In un anno 685 mila assunti Il 18 % sono extracomunitari

In un anno 685 mila assunti Il 18 % sono extracomunitari AUMENTA L'OCCUPAZIONE NONOSTANTE LA BASSA CRESCITA DELL'ECONOMIA In un anno 685 mila assunti Il 18 % sono extracomunitari L'Inai! segnala un boom per alberghi, commercio e costruzioni Boeri: merito dei contratti flessibili. L'incognita della Fini-Bossi Roberto Giovannìnì ROMA Un'economia che non cresce, ma che crea occupazione; e in particolare, che offre una discreta fetta di questi posti di lavoro a immigrati extracomunitari. È questa la fotografia dell'Italia del lavoro nel 2002 che esce dai dati dell'Osservatorio occupazionale dell'Inail, con un totale di oltre 685.000 nuove assunzioni realizzate nel corso dell'anno, di cui quasi 126.000 destinati a lavoratori provenienti da fuori dell'Unione Europea. Va detto che le rilevazioni dell'Inali non sono comparabili con quelle dell'Istat: l'istituto che si occupa degli infortuni sul lavoro si limita a registrare - come impone la legge - le denunce effettuate dei daton di lavoro ai fini antinfortunistici ogni volta che assumono un lavoratore, anche per soltanto un giomo. Dunque, non si tratta di «posti di lavoro», ma di «assunzioni», anche di breve durata, anche se l'indicatore Inali riesce a «pulire» il dato dalle persone che cambiano più volte lavoro nel corso dell'anno. In ogni caso, il 2002 ha registrato 3.190.782 assunzioni a tempo indeterminato e 2.504.973 cessazioni dal lavoro, con un saldo positivo di 685.809 unità. Nell'anno hanno cambiato azienda 2.165.429 persone, circa il IO1?*, del totale dei lavoratori. Nell'anno, comunque, gli extracomunitari assunti nel complesso a tempo indeterminato sono stati 396.054 con un saldo positivo (a fronte di 270.193 cessazioni) di 125.861 nuovi posti, circa il 180Zo del totale. Tra i settori sono andati bene i servizi in generale, con un vero e proprio boom dell'occupazione nelle attività immobiliari. A fronte di 508.664 assunzioni totali (tra tempo detemunato e indeterminato) sono state segnalate 461.141 cessazioni dal avoro con un saldo positivo di oltre 47.000 posti. Vanno bene per l'occupazione il settore alberghi e ristoranti {oltre 900.000 assunzioni totali a fronte di 859.433 cessazioni) e quello del commercio al dettaglio (29.000 nuovi posti secondo le segnalazioni all'Inai!) mentre si conferma il trend positivo delle costruzioni (29.000 posti in più). Male invece sono andati il settore tessile con oltre 20.000 posti persi (a fronte di 84.773 assunzioni le cessazioni nel 2002 sono state 104.591), quello meccanico (1.300 posti persi) e dell'industria concia- ria (oltre 6.000 posti persi nel periodo). Dati che fanno comunque riflettere l'economista della Bocconi Tito Boeri. In primo luogo, il fatto già segnalato dalle rilevazioni Istat - che si creano posti di lavoro anche con un'economia stagnante. «È cambiato qualcosa negli ultimi sette anni - spiega Boeri - in primo luogo sono state introdotte figure contrattuali più flessibili, cosa che ha permesso a molte aziende, anche se la fase economica rallenta¬ va, di assumere lavoratori senza la preoccupazione di non poter più ridurre gli organici». Un secondo fattore importante è stata l'immigrazione: c'è stata in tutta Europa, ma da noi in particolare ha permesso che venissero occupati posti di lavoro e mansioni - specie nel Nord del paese - cui gli italiani non erano interessati. «Secondo i nostri dati, si tratta di lavoro flessibile: gli immigrati cambiano lavoro ogni sei mesi», afferma Boeri. «E infine - prosegue - il fattore forse più significativo, cioè la moderazione salariale: in questi sette anni i salari reali sono cresciuti molto meno della produttività, con una caduta di 4 punti percentuali del costo del lavoro per unità di prodotto. E questo ha contribuito a incoraggiare le imprese a scegliere investimenti a maggiore intensità di lavoro». Ma adesso, potrà continuare il mercato del lavoro italiano a dare risultati ancora soddisfacenti? Boeri esprime qualche preoccupazio¬ ne per il futuro. Sul fronte dei salari, le piattaforme rivendicative dei contratti da rinnovare per otto milioni di lavoratori conte ngono richieste molto forti. Sulla flessibilità, ci sono dei limiti sociali oltre che funzionali, e «se la crescita dovesse rallentare, o trasformarsi in recessione, verrebbe alla luce il lato negativo della flessibilità, ovvero la distruzione di posti di lavoro. E bisogna ricordare- che la Finanziaria appena approvata ha drasticamente ridotto o ristretto l'accesso al bonus per le assunzioni permanenti al Sud, che aveva dato buoni risultati». Infine, l'immigrazione: bisogna valutare l'effetto della legge Bossi-Fini, di cui ancora mancano i decreti attuativi. «E' una legge che prescrive una serie di adempimenti molto stretti per le imprese quando gli immigrati cambiano lavoro - conclude Boeri - cosa che avviene assai spesso. Potrebbe risultarne una tendenza a favorire il ricorso al lavoro nero». GUEXTRACQMUMimRI ^GIQME PER REGIONE CD C3! piemonte valle d'aosta lombardia |:trentino a.a. i VENETO FRIULI V. G. LIGURIA EMILIA ROMAGNA TOSCANA UMBRIA MARCHE LAZIO ABRUZZO MOLISE CAMPANIA PUGLIA BASILICATA CALABRIA SICILIA SARDEGNA NON ATTRIBUITI TOTALI CD jrfpnwWBk ASSUNZIONI 33.593 1.969 137.358 53.574 81.658 17.785 11.951 72.189 43.627 13.283 20.780 44.209 11.800 1.115 11.260 15.293 1.764 3.874 14.637 2.131 57.427 651.277 i. VT- CESSAZIONI 26.164 1.583 107.317 Wìsmm 69*329 14.971 9.345 60.664 34.900 11.952 17.114 37.094 10.189 1.028 8.552 13.149 1.507 2.760 12.417 1.975 28.440 511.4 mwjmn Fonte: Inali CAMBI D'AZIENDA 27.045 2.043 72.389 16.943 9.821 68.331 36.222 11.853 18.372 27.495 9.460 905 6.596 11.751 1.190 2.073 9.679 1.650 32.521

Persone citate: Boeri, Bossi Roberto, Tito Boeri

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