Donare il sale, cibo della memoria

Donare il sale, cibo della memoria TORNA UN ANTICO RITO FRA I MONTI SOPRA DOMODOSSOLA Donare il sale, cibo della memoria Edoardo Raspelli C' ERA quasi ima folla lungo la ripida strada che dal Buongusto portava aula chiesa: l'abito nero di qualche minuta, anziana donna del paesino si confondeva con il grigio screziato dei paracarri di marmo che, con il legno, scandivano la discesa a fare da parapetto. Il vento gelido che annunciava la neve puliva l'aria, faceva luccicare la bianca cima del Cistella, apriva la vista a tutta la pianura creata dallo scorrere del Toce verso il lago Maggiore. C'era tanta gente, molto più di quanto ci si potesse aspettare in una domenica ormai fuori stagione (anche se non è mai alta stagione in questo mio eremo di Mozzio di Credo, sì, scritto con due zeta, 90 abitanti e una decina di vacche sopra Domodossola). Ma era una domenica speciale, tristemente speciale. Il parroco, don Enzo Tipaldi, accanto a lui un vescovo ed ex nunzio apostolico, monsignor Moretti, ricordava nella messa anche i trenta giorni dalla morte di suo fratello Gennaro, ex piccolo imprenditore del ferro, pensionato, moglie e sei figli, scomparso dopo nove mesi di agonia. Si era arrampicato verso il cielo per pitturare la facciata di una casa del paesino ed era scivolato sull'impiantito sbattendo violentemente la testa. Alla fine della messa, i figli del defunto si erano messi sull'uscio della chieda, sotto il piccolo portico seicentesco affacciato sul cimiterino e sulla valle, e distribuivano a tutti un sorriso e qualcosa di singolare, antico, secolare, se non millenario: una scatola di sale. Già, il sale, tanto prezioso una volta (si scambiava alla pari con il burro) che ciascuno si sarebbe portato a casa e avrebbe messo in cucina, accanto ai fornelli: tutte le volte che l'avrebbe usato, avrebbe pensato allo scomparso. Qualcuno, poi, come secoli fa, avrebbe aggiunto un altro rito pietoso: un'Ave Maria, un... «Requie Metema». Quassù, tra Crodo e Baceno, tra Domodossola e gli alpeggi, una volta alla fine del funerale i parenti offrivano il pranzo; meno all'indietro nel tempo si era passati alla distribuzione di un calice di vermouth o di marsala. Oggi, agli inizi del 2003, la storia, la nostra storia, rivive anche con questi piccoli gesti perpetuati: il sale, sapore del cibo, cibo per la nostra memoria.

Persone citate: Edoardo Raspelli, Enzo Tipaldi, Moretti, Toce

Luoghi citati: Baceno, Crodo, Domodossola