L'Ulivo: conflitto d'interessi e tv prima delle riforme di Amedeo La Mattina

L'Ulivo: conflitto d'interessi e tv prima delle riforme RUTELLI E I SEGRETARI DELLA COALIZIONE PRESENTANO LA PROPOSTA ISTITUZIONALE L'Ulivo: conflitto d'interessi e tv prima delle riforme Compromesso nel centrosinistra sul cancellierato, ma il Polo dice subito no Amedeo La Mattina ROMA Un passo avanti e due indietro. La necessità di un compromesso tra le forze dell'Ulivo ha prodotto una proposta sulle riforme che manda in frantumi i timidi segnali di confronto tra opposizione e maggioranza, che adesso ha buon gioco per nascondere le proprie divisioni e sostenere che il dialogo è abortito. E' quello che voleva Sergio Cofferati, il convitato di pietra del vertice del centrosinistra, che ieri ha partorito una lista delle «priorità». «Prioritari - c'è scritto nel documento presentato in una con-, ferenza stampa - sono lo scioglimento formale e sostanziale del conflitto di interessi, che la legge Frattini non risolve, ma addirittura consolida; e la realizzazione di un effettivo pluralismo del sistema televisivo nonché di un trasparente pluralismo del servizio pubblico». E ancora: «Prioritario è il completamento della riforma in senso federalista della Repubblica che è radicalmente diversa dalla cosiddetta devoluzione». Questo è un «ultimatum inaccettabile», ha tuonato il capogruppo di An, La Russa. Ma è anche sul merito della forma di govemo che i due schieramenti sono tornati nelle loro trincee. L'Ulivo, infatti, prevede che al premier venga riconosciuto il potere di proporre al Capo dello Stato nomina e revoca dei ministri e lo sciogliemento anticipato del Parlamento qualora venga meno la fiducia della sua maggioranza. A meno che venga avanzata una mozione di sfiducia costruttiva coerente col mandato elettorale. E la legge elettorale? «Non è all'ordine del giorno», ha sostenuto Rutelli. La verità è che nel documento portato al vertice c'era un passaggio che confermava l'attuale sistema elettorale. Ma poi cancellato perché Udeur, Verdi e Pdci hanno chiesto di aumentare la quota propozionale. Meglio allora accantonare la questione. Del resto è stato lo stesso Rutelli a riconoscere che ci sono preferenze diverse sull'entità della quota proporzionale. «Ma tutti - ha aggiunto - hanno convenuto nel fare un passo in avanti per arrivare ad una sintesi con la quale l'Ulivo si presenta unito davanti al Paese». I commenti dalla maggioranza sono stati durissimi, tutti con la stessa conclusione: adesso il confronto è impossibile. Lo stesso portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, considerato una colomba del centrodestra, ha precisato che «il centrosinistra pensa di mascherare le sue paralizzanti divisioni inteme con un documento unitario che in realtà rivela soltanto l'impossibilità per l'Ulivo di esprimere una posizione comune di una qualche novità e pregnanza politica». Insomma, «è la classica montagna che partorisce il topolino, anzi che partorisce una serie di insulse dichiarazioni di bandiera, al limite della provocazione politica, oppure proposte di riforme che comportano un raggio di innovazione estremamente limitato e che ricalcano sostanzialmente l'esistente». Rutelli invece ha presentato il documento dell'Ulivo come la «sfida» al centrodestra che ha tirato fuori diverse proposte: «Ora vedremo se arriveranno ad una sola». Ma non sarebbe stato un segnale di disponibilità al dialogo consentire al premier di sciogliere le Camere? «La nostra posizione è coerente con la funzione di garanzia che deve avere il presidente della Repubblica», ha risposto Fassino. E il leader dei Verdi Pecoraro Scanio ha osservato che lasciare al premier solo la facoltà di proporre lo scioglimento è necessario per evitare una deriva populiste.. In ogni caso, l'Ulivo è contrario a qualsiasi forma di elezione diretta. Nel documento infatti si parla di indicazione formale del candidato premier. Tutto sembrava scorrere liscio alla conferenza stampa fino a quando ha preso la parola Marco Rizzo (Pdci). «Sono convinto che abbiaragione Cofferati: con questo governo non ci sono margini per un dialogo, ci sono macigni pesanti come il conflitto di interessi, la giustizia...». Siete tutti d'accordo? «No, non siamo tutti d'accordo!», ha risposto Enrico Boselli, A quel punto, visto che si stavano palesando pubblicamente le divisioni, Rutelli ha troncato il segretario dello Sdi: «Riassumo la posizione dell'Ulivo. È legittimo esprimere un giudizio il più critico del mondo verso questo governo. Abbiamo anche discusso della possibilità di costituzionalizzare il tema del conflitto di interessi. Rizzo si richiama a posizioni politiche che dicono beh, attenti". Siamo non attenti, attentissimi. Ma certo non rinunciamo alla nostra politica». E sventolando il documento, ha precisato che adesso la Casa delle libertà non ha più «alibi», non potrà più chiedere quali sono le proposte dell'Ulivo. Un Ulivo, questo il grido di battaglia di Rutelli, che si candida a vincere le amministrative occupandosi di «cose concrete». Il leader della Margherita blocca sul nascere i dissensi tra Rizzo (Pdci) e Boselli (Sdi) sul sistema elettorale Marco Rizzo, Arturo Parisi, Alfonso Pecoraro Scanio, Francesco Rutelli, Piero Fassino, Luciana Sbarbati, Enrico Boselli e Stefano Cusumano al vertice dell'Ulivo di ieri

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