I dolci guai di Ancelotti «Ho troppi fenomeni»

I dolci guai di Ancelotti «Ho troppi fenomeni» SABATO 11 GENNAIO 2003 SPORT I dolci guai di Ancelotti «Ho troppi fenomeni» «Mi spiace lasciare fuori campioni come Serginho o Shevchenko, Inzaghi p Rui Costa, per non parlare di Tomasson. E ora che sta bene, vedrete il vero Rivaldo: il brasiliano sarà la stella assoluta» inviato a MILANELLO LO spogliatoio in cui si vestono i giocatori del Milan è uno stanzone enonne dove qualcuno apporrà prima o poi il cartello; «Solo posti in piedi». Sembra il reparto di una grande industria. Ci sono 50 persone che vi si aggirano quand'è l'ora di spogliarsi, perché qtd non risparmiano sui fisioterapisti, i magazzinieri, i preparatori atletici, i tecnici e, soprattutto, sui calciatori. «Ventiquattro più i tre portieri», conta Ancelotti che mette nel ninnerò soltanto quelli sani. La Milano esagerata punta allo scudetto con un'esibizione di forze che la fa quasi scoppiare. «Mi invento il turnover persino nelle partitelle di allenamento, prima ancora di scegliere chi andrà in panchina e chi in tribuna la domenica - spiega il tecnico rossonero -. Se voglio una simulazione credibile devono giocare in 10 contro 10 più i due portieri: perciò ci sono quattro o cinque giocatori die restano fuori e partecipano a qualche altra esercitazione. Mi dispiace. Finora c'era sempre qualche infortunato a limare il numero, ora per fortuna stanno quasi tutti bene e si presenta il problema». E' necessario tenerli tutti? «Necessario no, però sono giocatori importanti che possono tomare utili essendo impegnati sui tre fronti. Ad esempio Borriello, che è giovane e ha mercato, lo sistemeremmo in un attimo, però è il primo anno che sta con noi, non mi sembra che soffra afare anti- \ camera e se rimane può imparare molto». Il nodo più difficile da sciogliere al momento della scelta? «L'attacco. In difesa ci siamo stabilizzati su certi uomini, a centrocampo quasi. Davanti ho Serginho in gran forma, Shevchenko e Inzaghi pure, oltre a Rivaldo e Rui Costa: ne devono restare sempre fuori due. Per non parlare di Tomasson, che mi piace moltissimo e fa sempre gol: nella tecnica è deboluccio però è furbo, intuitivo, quasi un altro Inzaghi. E da noi fa il sesto. Mi dispiace da matti». Secondo Galliani, il problema si risolverebbe facendoli giocare tutti insieme. ((Anch'io sono tentato e prima che finisca la stagione magari ci provo, soprattutto in Europa dove c'è meno tatticismo». Questa abbondanza può generare malcontento e trasformarsi in boomerang? «I problemi dureranno imo a febbraio, col ritorno della Charnpions League. Non fu difficile convincere Shevchenko a saltare il derby perché 3 giorni dopo c'era il Real Madrid, o Inzaghi a fare il contrario: io non avrei saputo scegliere tra la notte con l'Inter o Rivaldo esulta, festeggiato dopo una rete da Pippo Inzaghi: il brasiliano e l'ex juventino sono due fra i tanti attaccanti di valore a disposizione di Carlo Ancelotti Ancelotti non ha problemi di turnover soltanto in difesa: va bene cosi, quindi non si tocca con il Real. Ma adesso, chi non gioca in campionato gioca la Coppa Italia e, benché si dica che la Coppa è importante, un giocatore si convìnce che c'è una bella differenza». Eppure si parla dì acquisti in questi giorni di mercato. «Stiamo come siamo. E' dimostrato che gli arrivi di gennaio non sono un grande aiuto: non hanno il tempo di ambientarsi». E' scottato dall'esperienza alla Juve con Thierry Henry? «Me lo trovai quando arrivai a Torino per sostituire Lippi e, per «Con il ritorno in febbraio della Champions League, ci sarà spazio per tutti Stiamo come siamo, fare acquisti adesso non serve perché i giocatori non hanno il tempo per ambientarsi. Il mercato non cambierà gli equilibri nella lotta- scudetto» quanto lo conoscessimo, eravamo convinti che fosse soltanto un'ala: in quella squadra poteva entrarci poco, non ci fu il tempo di aspettarlo. Non immaginavamo che fosse invece una grande prima punta, come si vede nell'Arsenal. Nel ruolo di prima punta ci sarebbe servito». Il mercato modificherà i rapporti di forze nella lotta per lo scudetto? «No, perché noi, l'Inter e la Juve resteremo uguali. Soltanto l'esplosione finanziaria della Lazio avrebbe sparigliato i giochi, perché certi campioni a costo zero avrebbero invogliato tutti a prenderli. Ma la Lazio rimane quella che è e l'unica a rinnovarsi un po' è la Roma, con l'arrivo di Dacourt, un Vieira con meno qualità e più agonismo. Con Emerson e Tommasi crea un bel trio. Tuttavia la Roma mi sembra un po' troppo staccata per crearci ancora dei problemi». Molti, nel Milan, spingono per l'arrivo di Stam. Secondo lei, è possibile? «Bel giocatore, ma abbiamo allestito una difesa di qualità e solida e abbiamo preso meno gol di tutti. Meglio non toccare le cose che funzionano». C'è un uomo che nel girone di ritomo può decidere lo scudetto al Milan? «Rivaldo ha già fatto vedere qualcosa della sua classe, benché venga da un Mondiale stressante e abbia dovuto metabolizzare il cambio di ambiente, di città. Nei prossimi mesi farà il fenomeno». Ancelotti, è l'anno buono? «Zitto, che se non lo è stato quello alla Juve, quando ci sorpassò la Lazio..». E' d'accordo che questo Milan è più forte di quella Juventus? «Di sicuro ha un maggior numero di talenti, di grandi fuoriclasse». Quindi... «Quindi aspetto di ripartire come nella prima parte della stagione. Al Milan mi hanno chiesto di restare competitivo fino in fondo e in ogni competizione, ma soprattutto di far bella figura. Se ripetessimo i prossimi sei mesi, come i primi sei, credo che qui sarebbero soddisfatti». Elei? «Un po' meno. Sa, adesso vorrei vincere». Nell'abbondanza.

Luoghi citati: Europa, Italia, Lazio, Madrid, Milano, Torino