Un dialogo impossibile di Andrea CortellessaGiovanni Giudici
Un dialogo impossibile Un dialogo impossibile COME la pietra del San Michele così fredda, così dura, così refrattaria...»: l'inconfondibile voce di Giuseppe Ungaretti che rotola le erre come fossero macigni ha aperto il 6 gennaio la serie di 20 puntate di «Occasioni», il programma di Andrea Cortellessa in onda su Radiotre Rai fino al 31 gemiaio dal lunedì al venerdì, dalle 14,30 alle 15. Il titolo è un'esplicita citazione da quello della seconda raccolta di Eugenio Montale, «Le occasioni», e il programma si propone come un'occasione di riascoltare le voci di 20 poeti italiani scomparsi attraverso le registrazioni recuperate dall'archivio della Rai. La novità consiste nel mettere a confronto in un «dialogo impossibile» questi 20 poeti con altrettanti poeti italiani viventi in un gioco di affinità e di rispecchiamenti tali per cui il programma potrebbe anche intitolarsi «Il passaggio del testimone». A confrontarsi con Ungaretti è stato chiamato Andrea Zanzotto che Andrea Cortellessa è andato a stanare nel suo ritiro di Pieve di Soligo. Questo poeta che distilla grumi poetici di vertiginosa densità orfica, con l'umiltà che appartiene solo ai grandissimi, per parlare del «suo» Ungaretti («poeta della fine e dell'inizio») è tornato ad essere il professore di scuola media che è stato per tanti anni. Ha recitato a memoria con la sua cadenza veneta («molto spesso me la ricordo tra e me») San Martino del Carso, «una delle più belle poesie che siano mai state scritte». «Allegria di naufragi» si intitolava la seconda raccolta di Ungaretti; non è allegro Zanzotto che invidia la «disperata vitalità» del suo predecessore e afferma: «Gli spifferi sinistri che confondono la realtà attuale ci portano a pensieri che deprimono sempre più, in quest'alone di meschinità basato sui soldi». Poi però, per la salvifica contraddizione dei poeti, fa dono all'ascoltatore dei versi mediti ispirati al tema del feudo, «che è quella parte di vissuto dato in sorte e ritirato», versi che parlano della «lux aetema divenuta scaglie, squame, ombra non placata e infine impura». Diversa, tutta giocata sulla superficie del gioco e della fumisteria, la seconda coppia proposta da Andrea Cortellessa, con il fiumano Valentino Zeichen e il fiorentino Aldo Palazzeschi, entrambi romani di adozione. Anche se avverte che «la frivolezza va bene purché sia una valigia a doppio fondo», Palazzeschi resta il fanciullo beato che continuerà a giocare per sempre. Per una delle tipiche contraddizioni dell'arte moderna, quelle poesie che all'origine erano un manifesto di rivoluzione permanente e fonte di scandalo ora si trovano nei sussidiari per le scuole elementari. Fra i prossimi incontri, tutti per vari aspetti interessanti, segnaliamo quelli di Valerio Magrelli con Giorgio Caproni, Giovanni Giudici con Pier Paolo Pasolini.
Luoghi citati: Carso, Pieve Di Soligo
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