«No alle riserve per i surfisti»

«No alle riserve per i surfisti» L'ORGANIZZATORE DELLA COPPA DEL MONDO «No alle riserve per i surfisti» «Tutto dipende da coscienza e capacità» reazioni/2 SI sta strumentalizzando lo snowboard considerandolo pericoloso e quindi chi sceglie questa disciplina non dovrebbe essere "mischiato" con gli sciatori. Il partito degli oppositori e di chi vorrebbe vietare a loro le piste esiste da anni». Massimo Calzati, direttore della scuola di sci Frejus 2000 e vice presidente del club Locos 2000 di Bardonecchia, organizzatore per tre stagioni della tappa italiana della Coppa del mondo di snowboard mette in guardia chi punta a generalizzare e «condannare» lo snowboard. Nell'arco alpino esistono ancora pochissimi casi di piste riservate ai surfisti mentre la moda della tavola è ormai dilagante. Perché? «Effettivamente le strutture ad hoc sono ancora poche e sono limitate a Livigno, Cervinia e in Piemonte Prato Nevoso-Arlesina, Limone, Sestriere. Bardonecchia è sempre slata in prima linea dando un grande contributo alla squadra nazionale. L'attuale allenatore fa parte della scuola di sci Frejus2000. Bardonecchia ha ospitato le gare di coppa del mondo con slalom, gigante e parallelo di snowboard. Non le evoluzioni. Questa disciplina è duplice: hard e soft. La prima si pratica esclusivamente sulle piste, mentre la seconda, che è sempre più di moda, si può fare anche fuoripista e rappresenta anche il free style. Sono necessarie strutture come snow park e half pipe (an mezzo tubo di neve lungo 150 inetri che consente massima espressività nelle evoluzioni). Chi ama lo snowboard cerca emozioni e questi parchi possono offrire spazi per salti, ostacoli e per superare costruzioni fatte con neve o materiale artificiale: piramidi, trampolini, spine. Cerio non si può limitare questa disciplina e creare delle "riserve". Ma allora quali funzioni ha lo snowpark? «Permette di fare evoluzioni e ga'ranlisce un'apertura ulteriore del mercato del divertimento sulla neve. Ovvio che ovunque ci vuole senso di responsabilità. Oggi il 70-800z;ì dei surfisti sceglie il soflsnowboard». Però lei non è d'accordo a due spazi divisi? «Si dovrebbero creare zone anche per altre categorie, come lo stadio dello slalom o i parchi della neve per i principianti. E' sbaglialo colpevolizzare chi sceglie lo snowboard. E' un attrezzo per il divertimento cosi come gli sci. Si può essere scatenati nelle due discipline. Spesso avendo ai piedi un carving e la migliore tecnologia si pensa che i miracoli siano cosa normale». Ma come limitare i rischi? «E' una questione di coscienza generale e di capacità. Allo stesso modo di chi si mette in auto. Se non si è esperti meglio rinunciare alla velocità. Nello sci è poi importante conoscere l'attrezzatura». Perché non è ancora stato adottato un unico codice di comportamento? «Effettivamente non c'è una normativa unica anche se da più parti si è tentato di dare una regolamentazione simile al codice stradale. L'Anmsi (associazione italiana dei maestri di sci) ha predisposto un vademecunucon le dodici regole per chi sceglie il divertimento in pista: dalle traiettorie ai sorpassi, i punti dove fermarsi, il rispetto della segnaletica e come comportarsi in caso di incidente», (g. p. m.) «Esistono ancora pochi snowpark per le evoluzioni Sono la nuova frontiera del mercato invernale»

Persone citate: Massimo Calzati

Luoghi citati: Bardonecchia, Cervinia, Limone, Livigno, Piemonte, Prato, Sestriere