Agassi, crociata contro il doping di Stefano Semeraro

Agassi, crociata contro il dopingIL GURU DEL TENNIS DISPOSTO A «SAGRIFICARSI», MA NON TUTTI SONO D'AGGORDO Agassi, crociata contro il doping «Se ci sono dubbi farò per primo i test dell'Epo» Stefano Semeraro A 32 anni, il crapone lustrato, gli occhi eternamente mobili, tondi e prensili sul volto dell'interlocutore come sulla pallina gialla, l'ex monellaccio Andre Agassi è ormai il guru del tennis. Così, dopo aver sradicato dal primo turno degli Australian Open la speranza yankee Brian Vahaly, Andremo ieri si è seduto davanti agli avidi microfoni australi e, augh, ha detto; «Il tennis è un grande sport, pieno di professionisti che si allenano duramente. Quindi, se* c'è anche solo un dubbio sulla pulizia di questo sport, per me è un dubbio di troppo. Per questo sono pronto a sacrificarmi e a sottopormi per primo ai nuovi test antidoping». I dubbi, in effetti, ci sono. E' circolano, ronzano da tempo nelle orecchie e nelle coscienze degli addetti ai lavori. L'ultimo a lanciare fiele era stato l'anno passato il davisman francese Nicholas Escude, probabilmente stanco, lui magro come una acciugona, di prenderle da tanti fusti in odore di nandrolone. Accuse pesantissime erano arrivate anche da John Mendoza, il direttore dell'agenzia antidoping australiana; «Il tennis specialmente quello,femminile, vive pesantemente sotto il condizionamento del doping - aveva dichiarato nello scórso luglio -. Ma chi deve controllare o fa finta, o non vuole vedere». Così pesantemente chiamata in causa, l'Atp, l'associazione dei giocatori, a fine 2002 aveva finalmente annunciato l'introduzione di nuovi e più completi controlli, sia sul sangue sia sulle urine , proprio per scongiurare l'utilizzo della ormai famosissima Eritropoietina, l'Epo, la sostanza illegale capace di migliorare l'ossigenazione del sangue e quindi il rendimento in gara. Non tutti però la pensano come Andre il probo, o come le virtuose belghe Kim Clijsters e Justine Henin, o Lindsey Davenport, che come lui si sono schierate a favore dei controlli. Già durante la scorsa stagione Jennifer Capriati, al solo accenno a controlli a sorpresa fuori dal periodo delle gare aveva gridato all'invasione della privacy. E lan. 2 del mondo, Venus Williams, da brava sudista aveva metaforicamente impugnato Io-schioppo sulla veranda della sua casa in Florida; «Nessuno entra a casa mia se non si annuncia e non ha il mio permesso». L'ultimo a ribellarsi è stato, poco prima dell'inizio degli Open, il torneo dove i nuovi test dovrebbero partire, quel fenomeno di Marat Safin; «Prima l'urina, ora il sangue: stiamo esagerando. L'Epo nel tennis non esiste, perché nel nostro sport non conta la resistenza, non dobbiamo scalare montagne per sei ore di fila. Sono sicuro che nessun tennista fa uso di droghe. Se dovessi subire un prelievo di sangue durante un torneo - ha poi aggiunto con poca credibilità l'omaccione, 193 cm di altezza per 88 chili di peso - non so se sarei in grado di giocare i match successivi». ' L'Itf, la federazione intemazionale, ha da tempo aderito al protocollo della Wada (World Anti-Doping Agency), ma ogni volta che un tennista viene beccato con una pastiglia sospetta in bocca - è capitato alla Lucie durante l'ultima edizione del Roland Garros - spuntano certificati medici, giustificazioni, controaccuse. Finora nelle rete sono caduti Novacek e Wilander per via di qualche sniffata di coca, Petr Korda per questioni di nandrolone, e i sudamericani Chela e Coria. In campo femminile oltre alla Lucie ha passato qualche guaio Samantha Reeves, e molti sussurrano da anni alle spalle delle due Williams, mentre la Pierce confessò candida-, mente di fare uso di creatina, con cui peraltro gli assi del baseball Usa condiscono del tutto legalmente i com-flakes alla mattina. Con le accuse è bene andare cauti, è vero, ma resta il dubbio che fino ad oggi, nonostante gli oltre 2000 controlli sbandierati dall'Itf (controlli non a sorpresa, si badi) qualche occhio di troppo, a differenza di quelli sempre spalancati di Agassi, sia stato chiuso nei momenti sbagliati. Mentre è bene che il tennis rimanga uno sport raffinato sì, ma non sofisticato. A favore di Andre sono Davenport, Clijsters ed Henin; contrari si sono dichiarati Safin, Venus Williams e Capriati Andre Agassi nel 10 turno degli Australian Open ha battuto la speranza Vahaly

Luoghi citati: Florida, Usa