MINGHELLA Le confessioni del serial killer

MINGHELLA Le confessioni del serial killer iL PLURIOMiCIDA MEL RACCONTO FATTO Ai PERiTi PEI TRIBUNALE i verbali MasjrmoNuma Vita da serial killer. Infanzia e adolescenza a Genova. I primi delitti, la condanna, il carcere. Torino, la libertà, altri omicidi, di nuovo il carcere, l'evasione e la cattura. Così l'autobiografia di Maurizio Minghella, 46 anni, raccolta dai periti nel corso dei colloqui in carcere. DOPO IL CARCERE. «Lavoravo in semilibertà. Ero stato 24 anni in carcere, che storia posso raccontare? Sono accusato di omicidio, bisogna vedere perché mi sono attribuite queste colpe qua. Ho fatto pugilato. Mi hanno cacciato dalla palestra perché ho picchiato uno. Andavo a ballare. Bevevo tre bicchieri di coca e whisky. Io ho sempre lavorato onestamente... La scuola non mi piaceva... non so perché ho interrotto la scuola. Non ricordo se avevo una maestra o un maestro». E ancora: «Io non mi ricordo quelle cose: mi sono fatto 24 anni di galera. Io non riesco a parlare. Io non ho avuto una vita aperta. Sono stato in galera. Mi ricordo la data che era il 77 quando mi sono sposato. La mia ragazza si chiamava Rosy, non erano venuti figli, durante il matrimonio, prima e dopo, avevo rapporti con prostitute. Durante la semilibertà ho avuto una relazione con una ragazza. La relazione è finita. Adesso convivo con Maristella. Lavoravo al Gruppo Abele, da Don Ciotti... Da quando c'è Maristella non vado con altre donne. Mi trovo bene. Negli ultimi due anni, vita tranquilla: non ne so proprio niente di queste cose qua. Dal 78 al '95-'96 sono stato in carcere. Durante la carcerazione mi sono tagliato un paio di volte sempre negli stessi punti... Ho pensato di uccidermi, sì, di farla finita e basta e non ricordo in quale carcere. Presa una condanna così, non ti resta più niente. Le avventure mie erano con le tossiche, italiane. Le trovavo a Porta Nuova, era una cosa normale». «UN BRUCIORE ALLA TESTA». «Mi è capitato parecchie volte di avere un bruciore (indica la testa) come delle martellate, a metà del rapporto sessuale. Il bruciore è sempre uguale, anche quando mi masturbavo. C'è nervosismo perché ti devi fermare... Ho bisogno di avere orgasmo due volte al giorno. Non ho mai saltato un giorno». Ma Maurizio, dalle donne, vuole qualcosa di strano in più. «Se volevo qualcosa in più non era facile, chiedevano 50.000 lire in più. Ho come un dolore dentro l'interno della testa. Al cervello, come un tamburo... Sono svenuto un po' di volte, non so quante volte. Mi è successo un paio di volte so che è successo, non so... Non mi spaventavo quando mi veniva il dolore... Quando avevo il "battito" (alla testa), fa un po' male la testa, mi riposavo un po'. È una cosa dei giudici, non riesco a capire questa cosa qua. Ce l'hanno con me». IL DUBBIO. «Comincia a venirmi il dubbio: di avere fatto qualcosa e di non ricordarmi. Sono preoccupato. Mi diano una medicina per vedere se realmente sia stato questo: mi piacerebbe capire. Ancora adesso mi sta facendo paura, venire gli incubi alla notte. Mi è rimasta impressa questa cosa. Ma può essere? Mi ha fatto avere paura. Se ho qualcosa, se ho questo raptus. Ma se io fossi matto perché non mi succede con la mia ragazza? Avrebbero trova- to morta anche la mia ragazza. Mi ha scombinato la testa questa cosa qua. Non so se devo credere a questa signora. Cosa li abbia convinti, che io abbia fatto, sì, ammazzato prostitute. Sono qua (carcere di Cuneo). Non riesco a capire perché sono qua. Sono in isolamento. Io non ho fatto niente a Torino. Là c'era il televisore. Qui non c'è niente. Sono buttato lì sotto». In una lettera inserisce la decalcomania della «Carica dei 101» e con la freccia indica uno dei cani dalmata in fuga: «Quello sono io», scrive. L'AIDS? NON ESISTE. «Io non credo all'Aids. E' un'invenzione l'Aids. Per me quella malattia non esiste. Non credo in Dio, non credo nei santi... Io vivo giorno per giorno. Facevo due o tre canne al giorno. Bevevo coca-cola e whisky, non faceva girare la testa. A casa bevevo un litro di vino al giorno, basta che sia vino, meglio bianco. 1 nomi dei vini non li so. Bevevo il Campari. Il whisky quello con il cavallino. So che era forte, che bruciava. Con la mia ragazza il rapporto sessuale dura tanto. Con le altre facevo l'arresto a Biella presto. C'era da sbrigarsi. Loro mi dicevano di fare presto. Loro dovevano aspettare, io le pagavo». MI HANNO TRADITO. «Quando Rosy mi ha tradito ho visto e me ne sono andato... Anche Marika mi ha tradito: ero tornato a casa, non girava la chiave e lei mi ha detto di andare a prendere le sigarette. Mi sono tenuto: ma ho visto che è uscito un uomo anziano. Li ho fermati, ma non ho alzato le mani. Stella la rispetto troppo. Non si meriterebbe queste cose. La polizia ha fatto un complotto. Io il cervello ce l'ho a posto. A me non viene il raptus. È possibile che io ammazzo una persona e poi non mi ricordo? Io sono sicuro di non averlo fatto. Io non ho fatto delle rapine, a Torino, parlavano dalle parti del carcere, alle prostitute. Perché devo andare a rapinare? IL PM? LO UCCIDEREI. «Quando ero li è come se mi vedessi mio padre. Mi faceva paura. Lui picchiava mia madre di brutto. In quei momenti avrei voluto ammazzarlo. Ancora oggi ho rabbia, di non averlo ammazzato, strangolarlo, il modo migliore, con una corda, da dietro. Ho rimpianto di non averlo fatto. Era sempre ubriaco. Lui era uno "straccialo". Io da piccolo non riuscivo a ^r ^1 camminare. Lui ^fi mi metteva in un JF? angolo e mi pic¬ chiava. Io quello che mi ricordo è che picchiava mia madre... Mi sono abbandonato, non ho più forze. Prima ero 96 Kg, adesso 70 Kg, da marzo. Il giudice ha parlato a Raitre, a "Chi l'ha visto". La mia ragazza ha seguito la trasmissione e lui ha detto che ha le prove. Lui è convinto che sia io quello della morte di Motoc Tina. Ha detto che ha delle prove. È un bel duello tra lui e me. Io la condanna la prendo: ma sugli omicidi prove su di me non ce ne sono. Hanno fatto uscire il caso di Minghella. Andrò assolto negli omicidi, mi condanneranno per le rapine». ^^ Ho ucciso? ^" Sono preda di un raptus di follia? Non lo so, la notte mi assalgono gli incubi Qualcuno mi dia una di quelle medicine che fanno dire la verità Non posso essere matto se lo fossi perché alla mia ragazza non è mai accaduto nulla di male A A in tanti anni? jl ^ C^Qk Ho un rimpianto "" non aver ucciso il mio patrigno Mi ricorda il magistrato è giovane e in carriera Quello sì che volevo ammazzarlo, sognavo di strangolarlo usando una corda Ho fatto 24 anni di galera e un sacco di volte ho provato a farla finita Ma ho fallito w Maurizio Minghella ha 46 anni: 24 li ha trascorsi in carcere, dopo la condanna per una serie di delitti commessi a Genova quando era poco più d'un ragazzo MINGHELLA Le confessioni del serial killer ^r ^1 ^fi JF? La conferenza stampa dei carabiniei i dopo l'arresto a Biella

Persone citate: Don Ciotti, Maurizio Minghella, Minghella, Motoc Tina

Luoghi citati: Biella, Cuneo, Genova, Mel, Torino