Trieste sembra la Siberia: sessanta i feriti

Trieste sembra la Siberia: sessanta i feriti CAOS PER LA BORA E IL FREDDO, LA CITTA' E' DIVENTATA UN'ENORME PISTA Pi PATTINAGGIO Trieste sembra la Siberia: sessanta i feriti Il porto è fermo e il sale a certe temperature non riesce a sciogliere il ghiaccio reportage Elena Marco TRIESTE M ETTI una bufera di neve notturna e raffiche di bora a oltre 150 chilometri orari. Il risultato è una città intera ridotta a una lastra di ghiaccio, dal mare fin su, in alto, sull'altipiano carsico. Siberia? No, Italia. Più precisamente Trieste, la città più a Nordest d'Italia trasformata ieri, in questo pazzo inverno, in una non molto amena,locaHtà artica. Bastano poche ore dì neve e bora a trasformare una città in una gigantesca pista olimpionica di pattinaggio su ghiaccio? A Trieste l'effetto Combinato assicura quasi sempre un risultato perfèt¬ to. Ma ieri la situazione è precipitata, tanto da paralizzare letteralmente la città. Anche il porto era bloccato: per motivi precauzionali sono state sospese tutte le manovre delle imbarcazioni e delle navi, perché il ghiaccio ha reso impraticabili tutte le banchine e i punti d'attracco. Sessanta i feriti a fine giornata, quasi tutti lievi, finiti a terra in malo modo sacramentando contro chi, nonostante l'arrivo del gelo fosse stato previsto con precisione asburgica, non si è preoccupato di evitare un tale pandemonio. Giornata di digiuno, o quasi, in un ospedale di città nel quale, a causa del gelo, prima colazione e pranzo sono stati sostituiti con scatolame di primo conforto. Gromata senza bus e mezzi pubblici usciti dal deposi- to senza catene, poi rientrati, poi riusciti mentre fuori, alle fermate, la gente è rimasta a battere i denti per ore. Giornata da dimenticare per decine di Tir e di mezzi pesanti rimasti sul raccordo autostradale della città sulla corsia che collega l'autostrada A4 Venezia-Trieste con il capoluogo giuliano e i valichi di confine con la Slovenia. Giornata nera anche per le ferrovie, visto che il gelo ha bloccato gli scambi e i treni sono partiti, fermati, e ripartiti provocando ritardi, confusione, pasticci. A buttare acqua sul fuoco delle polemiche ci ha pensato a pomeriggio inoltrato il sindaco forzista Roberto Dipiazza. Vista la malapartita ha chiesto «scusa ai cittadini» per i disagi causati dal maltempo. Ha parlato di una bufera di neve e bora che «è stata sicuramente eccezionale». Poi ha fatto mea culpa ammettendo che «ci sono state anche inefficienze nel piano di emergenza», in «parte determinatev anche dalle due giornate festive di dome¬ nica e lunedì». Con questo ghiaccio - ha concluso Dipiazza - «puoi fare tutti i piani del mondo, mettendo anche tutti gli errori del mondo perché nessuno è perfetto», ma «non puoi superare le difficoltà create dai colli e dalle salite». Alle parole cosparse di cenere del primo cittadino hanno fatto eco quelle dell'assessore comunale Maurizio Bucci, nel corso dì una conferenza stampa sull'emergenza neve organizzata su due piedi per spiegare che cosa è successo e soprattutto che cosa non ha funzionato: «La chimica non è un'opinione: il sale non funziona a tutte le temperature - ha detto Bucci - E poi Trieste ha solo 4 mezzi spargisale: che cosa possiamo fare? Era dal 1987 che non si vedeva una cosa del genere». Il resto della conferenza stampa è stato uno snocciolare di numeri: quattro spargisale in azione, cinque spazzaneve, strade chiuse, scuole semiaperte e così via. Oggi intanto è un altro-1 giorno. Chissà come scivolerà via. Il sindaco di Trieste ha chiesto scusa ai cittadini per i disagi causati dal maltempo

Persone citate: Bucci, Dipiazza, Maurizio Bucci, Roberto Dipiazza