Dal Senegal a Cuneo è sempre musica etno

Dal Senegal a Cuneo è sempre musica etno Dal Senegal a Cuneo è sempre musica etno Alessandro Rosa Se c'è un area musicale che in questi armi ha conosciuto l'evoluzione, e non una stasi creativa, è quella dell'etno. Incrociando ritrai e sonorità di diverse tradizioni, è avvenuta una sorta di accellerazione della globalizzazione culturale, contaminando e arricchendo gli altri generi, dal jazz alla classica, oltre ovviamente al rock. Esempio lampante di questo sviluppo è il lavoro di Youssou N'Dour, l'artista senegalese che alla fine degli Anni 80 si è segnalato con il «mbalax», ritmo tradizionale «wolof». «Pescatore di musica» di autodefinisce, e nel suo ultimo «Nothing's in vain» (Wonesuch-Wamer, 1 Cd) - l'S0 «intemazionale» e 22" «locale» - ha lanciato le reti in acque più africane che mai. La pesca ha fruttato 13 canzoni che sono anche la sintesi dello sviluppo del settore etno. Il sangue di questa musica è africano (ritmi, strumenti come kora, xalara, balafon e diversi altri), lo stile è pop per palati anche occidentali, i timbri ibridi. Un compromesso certo, ma affascinante, per la delicatezza usata nel raccontare storie di amori e ambienti. L'intreccio etnico si spinge anche alle lingue usate: il francese in «La femrae est l'avenir de l'amour» e «Il n'y a pas d'amour hereux» (di Brassens); l'inglese in «So raany men» e «Africa dream again»; il «wolof» in «Gennè» e «Sagal Ko». L'intensa voce di Youssou si modula per sottolineare. caricare i diversi sentimenti che le parole disegnano, diventando strumento sopra gli strumenti. Un grande lavoro di equilibrio, dove l'apporto dei percussionisti fa pulsare d'emozioni istintive un mondo colorato d'Africa. Tutto valorizza la melodia, sinuosa come può essere un ideale di donna, cui il disco è dedicato. Ai primi Anni 90 risale il suo esordio, nell'allegro gruppo femminile delle Zap Marna, ma Sally Nyolo ha saputo trovare un suo percorso personale. Camerunense, in Francia dall'età di 13 anni, si muove caricando maggiormente sul lato musicale dell'Occidente. Interessante anche nel suo quarto album «Zaione» (Lusafrica-Bmg, 1 Cd), che si rifa sempre ai ritmi delle proprie origini, il «bikutsi», per coniugarlo con varietà di forme (hip-hop, reggae, soukouss, elettronica) insieme a diversi ospiti (Nina Morato, Muriel Moreno, Jean-Jacques Milteau fra al¬ tri). Ben più poesia, oltre ad eleganti colori esolici, li regala con una classe unica Cesarla Evora che dopo otto dischi e 4 milioni di copie vendute si concede una «Anthologie» (Brag, 2 Cd). Sono le atmosfere, in forma di «momas» (lente e nostalgiche) e «coladeras» (da danzare), di Capo Verde che ci avvolgono per 32 brani (4 mediti) e regala la stessa beatitudine, fatta di calore e serenità, dipinta sul volto della grande cantante nel ritratto di copertina. Un disco bellissimo che riunisce il meglio dell'artista africana ed è un ottimo, corposo riassunto ideale per chi non la conoscesse. Dopo tanti sentieri d'Africa prendiamo la rotta di casa e sujle montagne del cuneese s'incontrano le originalità della musica occitana, l'eredità di antichi «trobadors» di lingua d'oc. Una cultura che è rifiorita negli ultimi anni e oggi c'è chi ha pensato di sposarla con le atmosfere jungle, vestirla di ritmi campionati da discoteca. Riuscito innesto ricco di freschi sapori, abili intuizioni, armoniche soluzioni tra caratteristiche tanto lontane lo vantano i Gai Saber, titolari di un interessante disco dal giocoso titolo «Electroch'òc» (Bagarre Records, 1 Cd). Dieci episodi in cui personaggi del passato e le loro gesta si prestano a popolare quadretti sonori dove strurcenti acustici ed elettronica si mimetizzano nelle assonanze dando nuova, interessante linfa alla ricerca musicale popolare. DISCHI

Persone citate: Alessandro Rosa, Brassens, Evora, Jean-jacques Milteau, Muriel Moreno, Nina Morato, Sally Nyolo, Youssou N'dour

Luoghi citati: Africa, Capo Verde, Cuneo, Francia