Per la pista di bob e skeleton Cesana attende il sì di Frattini

Per la pista di bob e skeleton Cesana attende il sì di Frattini GIOVEDÌ' TOROC E AGENZIA TORINO 2006 PRESENTANO IL PROGETTO A ROMA Per la pista di bob e skeleton Cesana attende il sì di Frattini I sindaco Serra: «Utili gli sforzi per mitigare l'impatto ambientale. Garantiteci l'uso futuro» Pressing della Valle d'Aosta per l'impianto di Cervinia. Ieri sopralluogo degli organizzatori Maurizio Tropeano Eccolo l'impianto della discordia. Una pista lunga oltre 1700 metri, sette costruzioni alcune interrate, tre strade per i collegamenti tra l'arrivo e la partenza, un sottopasso per l'accesso degli spettatori. Il tutto ricavato sui 1400 metri di larici e prati verdi di località Pariol di Sansicario. Il rendering e il progetto definitivo sono stati illustrati venerdì sera nel Consiglio comunale di Cesana. Sempre venerdì, Franco Pavan, responsabile del procedimento per l'Agenzia, ha avviato le procedure per la convocazione della Conferenza dei Servizi e quelle per la valutazione dell'impatto ambientale. «Entro una sessantina giorni - spiega - si dovrebbe concludere l'iter burocratico». Su tutto, però, incombe il fantasma del Lago Blu di Cervinia, di quella pista naturale in disuso dal 1991, e che adesso potrebbe essere rimessa a nuovo nel caso lo studio suppletivo sollecitato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, sui costi (arrivati a 56 milioni di 6) e sull'im¬ patto ambientale non dovesse offrire risposte adeguate. Il destino dell'impianto che ospiterà le gare di bob, slittino e skeleton, si giocherà nelle prossime 96 ore. Entro giovedì, infatti, i tecnici del Toroc e dell'Agenzia Torino 2006 consegneranno al ministro il nuovo documento che conterrà anche la valutazione delle condizioni della struttura valdostana. Ieri, infatti, alcuni tecnici hanno effettuato un sopralluogo. Top secret i risultati dell'indagine sul campo anche se alcuni dirigenti, che vogliono restare anonimi, sottolineano l'impossibilità tecnica di riutilizzare la struttura, soprattutto la difficoltà di restare all'interno di un budget di circa 20 milioni di C Perplessità suscita, ad esempio, il fatto che l'impianto sia stato realizzato per il bob e non per lo slittino e lo skeleton. In secondo luogo si tratta di un impianto naturale che per la produzione del ghiaccio necessita di bassissime temperature e del lavoro di decine di operai. Non solo. In molti, ad esempio, si chiedono che fine farebbero i 3 milioni di C spesi fino ad oggi per la progettazione dell'impianto di Cesana senza considerare un allungamento dei tempi stimato in maniera prudenziale in una decina di mesi. Scelta fatta, allora? Difficile dirlo. Nei giorni scorsi Alberto Cerise, assessore al Turismo della regione Val d'Aosta, dopo aver confermato uno scambio informale di opinioni tra i due governatori, cioè Enzo Ghigo e Roberto Louvin, ha dichiarato: «Se le iniziative possono essere condivise con gli operatori turistici locali e con le comunità, siamo pronti a collaborare per lo svolgimento dei Giochi del 2006». Non solo. Nelle scorse settimane nei corridoi di Palazzo Lascaris, durante le sedute dell'Assemblea Subalpina, sì è visto Mario Gatto, maestro di sci e soprattutto da alcuni organizzatore della Festa sulla Neve di Forza Italia che si svolge a Courmayeur. Dunque, il pressing di Cervinia continua. Non solo. Restano da risolvere alcune perplessità legate ai dubbi dei cittadini di Cesana sull'impatto ambientale della struttura. Fonti vicino al Toroc, comunque, fanno sapere che ai primi di gennaio il sindaco ha scritto una lettera indirizzata all'assessore allo Sport della Regione, Ettore Racchelli per esprimere l'apprezzamento per gli interventi di mitigazione dell'impatto ambientale contenuti nel nuovo progetto». Serra conferma nella sostanza il contenuto della lettera anche se spiega che esiste una «forte preoccupazione sull'utilizzo postolimpico della struttura». Da qui una nuova richiesta: «Voghamo garanzie certe sulla gestione futura». Questa posizione potrebbe fugare i dubbi del Governo sulla scelta di Cesana anche se sul tappeto resta il problema dei 90 mila metri cubi di inerti che dovrebbero essere trasportati in valle. Non solo. Ambientalisti e residenti chiedono garanzie di sicurezza per le 48 tonnellate di ammoniaca necessarie al funzionamento dell'impianto di raffreddamento della pista che dovrà essere ghiacciata già alla fine del 2004 per i collaudi dei tecnici del Ciò.