Arrivano i soldi e rientra la protesta dei rettori
Arrivano i soldi e rientra la protesta dei rettori IN 77 UNIVERSITÀ' SIGLATA LA TREGUA CON IL GOVERNO: «SIAMO SODDISFATTI». TREMONTI HA RECUPERATO 200 MILIONI DI EURO Arrivano i soldi e rientra la protesta dei rettori ROMA I rettori delle 77 università italiane - che si erano dimessi nei primi giomi di dicembre per protestare contro i tagli che la Finanziaria introduceva nei bilanci dei loro Atenei - ieri hanno siglato la pace con il governo e sono tornati ad esercitare pienamente il loro incarico. Il ministro dell'Economia Tremonti, infatti, era riuscito a recuperare una cifra di circa 200 milioni di euro che era stata in un primo tempo sottratta alle università e che i rettori ritenevano invece indispensabile per far fronte al «funzionamento ordinario». Quei soldi, pur in cifra non ingente, spiegò allora il presidente della Conferenza dei rettori, Piero Tosi, erano indispensabili per assicurare il noi male svolgimento della vita universitaria nelle sue incombenze più semplici (bollette telefoniche. spese di pulizia e simili), e poiché la «polpa» era stata sottratta via via negli ultimi anni, ora gli atenei erano all'«osso» e anche un «taglietto» da 200 milioni non sarebbe stato ulteriormente sopportabile. Da qui l'inedita decisione di dimettersi in massa, fin tanto che la somma non fosse stata ripristinata. Ci fu allora un forte pressing del ministro Moratti all'interno del Consiglio dei ministri, per riuscire a soddisfare l'istanza dei rettori. Quando, il 23 dicembre, la finanziaria passò con la cifra in questione regolarmente prevista, si capì che la protesta dei rettori sarebbe rientrata. Solo ieri però l'assemblea della Crui (la conferenza dei rettori delle università italiane) ha ratificato la ritrovata pace, sia pur mantenendo delle riserve sul finanziamento generale dell'università. «L'assemblea - dice infatti una nota della Crui - ha preso atto dell'attenzione che governo e parlamento hanno rivolto all'Università e alla Ricerca», anche se, precisano i Rettori, il «segnale positivo relativo al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) «non risolve la situazione di grave emergenza finan¬ ziaria delle Università, causata in larga misura dal trasferimento automatico sui bilanci degli incrementi stipendiali del personale». La Crui segnala inoltre con «rammarico» la «diminuzione di 100 milioni di euro per l'edilizia nel 2003 e l'introduzione di norme lesive dell'autonomia universitaria». Il clima tra governo e università si è comunque molto rasserenato, tant'è che i rettori «hanno preso atto con soddisfazione» del fatto che il governo, «accogliendo un ordine del giorno presentato in Senato, si è formalmente impegnato a rivedere il vigente meccanismo e apprezzano positivamente l'impegno del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Letizia Moratti, a richiedere l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio di un tavolo per la definitiva soluzione del problema, al quale parteciperà la Crui». «La Conferenza dei Rettori - dice ancora la nota - nel confermare la propria disponibilità a collaborare con il governo per raggiungere tale obiettivo, seguirà con estrema attenzione 'evoluzione del processo di revisione, affinché possa concludersi nei prossimi mesi con effetto a decorrenza immediata e, comunque, prima che siano definiti nuovi aumenti stipendiali che le Università non sarebbero altrimenti in grado di sostenere». «La tregua raggiunta tra noi e il governo - ha commentato il rettore della terza Università di Roma, Guido Fabiani - potrà essere una occasione, per aprire un serio confronto sull'Università nel suo insieme. Siamo consapevoli, infatti, che le questioni in atto sono anche altre, come il ruolo dell'Università nella società italiana, il fenomeno della fuga dei cervelli, la questione della ricerca e la revisione dei meccanismi concorsuali», [r.mas.] V V Pace fra i rettori e il governo
Persone citate: Guido Fabiani, Letizia Moratti, Moratti, Piero Tosi, Tremonti
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