«Le valvole non erano testate scientificamente»

«Le valvole non erano testate scientificamente» VACILLA UNO DEGLI ARGOMENTI FORTI DELLA DIFESA DEI PRIMARI DI SUMMA E POLETTI ORA AGLI ARRESTI DOMICILIARI «Le valvole non erano testate scientificamente» Cardiochirurgia, il pm: il certificato Ce aveva solo valore commerciale Alberto Caino Al Tuv di Monaco di Baviera non hanno mai visto una protesi cardiaca meccanica Tri Technologies. La trasferta in Germania del pm Paolo Toso e di un ispettore di polizia ha chiarito che l'azienda di Belo Horizonte aveva ottenuto (dopo l'avvio delle inchieste giudiziarie fra Padova e Torino le è stata revocata) una certificazione di sistema, rispetto alla cui procedura i controlli sulla qualità del prodotto diventano indiretti. La marcatura Ce delle protesi al centro dello scandalo giudiziario è stata un requisito indispensabile per la loro commercializzazione in Europa ma - questa è la conclusione cui è pervenuta l'accusa - non poteva trasformarsi in un riconoscimento scientifico. Più di un cardiochirurgo, inter¬ rogato sul punto dai magistrati che conducono l'inchiesta, ha confermato: «Equivale a dire che sono stati rispettati gli standard produttivi. Non ne teniamo conto nella scelta di un dispositivo medico». All'ente di certificazione intemazionale di Monaco di Baviera il magistrato ha sequestrato l'intera documentazione del «fascicolo Tri». Un valigione di atti che promette nuovi scenari di indagine: i leaflets (i due emidischi in carbonio pirolitico che corrispondono alla parte mobile della protesi Tri) venivano prodotti in Russia e assemblali nella fabbrica di Belo Horizonte; la questione interessante per l'accusa è che un componente cosi importante della valvola brasiliana sarebbe stato «eroditato» da un analogo dispositivo medico non più in commercio. Altra verifica rilevante sul tappeto è sulla data cui far risalire la produzione dei «pezzi» forniti alle Molinette: vi sono protesi Tri di differente qualità in circolazione? E' comunque ritenuto significativo che la certificazione del Tuv fosse arrivata per i «brasiliani» a due anni di distanza dalla domanda, per la «complessità degli accertamenti resisi necessari» sulla sola organizzazione produttiva. Traballa un argomento forte della difesa dei cardiochirurghi Michele Di Summa e Giuseppe Poletti? Apparentemente è cosi. Tanto più che, rispetto al caso di Padova (40 protesi Tri acquistate a trattativa privata per cui è indagato per corruzione il primario Dino Casarotto), alle Molinette sono slate acquistate nell'ambito della gara d'appalto sotto inchiesta 700 prolesi dell'azienda di Belo Horizonte. No.. Jera mai stata un'ordinazione così importante, né si è verificala in seguilo, di valvole cardiache meccaniche Tri. Al mondo. Non solo in Italia. Il pm Toso e il collega Cesare Parodi possono spendere un altro argomento, attingendo alle dichiarazioni del dottor Roberto Cenlofanti, fra i più stretti collaboratori di Di Summa, e dello slesso professore agli arresti domiciliari: il primo studio scientifico su quei dispositivi medici da impiantare nel cuore di cardiopatici l'avrebbero fatto al¬ le Molinette sulla base della «sperimentazione» avviata con la gara d'appalto costata a Di Summa, Poletti e al fornitore Vittorio Sartori l'accusa di turbativa d'asta aggravata. L'imprenditore padovano, l'ultimo arrestato (è in carcere dal 19 dicembre), contava di tornare a casa con l'accoglimento del ricorso presentato al Tribunale del Riesame per «mancanza di esigenze cautelari». Ma i giudici non sono stati dello stesso avviso dei suoi avvocati: Sartori rimarrà in cella alle «Vallette». Dell'ordinanza è stato depositato in cancelleria solo il dispositivo. Non le motivazioni. Al rientro a Torino, ieri, il pm Toso ha interrogato per quasi sette ore Pier Giorgio Martinetto, l'imprenditore che nell'inchiesta ha il ruolo del concusso; Di Summa e Poletti avrebbero preteso da lui una tangente di un milione e mezzo di lire per ogni protesi cardiaca Sorin acquistata dalle Molinette con un più misero lotto di 200 valvole. I pm intendono chiedere per lui e per la «testa di legno» di Sartori (Giovanni Albertin) un incidente probatorio. Un atto a futura memoria che anticiperebbe una parte importante del processo. Intanto resta in carcere il fornitore Vittorio Sartori accusato con i due medici di turbativa d'asta Il professor Michele Di Summa al centro dell'inchiesta sulle valvole Tri Technologies

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