I primi alpini verso l'Afghanistan

I primi alpini verso l'Afghanistan I primi alpini verso l'Afghanistan Partita l'avanguardia (35 militari) del contingente di mille uomini ROMA Comincia la missione di terra dei militari italiani di Enduring Freedom, in Afghanistan, sul fronte caldo del terrorismo intemazionale. Ieri sera è partito per Kabul l'Advanced Party, un primo team di 35 militari che avranno il compito di preparare il terreno al grosso della forza: 900-1000 soldati, con un nocciolo duro di alpini, che si schiereranno entro febbraio e saranno operativi verso la metà del mese di marzo, dopo un periodo di familiarizzazione con le altre forze della coalizione intemazionale. Dell'avanguardia fanno parte uomini delle trasmissioni, della logistica, altri specialisti e forze speciali con compiti di sicurezza. Alcuni ufficiali di staff avranno il compito di prendere i contatti con il comando Usa delle operazioni, a Bagram, la località a 60 chilometri da Kabul dove c'è il quartier generale di Enduring Freedom in Afghanistan e dove si accamperanno anche i militari italiani. Lo Stato maggiore della Difesa, che ha reso noto la partenza dell'Advanced Party, sottolinea che questo primo gruppo avrà «essenzialmente attività organizzative» finalizzate, appunto, alla realizzazione delle strutture logistiche indispensabili per il successivo dispiegamento, a partire dai primi di febbraio, del grosso del contingente. Nelle prossime settimane sarà realizzato l'accampamento, che ospiterà uomini e mezzi: ci saranno «grandi tende ad uso abitativo e tutte le dotazioni logistiche necessarie per operare nelle migliori condizioni». Per quanto riguarda l'area di azione dei miUtari italiani, questa sarà al confine con il Pakistan: una zona impervia e montuosa, dove uomini delle forze speciali («Col Moschin») e gli alpini della Brigata Taurinense avranno il compito di dare la caccia ai terroristi di Al Qaeda. Per quanto riguarda le penne nere, la scelta dovrebbe essere caduta sul Nono Reggimento di stanza all'Aquila. Il comandante è il colonnello Claudio Berto, che dovrebbe assumere anche il comando del «Battio group» italiano, mentre un ufficiale già esperto di Afghanistan (cpn tutta probabilità il generale Giorgio Battisti) dovrebbe essere il capo missione. Gli alpini del Nono Reggimen¬ to - veterani delle missioni all'estero: dal Mozambico alla Bosnia, dal Kosovo all'Albania - da mesi si stanno addestrando a una operazione «ad alto rischio». Esercitazioni in alta montagna, anche di notte, e al combattimento nei centri abitati e corpo a corpo; sessioni di tiro, training di orientamento e contro la minaccia Nbc (nucleare, batteriologica e chimica). L'equipaggiamento e l'armamento sono all'avanguardia. Tra i militari in prima linea, accanto ai commandos del Col Moschin e agli uomini del Nono Reggimento della Taurinense, potrebbero esserci anche gli alpini paracadutisti del battaglione Monte Cervino. Complessivamente, comunque, non più di 400 persone, mentre il resto del contingente tra cui gli specialisti del Genio e delle Trasmissioni - avrà compiti di supporto e logistici. Tra le altre componenti anche una di carabinieri del reggimento Tuscania, con compiti di polizia militare. Non è ancora noto se parteciperà una componente elicotteristica dell'Esercito. La missione operativa del contingente durerà sei mesi a partire dal Toa, il Transfer of authority, cioè il passaggio delle unità italiane sotto il controllo operativo del comando Usa. Il costo dell'intera missione è stato stimato in circa cento milioni di euro. [Ansa] L'intera forza italiana verrà schierata entro febbraio e diventerà operativa a metà marzo L'area d'azione sarà al confine col Pakistan Un reparto di alpini: dovranno operare in una zona impervia e definita «ad alto rischio»

Persone citate: Claudio Berto, Freedom, Giorgio Battisti, Moschin