello De Donno, capo di Stato maggiore della Marina, osserva che al proposito «non c'è nessuna certezza, ma non si può escludere, è un'ipotesi di scenario». L'operazione, sottolinea, soprattutto serve a «verificare che il traffico marittimo in quella zona di mare non abbia collegamenti con il terrorismo». Il mandato prevede l'abbordaggio, anche se il via libera deve darlo il governo della nave impegnata nell'azione. È come trovare l'ago nel pagliaio. Nel 1979 il contrammiraglio Paolo Tonegutti, 58, era sul «Vittorio Veneto» nelle acque a lai^o del Vietnam alla ricerca dei «Boat People». E dei pirati che davano loro una caccia feroce. Ricorda: «Le statistiche della Croce Rossa parlavano di un un milione di profughi: mezzo milio- ne arrivati e mezzo perduto per mare, parte naufragato per le cattive condizioni meteorologiche e parte fatto fuori dai pirati». Come scovarli, soprattutto, come riconoscerli, i pirati? «"Veneto", "Doria" e "Stromboli" d'appoggio avanzavano su un rastrello di 30 miglia: due elicotteri spazzolavano il mare, avanti una ventina di chilometri; noi coprivamo con i radar una fascia di circa 60 miglia, quando emergeva qualcosa di sospetto mandavamo l'elicottero per l'individuazione visiva. Di notte illuminava con il faro. Certo, è difficile notare la differenza fra un pescatore e un pirata, se vogliamo un terrorista: però qualche differenza c'è». Per esempio? «Le reti: si vede se sono state calate di fresco o se sono appoggiate. Si conosce il numero medio del¬ l'equipaggio di un peschereccio e se c'è Un po' più di gente. Poi, se si vedono armi, se quelli fanno rotte strane, se vanno un po' troppo a zonzo, perché il pescatore va nella sua zona e fa il suo lavoro. Ovviamente quelli non sono pescatori, non è certo ma c'è una buona probabilità che siano contrabbandieri o pirati. Il termine pirata a queste latitudini sfuma con contrabbando, in tutte le sue sfaccettature, diciamo traffico, non sempre legale. E il terrorismo è una delle frange di questo traffico. Per cui un accurato controllo di quello che si vuole fermare permette se non altro di rallentare il flusso». Mai imbattuti in gente del genere? ((Abbiamo incrociato un certo numero di pescherecci sospetti. Ma non si sono mai scoperti del tutto: noi non avevamo un mandato per abbordarh. Loro guardavano passare l'elicottero, non hanno mai sparato: lo sapevano che dietro seguivano le navi. Eppoi i nostri elicotteri la possibilità di rispondere al fuoco ce l'hanno». Pirati e terroristi preferiscono il sole o le tenebre? «È gente che già sta per mare giorno e notte. Per quello che mi risulta, anche adesso gli assalti li fanno a qualsiasi ora: dipende dalle condizioni del tempo. In ogni modo muoversi di notte è rischioso, anche per loro, per cui preferiscono agire di giorno in zone non battute molto dal traffico marittimo». Si affiancherà agli americani per formare una grande squadra internazionale, ma pare che anche gli uomini di Bin Laden abbiano una flotta La partenza della flotta dai porto di Taranto

Persone citate: Bin Laden, Boat, Freedom, Marcello De Donno, Paolo Tonegutti, Quinto Gramellini

Luoghi citati: Africa, Taranto, Veneto, Vietnam, Vittorio Veneto