Venaria assediata dalla criminalità Cresce la paura e scatta l'allarme di Gianni Giacomino

Venaria assediata dalla criminalità Cresce la paura e scatta l'allarme PESTAGGI, ASSALTI A BAR E TABACCHERIE, PRESI DI MIRA DISTRIBUTORI DI SIGARETTE E DI BENZINA Venaria assediata dalla criminalità Cresce la paura e scatta l'allarme Gianni Giacomino VENARIA REALE Adesso in riva alla Ceronda la gente ha davvero paura. Quella che prima era «una banda di ragazzotti che tutti conoscono» si è trasformata in un allarme sociale. Perchè di notte a Venaria la caccia tra guardia e ladri non è un gioco per i bambini. E' una realtà drammatica fatta di vetrine sfondate, distributori di sigarette e per il rifornimento di benzina sradicati, macchine ripulite, pestaggi. E poi inseguimenti da formula uno tra gazzelle e auto rubate. Una sequenza di colpi che non da tregua, che spaventa. «Eccome - annuisce Alberto Alberetto, responsabile della Confesercenti e proprietario dell'Antica Tabaccheria che domenica notte si è trovato l'erogatore delle "bionde" trascinato in mezzo a via Mensa -. La sfacciataggine di questi balordi che agiscono a volto scoperto e tentano una spaccata dopo l'altra mi preoccupa sul serio. Vuol dire che non temono più nulla che non hanno nemmeno paura di rimanere rinchiusi nella cella di un carcere per degli armi». «E poi spesso provocano dei danni solo alle strutture - evidenzia Alberetto - senza arraffare dei grandi bottini, ci chiediamo perché». Già. Perché ? E' questa la domanda a cui si cerca di dare una risposta. Soprattutto i commercianti. E spunta un'ipotesi inquietante: il racket. Le bande di ragazzi che sfasciano negozi sarebbero solo il terminale operativo di un'organizzazione molto più articolata pronta in un secondo tempo a chiedere il pizzo: «O ci dai i soldi o li rimetti per pagarti i danni». Quindi il confine tra micro e macrocrirninalità sarebbe sottilissimo. Azzardato? «No gli esercenti mi hanno confessato questo timore - allarga le braccia sdegnato Giuseppe Catania il sindaco di una città che, secondo l'Osservatorio Provinciale sull'Ordine Pubblico e sulla Sicurezza, è quella con il più alto tasso di criminalità dell'hinterland torinese con 1291 reati all'anno tra rapine, furti, scippi -. Eppure, in collaborazione con i carabinieri, abbiamo intensificato i controlli». Pausa. «E sono pure aumentati gli atti criminosi - dice rassegnato boh, io dopo aver chiesto aiuto al Prefetto non so più cosa fare, questi sembrano imprendibili». Si airabbia: «Qui c'è qualcuno che non vuole che la città si trasformi, ma non ci riuscirà». Ma chi sono davvero questi ragazzi diventati il pericolo nume¬ ro uno di Venaria. «Per incontrarne alcuni basta uscire qui fuori in strada dalle 22 in poi - spiega don Marco Fracon, 35 anni, vice parroco della parrocchia di Santa Maria e membro del tavolo permanente di concertazione ideato dall'amministrazione per cercare di capire i problemi dei giovani venariesi -. Sono giovani e rappresentano un disagio "che sfugge" alla scuola, alla parrocchia, a qualsiasi istruzione. E poi agiscono con una violenza che non capisco, la verità è che manca il controllo capillare del territorio». Un controllo, fa capire qualcuno, che una volta era in mano a boss che non ci sono più. Criminali di grosso calibro, magari in soggiorno obbligato, che pretendevano «un'area tranquilla». «Adesso noi pretendiamo delle risposte - chiude Anna Celeste, titolare del caffè Borgo Antico e presidente dell'associazione Borgo Castello -. Vorremmo sapere se ci sono indagini, a che punto sono, se dobbiamo continuare a rimanere in ostaggio di questa gente». Da sinistra a destra, don Marco Fracon, viceparroco di Santa Maria, Anna Celeste, titolare di un bar, e Alberto Alberetto, della Confesercenti A Venaria cresce la paura per le azioni delle bande di teppisti

Persone citate: Alberetto, Alberto Alberetto, Anna Celeste, Giuseppe Catania, Marco Fracon

Luoghi citati: Tabaccherie, Venaria, Venaria Reale