L'ombra del racket su due incendi dolosi
L'ombra del racket su due incendi dolosi PRESI DI MIRA UN SOLARIUM E UN DEPOSITO DI LEGNA CIRIE' Le fiamme di due incendi dolosi hanno illuminato la notte di Ciriè. Qualcuno prima ha appiccato il fuoco alla porta di ingresso del Jolly Solarium, in via San Sudario 14. Poi altri piromani hanno dato alle fiamme un deposito di legna in via Battitore 15. Sia i carabinieri del nucleo radiomobile di Venaria che i vigili del fuoco di Noie e Torino, dopo aver effettuato attenti sopralluoghi, non hanno dubbi: entrambi i roghi sono dolosi. La gimkana per i pompieri inizia intorno alle 23 quando una scintilla fa esplodere una latta piena di solvente davanti alla porta di ingresso del solarium di proprietà di Antonio Brienza, a due passi da via Vittorio Emanuele nel pieno centro di Ciriè. Un'azione molto rischiosa perchè a quell'ora potrebbe passare chiunque e dare l'allarme. Le fiamme avvolgono subito l'ingresso ma vengono sedate dopo pochi minuti dai vigili del fuoco di Noie che ritrovano la latta usata per alimentare il fuoco. L'ombra del racket su due incendi dolosi Intorno a mezzanotte arriva l'ennesimo allarme al 115. Stavolta le lingue di fuoco stanno divorando una quarantina di quintali di legname accatastato sotto la tettoia di una casa di proprietà di Ottavio Gillio, in via Battitore, nei pressi della rotonda del Bennet. Lì le squadre dei pompieri di Noie e Torino devono lavorai^ Mtre due ore per circoscrivere il rogo nel quale muore pure un povero coniglietto. Anche in questo caso: gli investigatori ritengono che il rogo sia di matrice dolosa. Un'autocombustione a quattro gradi sotto zero è impensabile, mentre il corto circuito è avvenuto a causa del fuoco. Incendi strani. Ma perché? Sia il proprietario del Solarium che Ottavio Gillio hanno detto ai carabinieri di non aver mai ricevuto nessun tipo di minaccia. Intanto le indagini dei carabinieri di Ciriè e del nucleo operativo di Venaria non si fermano. Perchè, secondo qualcuno, gli incendi potrebbero essere due avvertimenti che nascondono una realtà molto più allarmante: il racket. Ig. gia.l
Persone citate: Antonio Brienza, Ottavio Gillio
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