«Tirature 2003»: L'editoria italiana non ha bilanci in rosso, eppure... di Mirella Appiotti

«Tirature 2003»: L'editoria italiana non ha bilanci in rosso, eppure... PROSSIMAMENTE LIBRI Mirella Appiotti «Tirature 2003»: Teditoria italiana non ha bilanci in rosso, eppure... FANNO I^ALE AL LIBRO? IL DOSSIER DEL SAGGIATORE BILANCI editoriah 2002 (per ora senza Natale). Bilancio planetario: situazione minacciosamente immobile, mancate sinergie dei grandi gruppi, tracolli (vedi Vivendi in Francia), ridimensionamenti (Bertelsman in una Germania con caduta libera deUe vendite deU'8% dopo 15 anni di continua espansione, ma neppure gh Usa stanno bene anche se il pessimismo di qualche economista che prevedeva «Forse questo Natale sarà cancellato» è risultato eccessivo). Bilancio itahano: un primo trimestre da dimenticare, poi «ci si è ritrovati pienamente confortati nel considerare che sì, anche per quest'anno, il mercato per fortuna è "stagnante"». BeUa fortuna... Da cui prende, comunque, le mosse l'excursus, come sempre molto documentato anche se con qualche contraddizione e non tutto condivisibile, di Raffaele Cardone nel mercato editoriale, seconda parte del manuale-pamphlet edito dal Saggiatore «Thature '03» impostato quest' anno da Spinazzola in gran parte su un paio di accuse circonstanziate. La prima, come abbiamo visto nella precedente rubrica, riguarda la debolezza-miopia della nostra critica letteraria. La seconda, affidata alla competenza di Cardone, riguarda il tipo di «filosofia» attorno al prodotto libro espresso soprattutto deUe grandi concentrazioni (anche in considerazione deh LE CONCENTRAZIONI esperimento prò tempore e in parte fallito della legge sul «prezzo fisso»). Dopo essersi chiesto se «le concentrazioni editoriah fanno male al libro» l'autore lancia il suo j'accuse in trechrezioni. Le sinergie. Mancate «all'interno dei moghul deU'informazione(...), nei giganti dei media qualcosa non gira (...), le divisioni libri hanno avuto (anche in Italia) ben pochi vantaggi in termini di comunicazione dall'appartenenza a grandi gruppi mediatici». A conferma, il tracollo del numero uno del multimedia mondiale, AOL Time Warner...». A smentita, l'operazione della italianissima De Agostini: ma su «cosa potrà riservare l'incontro-incrocio tra l'acquisizione della Utet con le attività intemazionah del gruppo di Novara», i segnali non sembrano tutti positivi. Il rapporto autore-editore. Vecchia querehe: scomparso l'editore amico, consighere; ufficistampa e marketing costretti ad abbandonare «la maggioranza dei titoh poche settimane dopo l'uscita» tanto che alcuni autori decidono una sorta di «fai da te» (da Stephen King a Da ve Eggers a Baricco). Tutto vero e tutto falso: chi se non gli editori deUa Baldini e Castoldi, Dalai e Gelli, hanno individuato, assistito, accompagnato «Io uccido», l'esordio-fenomenò di questi giorni, seconda grande gallina dalle uova d'oro dopo la Tamaro (e sarà solo per caso)? Best seller e letteratura alta. Quest'ultima, è amoreodio per i grandi gruppi, funzionale solo ad un'organizzazione libraria «a due velocità», libri di consumo sia pure di alto artigianato accanto a titoh da catalogo, quelli che in genere passano prima attraverso i piccoli editori, vera grande forza dell'editoria italiana (pensiamo a Fanucci e a Fazi, a e/o e a Neri Pozza, a marcos y marcos e a Moby Dick, ecc.). E allora, perché stagnazione? Quando, dall'indagine di Cardone, nessun bilancio risulta in rosso e l'aumento dei fatturati è quasi generale? Adelphi, +8%; Feltrinelli 4-707o; nel gruppo Longanesi la titolare -I-15, il Ponte alle Grazie t46. Tea ■1-12, ma Salani, ovvero Harry Potter, 1400Zo e da Guanda due tra i maggiori successi editoriah italiani, «Ogni cosa è illuminata» di Foer e «I soldati di Salamina» di Cercas; Mondadori -1-3,6; Piemme +14; Saggiatore -l-407o, Rcs in media tra tutte le consociate oltre il 100z6. E Baldini-Tartaruga-Zelig facendo i conti del 2002 quah concorrenti colpirà a morte con Paletti?. FANNO I^ALE AL LIBRO? IL DOSSIER DEL SAGGIATORE

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Usa