Con Romy Schneider alla finestra sul lago

Con Romy Schneider alla finestra sul lago A BELLAGIO, TRA IL GRAND HOTEL SPESSO TRASFORMATO IN SET CINEMATOGRAFICO E VILLA BALBIANELLO Con Romy Schneider alla finestra sul lago WEEKEND Elena Del Santo DORMIRE nella stessa suite scelta da Re Faruk d'Egitto per il suo viaggio di nozze con la regina Narriman (era il 1951, e lui arrivò con un seguito di 60 persone) ha il suo indubbio fascino. Scoprire poi che in questo stesso albergo passarono anche gli statisti Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill, i Rothschild, John Fitzgerald Kennedy, la Regina di Svezia che richiese la suite al primo piano per l'eleganza del soggiorno, e - sin dal 1873 la miglior aristocrazia europea, diventa quasi un'avventura da film. Il Grand Hotel Villa Serbelloni alle celebrità però ci è abituato. Lo storico albergo di Bellagio, affacciato sul lago di Como, si è spesso trasformato in set cinematografico: qui, Romy Schneider e Philippe Noiret girarono «Una donna alla finestra»; Al Pacino lavorò per «Bobby Deerfield». Addirittura, gli interni della Villa appaiono in una delle pellicole della saga di «Guerre Stellari». Tappezzerie in stile francese, lampadari di Murano, armadi e trumeaux in stile Impero, Liberty o Neoclassico, affreschi e trompe l'oeil che occhieggiano tra colonne di stucco lustro: ogni camera, una diversa dall'altra, viene accomunata dal quell'«atmosfera di casa» che la famiglia Bucher, proprietaria sin dal 1918, ha voluto saldamente mantenere nel tempo, nonostante le cinque stella lusso. A premianie la filosofia, è stato Con- dé Nast Usa che lo ha classificato nel 2002 tra i mighori 30 alberghi d'Europa, e la migliore location in assoluto. In effetti, la posizione dell'hotel è superba. A due passi c'è il delizioso borgo di Bellagio che all'ora del tramonto si accende di vita; poco oltre, la nobile Villa Melzi che nel passato ospitò Stendhal e Liszt. Costruita tra il 1808 e il l'Ut) da Giocondo Albertclli su incaricò di Francesco Melzi d'Eril, cancelhere del Regno d'Italia e grande amico di Napoleone, è interamente circondata da un incantevole giardino in stile inglese che scende fino al lago. Non manca nessuna delle cose che ci si possono aspettale in un giardino patrizio: il chiosco, la cappella, opera di Vittorio Nesti, che custodisce il monumento funerario di Francesco Melzi (morto nel 1816), due statue egizie in basamento del XIV e XHI secolo a. C, il laghetto con le ninfee, la vasca con la statua di Cupido ed un'altra cappella gentilizia con un portale rinascimentale opera del Bramante. Pochi minuti di battello ed ecco, raggiunta Villa Balbianello dalla curiosa architettura «a gradoni», e passaggi segreti celati da ante d'armadio. Nacque come abitazione della nobile famigha dei Giovio, ma nel 1974 venne acquistata dal conte Guido Monzino, che restaurò l'edificio e il giardino, riarredò le sale con mobili inglesi e francesi, e vi collocò le sue numerose collezioni d'arte, l'importante bibhoteca, i cimeli e i ricordi delle proprie impresei in particolare quella al Polo Nord, raggiunto nel 1971 con una slitta trainata da cani, e la prima ascensione itahana all'Everest nel 1973. Nel 1988, Monzino ha lasciato il Balbianello in eredità del FAI, il Fondo per l'Ambiente Italiano, con una dotazione di due miliardi di vecchie lire per consentire futuri interventi di manutenzione. Imperdibile poi, la tappa sull'isola Comacina, l'unica del Lario, dalle origine antichissime sulle cui sponde approdò Federico Barbarossa: si pensa sia stata popolata dai Greci qui portati dai Romani, in passato, poi, venne più volte contesa per la posizione stategica all'interno del lago che porta a Como, un'ansa riparata tra Argegno e la penisola di Lavedo. Grande come un fazzoletto di terra lungo 600 metri e largo 200, è ancora oggi immersa in una natura incontaminata e selvaggia. L'unica rustica locanda della Comacina (tei. 0344/55083), pareti tappezzate da foto che immortalano il passaggio di grandi nomi della politica, letteratura e divi del cinema, offre un solo menù unico e tipico dal lontano 1947: antipasto all'isolana, un tot di verdure fresche e al forno, prosciutto di Praga, bresaola della Valtellina, trota alla contrabbandiera cotta sulla piastra, rottami di pollo ruspante in padella, arancia alla castellana per dessert, affettata al tavolo del cliente e annaffiata con crema all'isolana. Show finale del «caffè all'uso delle canaglie in armi», nient'altro che un caffè al brandy servito avvolto dalle fiamme. Il tutto, show compreso, per 50 euro. Se poi si è appassionati di golf, in 20 minuti si arriva al Golf Club Menaggio e Cadenabbia, con le sue 18 buche, uno dei green più classici e gloriosi d'Italia. I i s Uno scorcio di Bellagio La Moschea Blu (a destra), fulcro del quartiere Sultanahmet a Istanbul, dove sorgeva il palazzo imperiale di Costantino. A sinistra un tipico bazar, con le arcate coperte