La Promessa di Lustiger «L'antisemitismo cristiano? Un non senso» di Marco Tosatti

La Promessa di Lustiger «L'antisemitismo cristiano? Un non senso» LIBRO-PROVOCAZIONE DEL CARDINALE La Promessa di Lustiger «L'antisemitismo cristiano? Un non senso» Marco Tosatti ^ FARÀ discutere, e lui lo sa. Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi, cardinale di Santa Romana Chiesa, parigino di origine ebraica, ha scrìtto un libro. La Promessa (Parigi, ed. Paroles et Silence), sui rapporti fra cristianesimo e giudaismo. Un tema difficile, spinoso, e tanto più ricco di rischi per un personaggio quale è lui, legato a una duplice appartenenza, profonda e sincera. Una categoria speciale, quella dei figli di Israele convertiti: Lustiger riconosce di averne subito «i sospetti, i pregiudizi o le ferite». Ma adesso che a 76 anni compiuti può contemplare con distacco e serenità la sua lunga «carriera», il porporato accademico di Francia resta fedele al suo ruolo di provocatore intellettuale; sa che alcuni passaggi «potranno sembrare talvolta sconcertanti per un lettore ebreo», e altri «eccessivi per un lettore cattoheo». Qualche esempio. «H mistero d'Israele - scrive il cardinale - è indissolubilmente il mistero dei cristiani. È proprio ciò che noi siamo tentati eli rifiutare, che rifiutiamo continuamente, e che ci fa considerare il mistero d'Israele come estraneo alla fede cristiana. Di colpo, ogni discorso su Israele tenuto da cristiani rischia di essere insopportabile a Israele. Tuttavia lo scopo della nostra meditazione non è di essere sopportabile o insopportabile agli ebrei, ma di essere noi stessi neDa verità che Dio ci chiede. Bisogna II card. Lustiger dunque capire che si tratta di un mistero cristiano, fondamentalmente cristiano». C'è di che far gridare alla «teologia dell'espropriazione», e - nelle parole che seguono - di che ùritare qualche classe particolare di cristiani. «La questione è capire come delle persone istruite, di buona fede, sinceramente cristiane, possano essere condotte a questo rifiuto di radicamento... Così la teoria del rigetto di Israele appare come un non senso, un'assurdità, perché afferaia che Dio sarebbe infedele alla sua alleanza». Lustiger vuole dimostrare che Gesù è il Salvatore di tutti. Tramite la Passione, sostiene, il Cristo compie totalmente i comandamenti, perno dell'Alleanza con il Popolo Eletto: «la figura di Gesù è al tempo stesso quella dei suoi, della sua Chiesa, e quella di Israele». Non ha senso un antisemitismo cristiano: «gli ebrei sono quello che sono nella misura in cui sonp prima di tutto testimoni dell'Elezione. D loro rifiuto, ,ia parte dei cristiani, è un'appropriazione abusiva o blasfema dell'Elezione... Non riconoscere la sua elezione, è non riconoscere l'Elezione del Cristo. C'è una logica implacabile». Così come c'è una missione incompiuta: quella della chiesa di Gerusalemme, composta interamente da ebrei, scomparsa nel VI secolo, e che adesso tiiifiidamente sembra fare capolino. «Potrebbe compiere, insieme con le comunità cristiane arabe, la missione affidata da Gesù ai suoi discepoli». ,

Persone citate: Gesù, Lustiger, Marie Lustiger, Popolo Eletto, Silence

Luoghi citati: Francia, Israele, Parigi