DUE GUERRE ATTORNO A SADDAM

DUE GUERRE ATTORNO A SADDAM IRAQ, LA LEZIONE DEL 1991 DUE GUERRE ATTORNO A SADDAM LA CNN DELL'ALTRO FRONTE Così l'occhio arabo di Al Jazeera prepara lo scontro nel Golfo Maurizio Mollnari A PAGINA 9 ca e altri d'indebolirla, mettendola contro i suoi alleati. Contemporaneamente, il Raiss rese sempre evidente che, se costretto, egli avrebbe affrontato la prova delle armi, in un «mix» di coraggio e d'irresponsabilità. Allo stesso modo si comporta adesso. C'è tuttavia una grossa differenza. Allora esisteva, a disposizione dell'America, un clamoroso, ineludibile «casus belli». L'Iraq aveva invaso e si era annesso uno Stato sovrano, il Kuwait, Ora il contenzioso è certo molto grave, ma non altrettanto evidente. Il tatticismo di Saddam è in conseguenza più agevole, specie dopo aver consentito il ritorno degli ispettori. E' più che lecito il sospetto che egli nasconda armi di distruzione di massa; ma se non si riuscisse a trovarne tracce concrete? Su queste basi, Saddam ha già ottenuto un risultato mancato nel 1991, una divaricazione tra gli Stati Uniti e l'Europa, mentre potrà risultare meno labile, nell'era del fondamentalismo islamico, una connessione con la «base» del mondo arabo. E c'è anche la Corea del Nord. Conclusione. Che, in questo contesto, Saddam accetti eh mettersi da parte, appare ancora più difficile che dodici anni fa. E tuttavia, essendo proprio la sua permanenza al potere la fonte primaria della crisi, è ad essa che va trovata una risposta. A differenza di dodici anni fa. Aldo Rizzo DODICI anni fa, come oggi, mancavano quattro giorni all'attacco aereo all'Iraq, a cui avrebbe fatto seguito, il 24 febbraio, l'invasione da terra. Dodici anni dopo, la Storia sembra voler ripetere lo stesso percorso. Ma quanto vale il paragone tra questa nuova crisi irachena e quella che, tra il 1990 e 111991, portò alla prima guerra del Golfo? Per certi aspetti, sembra un vero e proprio «replay». I protagonisti sono quasi tutti gli stessi. A Baghdad il cattivo Saddam e il suo vice, Tareq Aziz, che prova a fare la parte del buono. A Washington, il Presidente è cambiato, ma porta lo stesso nome dell'altro, alla cui catena di comando, del resto, appartenevano gli attuali vicepresidente e segretario di Stato, Dick Cheney e Colin Powell. Se dai personaggi, dalla loro fisionomia, si passa alla sostanza dei loro comportamenti, abbondano di nuovo le somiglianze. Gli americani sono fermamente intenzionati, come dodici anni fa, a venire a capo della minaccia rappresentata dalla dittatura di Baghdad. E, come allora, gli iracheni reagiscono alternando aperture e durezze. Nella prima crisi, Saddam diede prova di un esasperante e feroce tatticismo, tra prese di ostaggi civili e la loro liberazione, tra tentativi di rabbonire l'Ameri-

Persone citate: Aldo Rizzo, Ameri, Colin Powell, Dick Cheney, Golfo Maurizio, Tareq Aziz