«Frasi sempre più smilze e aumenta il turpiloquio» di Roberto Fiori

«Frasi sempre più smilze e aumenta il turpiloquio» «Frasi sempre più smilze e aumenta il turpiloquio» ìntervista/1 Roberto Fiori FRASI sempre più corte e tante parolacce. Tilde Giani Gallino, professoressa di Psicologia all'Università di Torino, registra così il linguaggio degli adolescenti italiani. Ma non è il caso di scandalizzarsi. «A livello adolescenziale c'è sempre stato un gergo indipendente, con parole che sono diverse da quelle degli adulti e che i ragazzi usano solo per un certo periodo. Cambiano più o meno ogni cinque anni». Sms e telefonini influenza¬ no questo linguaggio? «Certo, i giovani italiani ancora di più degli inglesi. Ci sono sempre più frasi principali e sempre meno subordinate. E a volte anche il ragionamento che sta dietro alla frase, purtroppo, sembra essere limitato». E le parolacce? «In certi casi sono una sintesi di pensiero, più che parolacce vere e proprie. Gli adolescenti afferrano il suono della parola e determinano se è offensiva o, in qualche modo, affettuosa». I giovani di oggi cambieran- no anche il linguaggio degli adulti di domani? «Si va sempre più verso un linguaggio telegrafico. Probabil¬ mente, nei prossimi anni il modo di parlare nato tra i ragazzi sarà trasformato dall'uso di telefonini, sms e e-mail. E' un processo in corso, ma non è giusto dare una valutazione positiva o negativa a questo cambiamento. Bisognerà studiare con calma le conseguenze». Qual è il ruolo della tv? «Per quanto riguarda i bambini, la tv è spesso uno stimolo ad ampliare il linguaggio. Ci sono ragazzini che hanno imparato l'italiano grazie alla tv più che alla famiglia. La loro capacità di acquisizione è eccezionale». Allora in certi casi il piccolo schermo può essere un alleato? «Sì, ma è fondamentale che i genitori parlino con i bambini. Stimolarli, rispondere alle domande, leggere libri, ampliare il discorso e scandire le parole è necessario perché il bambino capisca il modo di usarle».

Persone citate: Tilde Giani Gallino