Sette intossicati dall'ossido di carbonio di Patrizio Romano
Sette intossicati dall'ossido di carbonio I MALORI SONO INIZIATI APPENA FINITO IL PRANZO, LA SALVEZZA E' VENUTA GRAZIE ALL'INTERVENTO DEL 118 Sette intossicati dall'ossido di carbonio Rivoli: un boiler difettoso rischia di sterminare una famiglia Patrizio Romano RIVOLI «Se fosse successo di notte non sarei qui a raccontare: io e i miei genitori saremmo passati dal sonno alla morte senza accorgercene». Franco Spanu parla guardando il boiler-killer, che il pomeriggio di domenica scorsa per poco non uccideva la sua famiglia. In via Adamello 15, a Rivoli, si è sfiorata la tragedia. Sette persone, infatti, hanno rischiato la vita per un'intossicazione da monossido di carbonio. A casa dei nonni Rinaldo Spanu, 73 anni, e Maria Luisa Contini, di 60, domenica c'erano la figlia Anna, di 36, con i tre nipotini di 9,8 e 6 anni, e suo fratello Mario di 31. «Mancavamo solo io e mio cognato - dice Franco -, poi c'eravamo proprio tutti all'appuntamento con la morte». Doveva essere un pranzo in famiglia. Quasi un anticipo della Befana. Ma appena finito di mangiare, mentre erano ancora seduti in cucina, vicino al boiler difettoso, iniziano i malori. «Mia mamma è svenuta per una decina di minuti - racconta Franco -. E quando si è ripresa mi ha telefonato, chiedendo di venirla a prendere per portarla in ospedale». Ma subito dopo stanno male tutti: il fratello Mario e papà Rinaldo. E anche i bambini accusano nausea e forti giramenti di testa. Fuori, però, fa troppo freddo' e nessuno pensa di aprire la finestra. «Per fortuna mia mamma ha chiamato il 118, senza aspettare il nostro arrivo da Borgone, dove ero con mio cognato - ammette Franco -. Sennò, chissà cosa sarebbe successo». Al secondo piano delle case popolari di via Adamello arrivano le ambulanze e anche una pattuglia degli agenti del commissariato di Rivoli. «L'ambiente era saturo di monossido» ricorda uno dei sanita¬ ri. Aprono tutte le finestre, e portano subito la famiglia Spanu all'ospedale rivolese. Dagli esami del sangue emerge che il tasso di intossicazione è così alto da richiedere l'uso di una camera iperbarica. E per questo vengono trasferiti all'Otip di Torino, dove c'è l'iperbarica. Infine, il ricovero: le donne e i bambini a Rivoli, padre e figlio al San Luigi di Orbassano. Intanto anche gli agenti di polizia e i sanitari del 118 accusano i sintomi dell'intossicazione e vengono curati al Pronto soccorso di Rivoli. «Doveva esserci un odore terribile a casa - spiega il giorno dopo Franco -. Quando siamo arrivati io e mio cognato, i miei erano già in ospedale, ma in cucina si sentiva ancora la puzza di gas. Pensare che c'erano le finestre spalancate... e faceva un freddo». Ora può scherzarci su. Ora che il pericolo è passato e i suoi stanno per tornare a casa. «No, qui non ci stiamo - dichiara -. Andremo qualche giorno da mia sorella, fino a quando non sostituiscono la caldaia». Perché il boiler-killer fa ancora paura, anche se è stato spento e reso inoffensivo. Con tanto di sigilli della Questura.
Persone citate: Franco Spanu, Maria Luisa Contini, Rinaldo Spanu, Spanu
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