«Non si rischiano effetti collaterali» di Daniela Daniele
«Non si rischiano effetti collaterali» IL PARERE DELL'ORDINARIO DI IGIENE ALLA SAPIENZA «Non si rischiano effetti collaterali» Fara: la terapia funziona anche nei bambini di pochi mesi intervista Daniela Daniele ROMA Ef una sperimentazione». Lo scopo: prevenire e studiare una zona dove l'incidenza di meningite è un po' più alta che nel resto d'Italia. Così l'assessore Borsani giustifica la decisione di «raccomandare» il vaccino «di nuova introduzione» per circa 10 mila bambini lombardi. «Ma non parlerei di sperimentazione», suggerisce il professor Gaetano Maria Fara, ordinario di Igiene all'Università La Sapienza di Roma. Eppure, professor Fara, così l'ha chiamata Borsani. Perché non è d'accordo? «Il vaccino è liberamente venduto e ampiamente sperimentato. E, tra l'altro, è stato registrato con la normativa europea che ne consente la vendita su tutto il territorio dell'Unione. Forse il termine sperimentazione si riferisce alla ricerca epidemiologica che s'intende fare nel Magentino». Ma si giustifica il ricorso a una vaccinazione di massa per un caso di meningite ogni centomila all'anno? «Se le Asl di competenza hanno i quattrini per farla, perché no? Le autorità sanitarie di quel territorio hanno valutato l'incidenza, per quanto bassa, tuttavia doppia rispetto al resto della Lombardia, di un batterio che colpisce raramente, ma quando lo fa uccide oppure menoma gravemente. Si può guarire dalla meningite meningococcica, ma possono rimanere lesioni permanenti». Di che genere? «Cerebrah. Il quoziente d'intelligenza può restare seriamente compromesso e, in alcuni casi, rimangono contratture muscolari e convulsioni». Così, secondo lei, hen venga il vaccino? «E' evidente che, fatti due conti, si è accertato che costa di più curare i malati e mantenere in vita i guariti con conseguenze permanenti che non offrire a ogni bambino una vaccinazione che costa intomo ai 15 euro, ma che le Asl possono avere, senz'altro, a prezzo dimezzato». Un bel colpo, comunque, per l'azienda produttrice... «Si tratta, in ogni caso, di un vaccino che non provoca effetti collaterali indesiderati, inoltre non è obbligatorio. Senz'altro si vuole fare una sperimentazione epidemiologica in una zona ad alta endemia, per dargli una "pulita"». Un'operazione di pulizia un po' costosa, soprattutto di fronte ad altre priorità nella sanità pubblica, non trova? «Costano di più i malati guariti, il doverli assistere per tutta la vita, il dover fornire loro i farmaci necessari. Non c'è dubbio. E quindi, meglio pagare una volta per tutte e dare una copertura alla popolazione». Pare che il vaccino possa essere somministrato anche a bambini molto piccoli. E' così? «Si, funziona anche nei neonati di pochi mesi». Ci sono altri vaccini contro le meningiti? «Sì. C'è l'emofilo, esavalente, che può essere somministrato a tutti. Poi il vaccino antipneumococcico, per le meningiti di tipo pneumococcico. Però, nella zona del Magentino, evidentemente, colpisce maggiormente il tipo meningococcico». Gli altri tipi di meningite? «Il tipo B, nei confronti del quale non si è ancora riusciti a produrre un vaccino perché ha antigeni comuni a quelli dell'organismo umano, ed è abbastanza diffuso, anche se meno del tipo C. Poi esiste il tipo A, per il quale si sta preparando un nuovo prodotto». Altre misure di prevenzione? «In teoria, evitare l'affollamento. Ma a scuola, non è certo possibile». E quando si scopre un caso, in una classe, che cosa si deve fare? «Una profilassi con antibiotici, perché i germi, passando dalla faringe, vengono subito annientati dall'antibiotico». Da che cosa dipende la diffusione della malattia? «L'incidenza più alta, di solito, si ha in aeree povere, ma non è legata alla mancanza d'igiene, bensì alla maggiore promiscuità». ^ÉL Costano di più ^^ i malati guariti e il doverli assistere per tutta la vita fornendo loro i farmaci E' meglio pagare una volta per tutte per immunizzare la popolazione QtH Il professor Gaetano Maria Fara
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