Saranno famosi: come Rushdie & C.

Saranno famosi: come Rushdie & C. LA RIVISTA PROVA A INDOVINARE IL FUTURO DELLA LETTERATURA ANGLOSASSONE: NELL'83 E NEL '93 AVEVA VISTO GIUSTO Saranno famosi: come Rushdie & C. bestseller del prossimo decennio secondo «Granta» Jacopo lacoboni LA prima volta, era il 1983, prese alcuni sconosciuti di nome Salman Rushdie, Kazuo Ishiguro e lan McEwan e vaticinò: «Saranno famosi». Quelli, neanche fossero in un musical, lo diventarono. Vent'anni dopo ci riprova: prende alcuni semi-sconosciuti trenta-trentacinquenni (a volte anche poco più che ventenni) e vaticina. Il musical prevede un sequel? È una grana, per un «artista da giovane», finire su Granta. Finirci, cioè, nella classifica decennale dei migliori scrittori giovani inglesi che la rivista compila da vent'anni: può lanciarti oppure «gufarti». Quella che va in edicola nel prossimo numero, aprile 2003, è la terza edizione. Nell'SS, oltre a Rushdie-IshiguroMcEwan, Granta previde il successo di Julian Barnes, Martin Amis, Pat Barker, Graham Swift: se i suoi critici avessero scommesso sui diritti, bingo, adesso sarebbero ricchi. Nel '93, e fu meno fortunata, imbroccò in ogni caso nomi che sarebbero finiti sulle copertine del New Yorker e sulle locandine hoollywoodiane: Hanif Kureishi, ormai una celebrità, con le sue storie di quarantenni soli e incapaci di farsi quadrare la vita e con libri che puntualmente diventano film (l'ultimo, Nell'intimità, ha vinto l'Orso al Festival di Berlino); l'anglonigeriano Ben Qkri; il divertentissimo Will Self quello di Misto maschio - più alcuni meno diffusi ma comunque di culto, tipo Helen Simpson e Jeanette Winterson. E nel 2003? Se prendete la selezione estratta dalla giuria composta da lan Jack, editor di Granta, Robert McCrum, critico dell'Observer, Hilary Mantel, scrittrice, Nicholas Cloe, editor di Bookseller, Alex Clark, editor di fiction del Guardian e della London Review of Books, potrete tirare due-tre somme, cosi, per gioco. Potrete constatare che l'Inghilterra s'è fatta ancor più multietnica e global; che le donne adesso sono otto, vent'anni fa erano quattro; che questi video-trentenni hanno spesso un sito Internet personale sul quale hanno pubblicato le prime cose; che hanno facce da pubblicità, doppie chiavi (mettiamo: mamma a Berlino, papà a Londra) e (troppo?) spesso un master in «creative writing» a Ox-bridge, oltre a prediligere, come i nonni minimalisti, la formaracconto. Non sembra, salvo eccezioni, facciano stravizi come i padri: poi magari sono serial killer. Gli unici due ad aver già sicura fama internazionale sono Alan Warner e Zadie Smith. Il primo è uno scozzese classe 1964 che ha esordito, tra l'altro, con un romanzo acido come Rave Girl, la storia di una tipa che si strafa di pasticche, si sconvolge nei rave, passa la vita a fottere gli altri per trovare, infine, un'allucinata verità. Per sua ammissione, prima di conoscere la fama Warner aveva conosciuto per lo più i doppi bourbon: oggi una quarta di coperlina potrebbe descriverlo con frasi come «ha svolato le magagne del miracolo New Labour, un Regno Unito tetro e apatico visto dalle Highlands». La seconda, Zadie Smith, è un'anglogiamaicana nata nel '75 che nel Duemila ha scritto Denti bianchi, racconto della Londra multireligiosa anni Settanta-Oltanla, vista dalla parte di quegli immigrati di prima e seconda generazione ancora adesso in bilico, integrazione o nostalgia. Il resto, nella selezione di Granta, è frutto di una discreta passione per l'anticipazione, e di un gusto chicchettone per la stranezza. Ci vuole fegato, per esempio, per proporre un ragazzo del 1978, Adam Thirlwell, il cui primo romanzo, Politics, uscirà solo quest'anno (alla faccia del titolo, racconta di un ménage-à-trois sexissimo). Il suo agente lo sponsorizzava come «un incrocio tra Milan Kundera e Woody Alien»; nonostante questo, è riuscito a entrare nella rosa. Ci vuole senso del brivido per suggerire David Peace, del '67, nato nello Yorkshire e cosi ossessionato dai suoi incubi di bambino (chi ha avuto una fidanzata inglese potrebbe aver sentito la leggenda dello «Squartatore dello Yorkshire») da farne sfondo 'sistematico delle sue storie noir intitolate Quartetto. E deve funzionare Pobby and Dingan, storia di ragazzi dal background australiano, se è bastato questo libro, definito «meraviglioso», a far inserire in lista il trentenne Ben Rice. Altre scelte sono più a colpo sicuro. Tutti i giurati si sono appassionati a Fingersmith di Sarah Waters, romanzone dickensiano nella Londra del diciannovesimo secolo: alcuni dicono di averlo letto in due notti a dispetto della mole. Alison Louise Kennedy compare per la seconda volta in una classifica della rivista, «e se qualcuno è una certezza lei lo è», dice uno dei critici, McCrum: se vi capila in un viaggio prendete il suo esordio, Now That you are back (o magari andate sul suo silo www.a-1-kennedy.co.uk). Il fantasmatico David Milchell potrebbe vincere il Booker Prize con numberBdream. Rachel Seiffert, madre tedesca e papà australiano, ha tirato giù le persiane nella sua Dark room, e se vi piacciono i posti bui questo lo è. Ci sarebbero altri nomi, Monica Ali e un Bangladesh antiretorico, Dan Rhodes e la vita di un cane in Italia, Susan Eldrkin k un'Arizona con occhio brilish, Hari Kunzru che parla di razza ma (dicono) «sa far ridere», David Milchell e un'epica moderna del Giappone, Robert McLiam Wilson con le vite suonate di Belfast... Eppure, dice Jack, «è difficile, come lo era nell'83, parlare di una generazione di scrittori: anche allora Ishiguro non era come Martin Amis, e Rushdie non è come nessuno, eccetto forse Marquez». Esagerazioni a parte, se ne riparla tra dieci anni. GLI EMERSI \ Salman Rushdie: L'autore dei l/ers/satan/c/ediFuriafu inserito nella lista «Best ofYoungBritish Novelists» di Granfa nel 1983 lan McEwan, autore di Amsterdam (BookerPrizener98), e Espiazione: anche lui «scoperto» da Granta nel 1983 Hanif Kureishi: anglopakistano, entrò nella selezione 1993. Ha scritto My beautiful laundrette e Intimacy, entrambi portati sul grande schermo GLI EMERGENTI Con Alan Warner e Zadie Smith, segnalati l'inedito Adam Thirlwell, la dickensiana Sarah Waters, l'ossessionato David Peace Alan Warner, scozzese, classe 1964: è uno dei nomi noti nella lista del 2003, il suo Rave g/W è già stato tradotto in diversi paesi Rachel Seiffert: 32 anni, madre tedesca e padre australiano, ha conquistato la giuria di Granfa con il romanzo Dark room Zadie Smith, anglogiamaicana nata a Londra nel 1975: il suo romanzo d'esordio, Denti bianchi, è pubblicato in Italia da Mondadori