«Nessuno crede ai nostri ritardi»
«Nessuno crede ai nostri ritardi» IL CAPO DELLA RIVOLTA «Nessuno crede ai nostri ritardi» n ufficio con la giustificazione del capotreno intervista SI alza alle 5,20 del mattino. Esce di casa alle 6 in punto. Circa venti minuti dopo è alla stazione del Lingotto: qui prende posto, se c'è, sull'Interregionale che - dopo una breve fermata a Porta Nuova - lo deposita a Milano Centrale. Anche ieri Cesare Carbonari, impiegato all'Air Iberia e leader riconosciuto del comitato spontaneo pendolari, ha cominciato la giornata in base a questi orari. E' così dal '91, tutti i giorni esclusi sabato e domenica. Per questo ci tiene a che il To-Mi funzioni. Perché quel treno, piaccia o meno, è ormai diventato parte della sua vita quotidiana: un po' casa; un po' ufficio; un po' luogo di ritrovo in cui chiacchierare e scambiarsi impressioni. Ieri l'ennesimo incidente, e la decisione di non esibire l'abbonamento al capo-treno. «Pensare che, poveretto, lui non c'entrava nulla. Del resto non è la prima volta: ci siamo persino preparati dei moduli prestampati da consegnare ogni volta che si verifica un disguido. Magra consolazione, penserà qualcuno, ma anche questo è un modo per mantenere alta l'attenzione su un problema vitale». Come vivete questi intoppi? «Male, anche se col tempo la rabbia ha ceduto il passo ad un minimo di rassegnazione. E' proprio quello che vogliamo evitare. Per due ragioni: perché continuiamo a pagare il biglietto per un servizio non sempre all'altezza e per limitare le ricadute negative di questi disagi sulla vita quotidiana». Che genere di ricadute? «Ce ne sono diverse: affaticamento, stress, corse con l'occhio fisso all'orologio... Il discorso si complica nella misura in cui coinvolge il lavoro, l'ufficio. Prendiamo i ritardi, disastrosi per chi - raggiunta Milano - deve affidare ad un mezzo pubblico il suo ingresso al posto di lavoro». Tarda il treno, tardate voi. Vallo a spiegare al capo ufficio... «Appunto. Io mi considero fortunato, anche se - non potendomi portare avanti con il lavoro - la sera mi tocca uscire dall'ufficio mezz'ora dopo per compensare il ritardo del mattino. Ho fatto presente la situazione, mi hanno capito: oggi come oggi chiedono al massimo di esibire il certificato con cui Trenitalia conferma il ritardo del convoglio. Nella stazione di Milano c'è un ufficio apposito per il rilascio di questi documenti: non le dico che andirivieni». Possibile che tutti siano elastici, come nel caso dell'azienda per cui lavora? «Infatti non è così. So di pendolari che hanno dovuto anticipare di un'ora la partenza da Torino, quindi ripiegando sul treno delle 5,50 del mattino, perché i loro superiori non volevano più sentire ragioni: nemmeno quando presentavano il giustificativo delle Ferrovie: ditemi voi se è possibile fare una vita del genere. Per questo in caso di disguidi ci rifiutiamo di presentare l'abbonamento al personale sul treno». Che dicono i controllori? «Niente. La gran parte è più imbarazzata di noi. Del resto li conosciamo quasi tutti, col tempo i più disponibili hanno finito col diventare delle vecchie conoscenze. Non fanno un mestiere facile neppure loro». Possibile che non sia cambiato nulla rispetto alle segnalazioni dei primi tempi?». «Al contrario: a me e a molti altri come me risulta che siano miglioralo parecchie cose». Per esempio? «La sera siamo riusciti ad ottenere 1.200 posti in più con l'aggiunta dell'Intercity "Gianduja" delle 18,15 da Milano e del Milano-Pinerolo delle 18,40: si tratta di una soluzione che interessa direttamente la fascia dei pendolari. Anche sul fronte della pulizia la situazione è tornata soddisfacente: si può sempre fare meglio, però...». E per venire ai punti neri? «Beh, dei ritardi abbiamo già detto, anche se il discorso chiama in causa le oggettive difficoltà di una linea unica ad alto traffico ferroviario. Un altro fronte su cui lavorare è quello dell'informazione ai passeggeri. Quanto al personale, non sempre è preparato a gestire le situazioni di emergenza: per questo chiediamo alle Ferrovie il ripristino della squadra-assistenza», [ale. mon.] «Ci siamo preparati dei moduli prestampati da consegnare ogni volta che succede un disguido»
Persone citate: Cesare Carbonari
Luoghi citati: Milano, Milano Centrale, Pinerolo, Torino
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