Castelli attacca il Csm protestano i membri togati di Guido Ruotolo
Castelli attacca il Csm protestano i membri togati DI NUOVO SCINTILLE PER IL CASO GALIZZI, NOMINATO PROCURATORE A BERGAMO DOVE IL FRATELLO E PRESIDENTE DI TRIBUNALE Castelli attacca il Csm protestano i membri togati il ministro: certe nomine del Consiglio Superiore viziate da incompatibilità Guido Ruotolo ROMA Siamo alla fase del riscaldamento, le squadre stanno per scendere in campo. L'apertura dell'anno giudiziario è ormai alle porte, il 13 gennaio, ma la partita vera inizierà dopo, quando U Parlamento tornerà ad occuparsi delle riforme della giustizia. E le squadic in campo in realtà sono tre: maggioranza, opposizione e magistrati. Il Guardasigilli Castelli, il capitano del governo, intanto continua a punzecchiare gli avversari. Dopo avere, l'altro giomo, attaccato i magistrati che si presenteranno con la Costituzione in mano all'apertura dell'anno giudiziario e bocciato la proposta d'indulto, dichiarandosi favorevole all'amnistia, ieri, sulla «Padania», l'organo di stampa del suo partito, la Lega Nord, ha sparato a zero contro il («vecchio») Csm, colpevole di aver proposto, come procuratore di Bergamo, Adriano Galizzi, il cui fratello è già presidente di sezione presso il tribunale della stessa città. Membri dell'attuale Csm polemizzano con il Guardasigilli mentre dall'opposizione viene criticata l'ipotesi di amni- stia in contrapposizione all'indulto. «La passata consigliatura del Csm - ha dichiarato Castelli a "La Padania" - era ferocemente contro di me, ha quindi inteso intraprendere una prova di forza senza valutare minimamente le fondate motivazioni che mi hanno spinto a negare la firma della nomina». La vicenda Galizzi è finita alla Corte costituzionale, avendo l'attuale Csm sollevato un conflitto di attribuzioni. Ieri, due consiglieri togati di palazzo dei Marescialli, Giuseppe Salme ed Francesco Menditto (Md-Movimenti), hanno replicato al ministro: «In questi ;iomi in cui tanti alimentano nel'opinione pubblica la convinzione che i magistrati violino le leggi e la Costituzione, così aumentando intollerabilmente la sfiducia nella giustizia, occorre ricordare che il Csm si è dovuto rivolgere alla Consulta per ottenere il rispetto della Costituzio¬ ne. Che, all'articolo 105, stabilisce che l'opportunità o meno di nominare i dmgenti degli uffici spetta al Csm». Il ministro Castelli, comunque, si è impegnato a portare avanti la battaglia per il «principio dell'incompatibilità»: «Figli avvocati nel tribunale dove il padre è giudice, marito e moglie che lavorano nello stesso ufficio giudiziario. Basta. I magistrati devono sottostare alla legge, pro¬ prio come tutti gli altri cittadini». Il laico diessino. Luigi Berlinguer, ricorda che «il Csm sta valutando persino di aggiornare la normativa interna sulle incompatibilità». Scaramucce, pretattiche primd della partita. Anche sulla questione del provvedimento di clemenza per i detenuti, che pure sembra accogliere consensi di un'ampia maggioranza parlamentare, il Guardasigilli Castelli è bastian contrario. Il 16 gennaio alla Camera inizia il conto alla rovescia per l'indultino e poi l'indulto. Castelli dice di preferire l'amnistia. I *erdi e Rifondazione (Boato e Russo Spena) suggeriscono al ministro di non mettere in alternativa i due provvedimenti, amnistia e indulto. Polemizzano invece la Margherita e i Ds. Scendono in campo i responsabili Giustizia. Giuseppe Fanfani, Margherita: «E' davvero ridicolo questo balletto di prese di posizione. Dopo le aperture di Fini e di Berlusconi sull'indulto arriva adesso la bocciatura del ministro Castelli, che lo ritiene mutile e dannoso. Non ha senso riproporre oggi l'amnistia». Anna Finocchiaro, responsabile Giustizia dei Ds, bolla il ministro: «Se si vuole liberare i magistrati dagli arretrati. Castelli pensi a far funzionare gli uffici, a indire i concorsi per uditori, ad assumere personale piuttosto che a sguarnirli ulteriormente. Per quanto mi riguarda, sono favorevole a fare insieme indulto e amnistia esclusi ovviamente reati di corruzione e concussione e quelli di più grave allarme sociale». E sull'accoppiata indulto e amnistia sono favorevoli anche il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, e il deputato di Forza Italia, Nitto Palma: «L'indulto servirebbe a svuotare le carceri - spiega Palma l'amnistia a ridurre il carico di lavoro dei magistrati». Chiosa Pecorella: «Sarebbe iniquo cancellare i reati, con l'amnistia, per chi non è stato giudicato e non ridurre la pena, con l'indulto, a chi, per la celerità di certi processi, lo è già stato». Roberto Castelli, ministro leghista alla Giustìzia
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