Cassintegrati in prestito
Cassintegrati in prestito Cassintegrati in prestito Pininfariha assorbe 150 operai di Mirafiori Giuseppe Sangiorgio TORINO La Pininfarina assorbirà, con «comando-distacco temporaneo», ISOlavoratori di Fiat Auto in cassa integrazione straordinaria. L'accordo, siglato ieri tra il Lingotto e i sindacati, prevede di reinserire nel tessuto produttivo addetti delle Carrozzerie di Mirafiori e dell'indotto auto dal 15 gennaio al 31 luglio, con possibile proroga al 3 ottobre. Il personale interessato sarà individuato con il criterio della volontarietà in base alle esigenze tecnico-organizzative della Pimnfarina. Fim, Fiom, Uilm e Fisime hanno chiesto che venga data priorità, «a parità di caratteristiche professionali», ai «monoreddito e con particolari carichi familiari». L'iniziativa, a giudizio delle Industrie Pininfarina, «si inquadra perfettamente nella nostra strategia che intende mantenere le produzioni in Italia, e in particolare a Torino, come ha fra l'altro dimostrato con l'inaugurazione, avvenuta alla metà dello scorso mese di ottobre, del nuovo centro di Engineering a Cambiano». L'azienda precisa che in questo mese, come previsto dal piano industriale approvato all'inizio del 2000, si concluderà la riorganizzazione interna avviata nel settembre 2001 con il rientro di tutti i lavoratori dalla cig straordinaria, con la possibilità di integrare i nuovi addetti, «in un'impresa sana che guarda con fiducia al futuro del settore auto». L'intesa è stata accolta con favore, oltre che in sede sindacale^ anche negli enti locali e in Regione. tÉ un segnale importante - dice l'assessore all'Industria della Regione-Piemonte, Gilberto Pichetto - che dimostra come il tessuto produttivo piemontese, anche nell'indotto auto, riesca a dare risposte positive. Ed è anche un esempio di come si possa far fronte alle conseguenze sociali dell'attuale crisi senza necessariamente ricorrere a soluzioni assistenzialistiche che, non solo non fanno parte della nostra cultura, ma rinviano i problemi senza risolverli». Il segretario torinese della Fiom, Giorgio Airaudo, avverte: «Non firmiamo le mobilità che distruggono posti di lavoro, ma gli accordi che mantengono l'occupazione e difendono il reddi¬ to. L'intesa raggiunta è uno strumento utile, ma lascia intatta la vertenza aperta per ottenere garanzie occupazionali e un piano industriale che consenta ai lavoratori di ritrovare lavoro a Mirafiori». I metalmeccanici della Cgil chiariscono che «oltre all'importanza della volontarietà e dell'attenzione ai monoreddito» è positivo che «venga utilizzato uno strumento come il comando-distacco che non esiste nell'accordo di programma tra governo e Fiat e che un'industria importante come la Pininfarina, dove si chiudono 15 mesi di cig con il rientro di tutti i lavoratori, dia un segnale di uscita dalla crisi. Ci aspettiamo che questa strada sia seguita da altre imprese». Soddisfatto pure Attilio Capuano, segretario della Uilm Piemonte sia per il metodo (il confronto avviato dal Lingotto con i rappresentanti dei lavoratori), sia nel merito (il sostegno all'occupazione e al reddito dei lavoratori). «Ritengo - osserva - che un'occasione come questa possa essere ripetibile». Il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi, da Roma, polemizza invece con la Fiom, perché, afferma, «gli accordi firmati con la Fiat Auto ne dimostrano le grandi contraddizioni e la confusione». Le crisi, secondo Regazzi, «non si gestiscono con mere posizioni ideologiche, ma con risposte concrete come quelle date a Torino». Per Antonio Marchina, segretario della Fim di Torino, «l'intesa è comunque una risposta concreta a esigenze di reddito dei lavoratori». E per Salvatore Vasta (Fismic) quella offerta dalla Pininfarina «è un'opportunità da cogliere». Ieri, intanto, alla Regione Piemonte è stalo raggiunto un altro importante accordo tra Fiat Avio e rappresentanti dei metalmeccanici per il trasferimento degli impianti e dei lavoratori da Torino a Rivalla. L'intesa è slata firmala da tutte le sigle sindacali e prevede il ricorso a un anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione: in media due mesi per lavoratore e non più di quattro. Sono inoltre previste 25 mila ore di formazione e l'azienda ha assicuralo che le prospettive dovrebbero migliorare dal 2005 e che il calo produttivo, stimato fra il 25 e il 30 per cento di qui a quella data, sarà gestito con strumenti ordinari.
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