«Un atto preparatorio da non sottovalutare»

«Un atto preparatorio da non sottovalutare» IL GIORNALISTA ERA GIÀ' STATO PEDINATO LO SCORSO SETTEMBRE «Un atto preparatorio da non sottovalutare» Prudenza degli inquirenti: «Perora nessuna ipotesi di reato» Telefonate di solidarietà di Pera, Casini e del ministro Pisanu il caso Brunella Giovata MILANO MASSIMA attenzione, ma nessun allarmismo». Così parla il questore di Milano, Vincenzo Boncoraglio, dopo che mercoledì sera 1 auto del direttore del «Sole» Guido Gentili è stata seguita da una moto sospetta. Un episodio «da non sottovalutare, e che non è stato sottovalutato», tanto che ormai Gentili ha due agenti di scorta, armati, che lo seguono in tutti i suoi spostamenti. Perché quello che è successo mercoledì può essere un caso, ma può essere anche peggio: «atti preparatori», ipotizza il procuratore ag¬ giunto Pomarici, che di antiterrorismo si occupa da anni. Quella sera la Bmw blindata del direttore del «Sole» esce dal portone del giornale e se ne va in direzione di piazza della Repubblica. E' una serata normale, non fosse che per quel primo sospetto che colpisce l'agente di polizia assegnato alla tutela di Gentili. Il primo sospetto sono le facce di due persone ferme in via Lomazzo, proprio vicino all'ingresso del quotidiano. E subito dopo - sono le 21,30 - un grosso scooter con due persone a bordo - le facce nascoste dal casco - che scende dal marciapiede e si avvia dietro la Bmw. Una coincidenza, forse. 0 forse no, visto che lo scooter percorre la stessa strada, e nonostante l'autista acceleri e bruci due semafori rossi nel tentativo ai allontanare la moto, eccola rispuntare, fino all'incrocio con la via Melchiorre Gioia. Ma è solo un sospetto. Fino al ritomo in redazione, quando l'agente nota qualcosa di più, sotto la sede del «Sole». E precisamente un giovane che si sta allontanando, ma prima di farlo «fa come un cenno» d'intesa ad un uomo seduto su un'auto, che subito dopo se ne va. E' a questo punto che l'agente si preoccupa: prende la targa, dalla centrale si controlla e si risale all'uomo, che viene sentito e giustifica: «Aspettavo la mia compagna, che abita in quella strada». Vero. Ma tutta la serata di questo mercoledì 8 gennaio resta così strana da far decidere nuove cautele, e raddoppiare la scorta al direttore del «Sole». «Un episodio da non sottovalutare, e che non è stato sottovalutato», spiegava ieri mattina il capo della Digos Massimo Mazza. Nessuno ha sottovalutato niente, infatti, a partire dall'agente della scorta che ha steso la sua relazione, mettendo in fila le facce, i sospetti, gli orari. Mazza: «Ógni giudizio su quello che è avvenuto è prematuro, la valutazione è sospesa in attesa degli accertamenti», e negli accertamenti ci sono altri episodi, che oggi, alla luce dell'S gennaio, assumono un aspetto nuovo: la segnalazione fatta dallo stesso Gentili, di una persona che lo ha pedinato lo scorso settembre. E - appena dieci giorni fa - il ritrovamento di una moto rubata e con targa falsa, proprio in via Lomazzo. «Ancora non ci è stato formalmente comunicato nulla, e , commentava ieri Ferdinando Pomarici. Perché reato non c'è stato, semmai l'episodio «rientra eventualmente nei cosiddetti atti preparatori, e quindi va valutato per un'opera di prevenzione. Certo che, se è vero quanto segnalato, il fatto desta allarme, sempre ammesso che si sia trattato di una mera coincidenza». Ieri Gentili era al giornale, preso tra il lavoro e le telefonate di solidarietà che gli sono arrivate da tanti: i presidenti del Senato e della Camera, Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, i ministri dell'economia Giulio Tremonti e quello delle comunicazioni Maurizio Gasparri, il leader dell'Ulivo Rutel¬ li e il segretario della Camera del Lavoro di Milano, Panzeri. Altri messaggi gli sono arrivati dai sottosegretari Paolo Bonaiuti e Gianni Letta e dal sindaco di Milano Gabriele Albertini. Solidarietà anche dal mondo del sindacato: Guglielmo Epifani, leader della Cgil, ha detto che «la guardia va tenuta molto alta e quindi guardiamo con preoccupazione a questi avvenimenti». Luigi Angeletti, Uil, ha parlato di «ripetuti atti intimidatori di matrice terroristica». E Pezzetta: «E' ormai evidente che esiste un pericolo di una escalation del terrorismo. Gli assassini di D'Antona e Biagi sono tuttora in libertà e rappresentano una minaccia per le istituzioni democratiche. Sono mesi che lo andiamo dicendo, non bisogna sottovalutare nessun episodio». Dopo il delitto Biagi si ripropone il problema delle scorte

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