«All'Idm il tuo pensiero è annullato e manipolato» di Massimo Numa

«All'Idm il tuo pensiero è annullato e manipolato» IL «PENTITO» «All'Idm il tuo pensiero è annullato e manipolato» Ha lasciato l'Istituto dopo averci lavorato per 13 anni: «Statene alla larga» intervista Massimo Numa Luciano Penco è l'uomo che un giorno ha deciso di raccontare alla polizia i segreti dell'Idm. Ha 39 anni, ha scritto un libro di aforismi, la sua biblioteca è ricca di testi esoterici e di studi scientifici sul ruolo e la fisionomia delle sette e delle associazioni New Age. Questa è l'intervista. Come e quando entrò all'Idm Seguii il primo corso di FD nel lontano settembre '86 e mi allontanai dall'Idra, dopo lunghe riflessioni e ripensamenti, nel febbraio del 1999. Ci può spiegare le ragioni del suo incontro con l'Idm? Avevo dei grossi problemi familiari di base, poi, proprio in quel periodo, era finita una storia con una ragazza. Insomma, ero solo, aveva bisogno di aiuto. Mi imbattei nell'Idra, c'era gente che mi accoglieva con apparente benevolenza... Ha svolto un ruolo attivo? Sì. Dopo sei anni di frequentazione come cliente, ho cominciato a collaborare come segretario, alla reception e facevo il centralinista. Dopo il settore editoriale. Perchè definisce l'Idm una setta? Intanto è un'organizzazione piramidale, con fini di lucro, dove al vertice c'è un leader incontrastato che decide per tutti. All'Idra decideva una persona sola, almeno sino a quando ci sono stato io, e cioè il presidente Franco Cessina; quindi dominava una filosofia di base che andava accettata come una verità assoluta, che non tollerava manifestazioni di dissenso e . che imponeva precisi modelli coraportaraentali e di pensiero. Il tuo pensiero originale veniva progressivamente annullato e manipolato, fino a renderlo omogeneo a quello della filosofia di base, improntata al successo e al servizio. Quindi la parte confessionale: ti veniva affiancato un consulente, venivi ripetutamente stimolato, mascherando tutto questo da terapia, a confessare ogni cosa di te per migliorare i tuoi risultati; compresi gli errori commessi, le tue riflessioni più segrete. Questo serviva a carpire i tuoi punti deboli per venderti ulteriori corsi, per tenerti sotto controllo. Al di là di tutte le apparenti manifestazio- ni di considerazione e benevolenza. È questo che ti fregava, che mi ha fregato: ci metti un bel po' ad accorgertene. Qgni perplessità la interpreti come una tua carenza, una tua deficienza, non come un'incongruenza fra quel che ti viene proposto e quello che avviene nel a realtà. Infine l'indottrinamento, l'obbedienza, il frazionamento delle informazioni, il pensiero positivo, la totale assenza del consenso informato. È difficile definire una setta in quattro parole... E lei decide di andarsene. Sì, appunto dopo due anni di sofferenze. C'è sempre e comunque il rischio di disintegrare un mondo che ti sei faticosamente costruito con gli anni, dei rapporti di lavoro e di amicizia, degli affetti... Ma che succede ai fuoriusciti? Vieni semplicemente cancellato dall'IDM, non esisti più. Non vengono spiegate a nessuno le ragioni dell'allontanamento. Viene detto a chi è ancora "all'interno" della setta di non frequentarla più, in certi casi questo viene loro addirittura proibito, pena il loro allontanamento. È realmente accaduto, nel mio caso, con una mia amica. Sei cancellato dagli archivi, rientri immediatamente nel novero dei "traditori". All'interno di una setta, dopo un iniziale periodo di benessere, ti viene progressiva¬ mente inoculato un sottile e permanente senso di colpa per gli errori commessi, errori che sono anche minimi ma che vengono ingigantiti a dismisura. E poi, sempre progressivamente, ti viene sottratta l'autostima attraverso un gioco di premi s punizioni molto sottile: sei meritevole Se ti conformi alle direttive, sei deprecabile se manifesti opinioni contrarie. Poi ho deciso di raccontare tutto. Suicidi. Lei sapeva che alcuni dei frequentatori erano morti in modo tragico? Non subito. Mi dicevano di depennare dei nomi dall'archivio. Dopo però venivo a sapere che si erano suicidati, che erano morti o avevano "tradito la causa". Ne rimanevo scosso. E della morte di Savino T. a Villa Brea, seppe qualcosa? Sì. Mi raccontarono che si era sentito male durante gli esercizi di preparazione al corso di pirobazia, esercizi fisici. Quel corso, nonostante tutto, venne portato a termine, gli venne addirittura dedicato. Anche questo mi scosse, lo considerai una strumentalizzazione di un evento drammatico. Perchè lei, dopo tanti anni, ha deciso di uscire alla scoperto e di raccontare cosa avveniva all'interno del¬ l'Idra? Vorrei informare quelle persone che si rivolgono a sconosciuti, nel mio caso all'Idm, abbagliati dalla promessa di cambiare la propria dopo soltanto qualche corso, pagando somme ingenti e magari mettendo a disposizione tempo ed energie. E voglio precisare che non nutro risentimento per l'Idm. Magia ed esoterismo: lei partecipava alle cerimonie rituali? «Certo. Cassine e altri istruttori e consulenti si vestivano da sacerdoti druidi indossando una specie di tonaca bianca, recitando invocazioni, distribuendo comunioni di bacche di vischio, facendo saltare ritualmente un fuoco in cui si bruciavano le erbe. Si andava tutti in giro per il bosco con una corona di felci in tèsta. Qra sorrido. Allora ci credevo. Adesso ha paura? No, non ho paura. Mi stupisco, piuttosto, di avere ancora "dentro" una radice della "filosofia" assorbita in quei dodici anni trascorsi all'Idra: guardate bene oltre le apparenze. Le scorciatoie non conducono molto lontano, non esiste una verità assoluta: esiste solo chi non ha remore ad approfittare delle altrui vulnerabilità. Ed è qualcosa che mi fa stare ancoramele. «Vieni affiancato da un consulente e indotto a confessare ogni cosa di te, compresi errori e riflessioni più segrete Così diventi ricattabile» «Quando seppi che alcuni si erano uccisi ne rimasi sconvolto Provai a chiedere informazioni anche allora, senza risultato»

Persone citate: Luciano Penco, Savino T., Villa Brea