Di Biagio: quanti siamo

Di Biagio: quanti siamo Di Biagio: quanti siamo Anche l'Inter «scoppia»» E incombe Solari Giancarlo Laurenzi inviato ad APPIANO GENTILE Vieri, che nella calza della Befana ha ritrovato il dono della parola dopo 174 giorni di mutismo pubblico, lo ha definito «mio fratello maggiore». Lui, Di Biagio, spiega che «sarebbe febee di esserlo per ogni compagno», in realtà si lecca i baffi perchè avere uno sponsor del genere garantisce l'invulnerabilità. Non è una questione di lana caprina, essere considerato leader dal leader della squadra leader del campionato: fuori dalla Coppa Italia, in meritato letargo nella Champions che riprenderà il 18 febbraio a Barcellona, l'Inter ha davanti «solo» 5 giornate di campionato e una rosa che ribolle sotto il coperchio. Il problema di Cuper sarà la gestione della ciurma: troppi giocatori per poche partite, e arrivi (o ritomi) che potrebbero incendiare lo spogliatoio a cominciare dalla quadriglia di metà campo, in mezzo e sulle fasce indistintamente. «Adesso c'è abbondanza, il problema è che non ci sono troppi impegni, sarà diffìcile per il mister gestire il turn-over», chiosa Di Biagio. Più che al definitivo recupero di Cristiano Zanetti (rivisto sgambettare a Parma nei minuti finali), la cui cessione alla Lazio avrebbe consentito in estate di fagocitare Nesta, a Di Biagio e ai compagni non convince ilprobabile ingaggio di Solari, che entro la prossima settimana potrebbe aggiungersi alla rosa già intrisa di teste coronate. Tra le righe Di Biagio spiega la differenza: «Zanetti è fondamentale, vicino a lui tutti riescono a giocare bene; di Solari si sta parlando troppo», tanto per chiarire (al tecnico più che alla dirigenza) che l'arrivo del tornante argentino non sarebbe poi così indispensabile. Per Cuper, che finge disinteresse per l'eventuale acquisto e che ieri s'è allenato in mezzo ai suoi ragazzi. Solari è invece l'uomo dei desideri, la soluzione del rebus della fascia sinistra, irrisolta dopo troppi tentativi, e nonostante Moratti speri sempre (ma vanamente) nella conversione del 4-4-2 in 4-3-3, con Recoba accanto a Vieri e Crespo. Aspettando Solari, domani sera Cuper sembra orientato a offrire un'altra variante, con Emre sulla mancina e Di Biagio con Almeyda nel mezzo. Recoba, se il dolore al retto femorale destro dovesse costringere Crespo alla tribuna (oggi l'ultimo test), sarà la spalla di Vieri nell'ideale (per lui, per i compagni, per Cuper) posizione di seconda punta. Anche l'uruguagio, in realtà, sì muove con qualche cautela a causa di ima piccola contrattura alla gamba, ma la serenità con cui ha affrontato l'allenamento non lascia dubbi sul suo eventuale utilizzo (hanno lavorato a parte solo Serena, Ventola, Dahnat e Okan). Almeyda o Zanetti (Cristiano, l'italiano), Crespo o Recoba; Emre o Solari, resta il problema di fondo: per oltre un mese sarà impossibile resistere alla tentazione di mettere il muso. E la vicenda-Crespo (disposto a rischiare un lungo stop pur di giocare contro il Modena, di sera, al gelo) è una cartina di tornasole dell'atteggiamento mentale di ogni singolo: nessun passo indietro per non correre il rischio di perdere la poltrona in prima fila. Il pericolo è diluire il gruppo in troppi rivoli, il progetto è di mettere insieme 15 punti per staccare il volo: dopo il Modena, Perugia (fuori), Empoli (in casa). Torino (fuori) e Reggina (in casa). Assente per il probabile decollo (contro il Modena, appunto). Solari dovrebbe partecipare alle altre tappe del volo. In Spagna lo considerano un estraneo, non è stato neppure convocato per la partita di Vigo contro il Celta, il tecnico Del Bosque ha spiegato che «non rientrerà nei suoi piani fino a quando non sarà risolta la situazione con l'Inter». In realtà al Real non hanno intenzione di tenere Solari per non convertire la mancata cessione all'Inter in 10 milioni di euro (la parte restante nell'operazione-Ronaldo). Del Bosque ha parlato chiaro e non solo per sé, nei giorni scorsi («la qualità dell'organico non risentitrà della partenza di Solari») tanto che adesso è Moratti a storcere il naso (eufemismo) per via dell'impossibilità di utilizzare Solari in Champions, tanto da offrire al giocatore una riduzione dell'ingaggio percepito al Real (da 3 a 2 miliarch di vecchie lire). Un rinforzo a metà, ecco il problema di Solari: buono per l'Italia, in letargo in Europa. E poi: la brulicante colonia argentina aiuterebbe la new-entry a integrarsi nell'harem nerazzurro? Molto probabile, anche se l'esperienza degli ultimi (disastrosi) Mondiali ha insegnato che anche in Sudamerica quelli con la stessa maglia non necessariamente remano dalla stessa parte. Di Biagio è stato protagonista a Parma dell'ultima vittoria nerazzurra nel 2002: suo il primo dei due gol realizzati dall'Inter