Mazzone interrompe la serie magica di Mancini

Mazzone interrompe la serie magica di Mancini NELL'ANTICIPO NOTTURNO IL BRESCIA BLOCCA SUL PAREGGIO LA SQUADRA BIANCOCELESTE: TATTICA INTELLIGENTE DEI LOMBARDI Mazzone interrompe la serie magica di Mancini Per la prima volta nella stagione la Lazio non ha vinto in trasferta Giancarlo Laurenzi inviato a BRESCIA ^ Che sia stato l'abbacchio, i dolci nella calza o gli stipendi finalmente pagati, la pancia della prima Lazio dell'era post-Cragnotti era visibilmente gonfia di ogni ben di Dio dall'ingresso sul prato. Senza appetito e con le gambe imbastite dai richiami atletici del preparatore Carminati (lo stesso dello scudetto, richiamato dopo la cacciata di Zaccheroni), il miglior attacco del campionato è rimasto a bocca asciutta e la cosa non sembra essere dispiaciuta troppo ai giocatori, a giudicare dall'assenza di occasioni create e dal pallore della manovra, che si ricordava intrisa di bollicine. Dopo sette vittorie in trasferta è arrivato il primo pareggio sul campo del Brescia che invece non s'è fatta ubriacare dalle feste e ha allungato la serie magica, 8 punti in 4 partite in cui ha affrontato anche Juve e Milan. Il pari consente alla Lazio di tornare in testa al pari delle milanesi, ma la sindrome di Eriksson (stessi problemi dopo le feste anche per la sua edizione della saga biancoceleste) aleggia come uno sciacallo sulle decantate virtù di Mancini. La Lazio s'è mossa zavorrata e non si è capito se sia stata la squalifica del condottiero Simeone (rimpiazzato dai cingolati di Giannichedda) o lo sbalzo di temperatura tra Roma (13") e lo stadio di Brescia (l") a accelerare il processo di intorpidimento e la mollezza dei movimenti. Un tem- pò senza un tiro in porta, un guizzo, anche la semplice pressione su Matuzalem, che poteva dirigere ogni ripartenza dalla sua mattonella di metà campo bevendo un tè. Il Brescia s'aspettava altro, per questo Mazzone aveva alzato la diga, temendo il rendimento estemo da record degli avversari: al posto di Baggio, lasciato a curare la sciatalgia, il giovane difensore Pisano, che quando aveva 18 anni lasciò la Lazio per emigrare al Nord. Pisa- no s'è occupato di Fiore (citabile solo per un diagonale alto, al 21'), mentre Serie ha impiegato mezz' ora a capire che anziché aspettare Oddo, poteva attaccarne le membra congelate. Mancini s'è sollevato dalla panchina due volte nei primi 10 minuti per convincere Sorin (sostituto dell'improvvisamente insostituibile Cesar) a minare la fascia sinistra di profondità, ma è proprio dalle corsie laterali che la Lazio ha ottenuto il vuoto pneumatico che non s'aspettava. Con una squadra bloccata sui lati e due soli piedi educati in mezzo (Stankovic, che Giannichedda si è al sohto limitato all'arida interdizione), Lopez è stato costretto a rinculare per toccare palloni e Corradi ha avuto una sola opportunità per la sua testa, alzando con la fronte una punizione spiovuta in area dalla trequarti. Il Brescia, orfano del suo totem, ha curato con attenzione la fase difensiva, lasciando Bachini (con Schopp ondivago nel rendimento da simil-tomante) a sorreggere le sponde di Tare, impegnato in un duello a quote alpine con Stam. Mazzone ha atteso la Lazio, e non ha abboccato all'amo quando Mancini ha chiesto ai suoi di retrocedere 20 metri nella speranza che i nemici mettessero le gambe fuori dal bunker. Il freddo deve aver consigliato giocatori e allenatori a muoversi con diverse frequenze, passato l'intervallo. Mancini ha mosso le acque con Fiore e Sorin (più offensivi ancora e con la tendenza ad accentrarsi), Mazzone ha allungato Schopp sulla destra, perchè le ripartenze ideate da Matuzalem avessero un punto di appoggio in più. E' nata così l'occasione per Bachini, un diagonale velenoso che ha consentito a Peruzzi di scampare all'ibernazione (respinta non semplice, 11'st), mentre la Lazio ha proseguito a sbagliare il terzo passaggio (nell' ipotesi in cui fossero riusciti i primi due), vanificando ogni idea, sebbene ima croccante manovra Pancaro-Sorin-Corradi finita fuori dopo tre carezze di prima, una per giocatore, avesse strappato applausi anche al pubblico avverso (22'). Mancini, con colpevole ritardo, puntava la fiche su Chiesa, al posto di Pancaro, per sdoganare l'attacco e regalargli peso. L'unico guizzo era ima sassata di Oddo (peggiore in campo), alzata oltre la traversa da Sereni. Anche Farina ne aveva abbastanza: un solo minuto di recupero e tutti accanto al caminetto. Fiore non è ispirato, Corradi e Claudio Lopez restano a bocca asciutta Duelli aerei da brivido tra Stame Tare Bachlni, assente Saggio, il più pericoloso (4-4-1-1) |^ Sereni 6; Martine? 6,5, Dainellie, Petruzzl 6, Pisano 5; Schopp 5,5, A. Filippini 5,5, Matuzalem 7, Serie 6; Bachlni 6,5; Tare 6,5. Ali. Mazzone 6. (4-4-2) Peruzzi 6,5; Oddo 5, Negro 6, Stam 6,5, Pancaro 5,5 (35' st Chiesa sv); Fiore 5,5, Giannichedda 5,5, Stankovic 6, Sorln 5,5; Lopez 6, Corradi 5,5. Ali. Mancini 5,5. Arbitro: Farina 6 Ammoniti: Dainelli, Oddo, Serie, Giannichedda. Spettatori: 20 mila. Dainelli tenta con ogni mezzo di fermare un'incursione di Lopez