Polemiche soft per l'Anno giudiziario

Polemiche soft per l'Anno giudiziario OGGI S'INAUGURA IN CASSAZIONE CON LA RELAZIONE DEL PROCURATORE GENERALE Polemiche soft per l'Anno giudiziario I temi caldi: efficienza del sistema e autonomia dei magistrati Mara Montanari ROMA Indipendenza dei giudici e pm e efficenza della magistratura. Sono queste le due stelle polari con cui si apre il nuovo anno giudiziario. Temi che portano dritto nel terreno di confronto - e di scontro - tra govemo e toghe. «Il 2003 sarà l'anno della riforma della giustizia», dice l'awocato-deputato di Forza Italia, Carlo Taormina. Ma sul tipo di riforma, i punti di vista tra centrodestra e giudici sono divergenti. Vedi la separazione delle carriere dei magistrati, tanto per dirne una. Oggi ci sarà l'inaugurazione del nuovo anno giudiziario con la la cerimonia ufficiale nell'aula magna della Cassazione e la relazione sullo stato della giustizia in Italia del procuratore generale, Francesco Favara. Ermellini e alte cariche dello Stato. Non sarà il luogo, questa mattina, per le polemiche e gli atti di protesta simbolici. Troppo solenne l'occasione per inserirvi elementi spinosi. Tuttavia, i nodi stanno tutti li e il manifesto che verrà affissa al Palazzaccio, sede della Cassazione, dall'Associazione magistrati ne è la prova. E' la vignetta del fumettista Alfredo Chiappoli. Due magistrati leggono la scritta «La legge è uguale per tutti». Poi riflettono: «Se fosse vero non ci sarebbe bisogno di scriverlo!». A un anno dal «resistere, resistere, resistere» di Francesco Saverio Borrelli che fu la fotografia dello stato di tensione tra magistrati e governo e diede la spinta alla nascita dei Girotondi, il clima tra i due poteri dello Stato resta teso. Il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, ha definito l'inaugurazione dell'anno giudiziario «una inutile parata» utilizzata solo «per fare politica». Lo scorso anno il pg Favara nello snocciolare i dati - allora in positivo sulla parte dei processi civili - dello stato dell'amministrazione della giustizia, lanciò un appello: basta con le polemiche, disse allora il pg, «prevalga il buonsenso istituzionale». Fu un ammonimento ad abbassare i toni, ma questa mattina il pg Favara non potrà non tener conto di quanto accaduto nel corso del 2002 - le leggi approvate dal centrodestra e una riforma della giustizia che stenta a decollare - e si troverà di nuovo a inaugurare l'anno in un'atmosfera di scontro che culminerà, in maniera simbolica, il 18 gennaio con la cerimonia di apertura nelle Corti d'Appello a cui le toghe si presenteranno con la Costituzione in mano. Iniziativa criticata duramente dal ministro della Giustizia Castelli e dal vicepremier Fini. «Ci dobbiamo adoperare tutti - è l'invito del presidente dell'Anm, Edmondo Bruti Liberati, ai colleghi - per la piena riuscita dell'iniziativa, partecipan- do numerosi con la Costituzione in mano. Se anche avvocati, professori, cittadini vorranno associarsi al gesto, penso che sarebbe significativo». Questa protesta «non paludata», come l'ha definita lo stesso Bruti Liberati, si accompagnerà all'affissione - il 18 gennaio - di un altro manifesto firmalo sempre da Chiappori, dedicato all'altro tema caldo, oltre l'indipendenza della magistra- tura, e cioè l'efficenza del sistema giustizia. I dati che oggi verranno forniti dal pg Favara non dovrebbero essere confortanti. «Ho un grosso timore - dice Giovanni Verde, ex-presidente del Csm - che dalla relazione del pg venga fuori che quei deboli segnali di miglioramento che avevamo registrato lo scorso anno non si siano consolidati. Che le statistiche volgano al peggio». Proprio davanti al Csm, alcune settimane fa, si è svolto il primo e turbolento incontro con il ministro Castelli che alle richieste dei membri di Palazzo Marescialli di innestare risorse nel sistema giustizia, oppose un secco no: inutile elargire fondi quando la magistratura non è in grado di farli fruttare, fu il ragionamento del Guardasigilli. Un clima difficile, dunque, quello con cui si apre l'anno della «riforma della giustizia» per dirla con Taormina. E lo scetticismo tocca anche personaggi vicini al centrodestra come 0 membro laico del Csm, Giuseppe Di Federico (Fi): «Non esistono le condizioni di maturazione del convincimento politico per arrivare alle riforme». Duri i commenti dei due ex-colleghi della procura milanese, Antonio Di Pietro e Gerardo D'Ambrosio. Per il primo, l'anno appena passato è stato quello delle «leggi criminogene». E D'Ambrosio:« Che cosa è cambiato dal 2002 ad oggi? È molto semplice, è stata approvata la legge Cirami. Non mi pare che abbiano fatto altro». Lo scontro con il governo culminerà il 18 gennaio: alla cerimonia di apertura nelle Corti d'Appello le toghe si presenteranno con la Costituzione in mano Verde, ex vicepresidente del Csm: «Dalla relazione del pg, temo, emergerà che i segnali di miglioramento registrati dodici mesi fa non si sono consolidati» Il sovraffollamento delle carceri e la lunghezza dei processi: i problemi al centro del dibattito fra politica e magistratura

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