La rabbia di Ferrante «Mi sento un esiliato»

La rabbia di Ferrante «Mi sento un esiliato» L'ATTACCANTE GRANATA POLEMIZZA CON LE SCELTE TECNICHE. SABATO A EMPOLI LA NUOVA PUNTATA DI UNA ROTTURA ORMAI INEVITABILE La rabbia di Ferrante «Mi sento un esiliato» Il bomber replica allo sfogo di Ulivieri: «Mi fa giocare part-time Il rigore? Ero affaticato». Mezzano: «Marco ha preso il pallone in mano e mi ha trascinato sul dischetto, avevo il cuore in gola» Claudio Giacchino TORINO Seduto alla scrivania, in sala stampa, Ulivieri sta monologando da dieci minuti con voce tranquilla, esplode quando arriva la seconda domanda sul Ferrante utilizzato part-time, risponde urlando «Eh, no, questo lo ha appena chiesto il tuo collega, io ho già spiegato». Urla ancora per poi subito scusarsi «Insomma, capitemi, sono agitato, incazzato perché qui non si vince mai». Lo sfogo del tecnico che in 73 giorni al Toro ha vissuto da trionfatore un solo post-partita (quello con il Bologna) vola fuori dalla sala, raggiunge il capannello di taccuini, microfoni e telecamere attorno a Ferrante. L'attaccante, che è appena salito dagli spogliatoi, ascolla la voce del Renzaccio, abbozza un sorriso, dice: «Così, alla cieca, credo che il mister stia gridando per me, di sicuro discute sul sottoscritto». L'ironia si volge in sarcasmo quando gli dicono «Hai ragione, Ulivieri sta rispondendo a domande sul tuo impiego pan timo». Il centravanti pari lime ridacchia: «Visto? Se lui alza la voce significa che l'argomento sono io». Insomma, siamo alle solite. Marco è destinato sempre a dividere gli animi: rimpianto quando è assente, contestato e/o esaltato appena viene spedilo in campo. Anche adesso che non «vede» più la porta avendo segnato in questo campionato solo due gol di cui uno su rigore. Comunque, contro V Atalanta ha iniziato alla grande: sicuramente era sospinto dalla furia, dalla rabbia per la nuova panchina subita per metà tempo. O no? Ferrante respùa a fondo, allarga le braccia nel classico gesto del «E che devo dirvi?», dichiara: «Tre esclusioni di fila non possono certo rallegrarmi, non era mai accaduto da quando sono in granata, in sette anni con questa maglia ho fatto qualcosa d'importante. Sono un professionista e dunque non faccio polemiche, mi adeguo, obbedisco all'allenatore». E lui, Ulivieri, eccolo uscire dalla sala stampa: lambisce il mucchio medialico attorno all'attaccante, imbocca la scala che scende agli spogliatoi, il bomber del tempo che fu sta dicendo: «Bisogna rischiare di più, ormai i pareggi a che servono? Questo è una mezza sconfitta». Insomma, vorrebbe giocare a tempo pieno a fianco di Lucarelli. Però, il tecnico ha appena detto che non si può, che è formula raramente proponibile. La rephca ferrantiana è uno scotimento di testa, un sospiro: «Io sono uno dei giocatori, rispetto le scelte di Ulivieri». Da come lo soffia, parrebbe il contrario, vabbè, procediamo... E, Ferrante procede: «1 numeri raccontano che con Mondonico, tre campionati fa, realizzai 18 gol giocando sempre là davanti, appoggiato sulle ali da Sommese e Dentini. Se poi si vuole dimenticare la storia, allora, dimentichiamola pure». I cronisti insistono: «Quindi, secondo lei, è una baggianata escluderla e lasciare Lucarelli isolato?». La risposta è secca: «Uffa, l'ho appena detto, sono uno che deve fare gol, mica vorrete che faccia anche la formazione. A ogni modo, ribadisco che occorre rischiare di più altrimenti si affonda». Marco si congeda raccontando il gran rifiuto sul rigore. «Il fallo di Siviglia era netto e sulla linea dell'area, quindi dentro: bravo l'arbitro a vedere. Avevo le gambe grosse, ossia ero affaticato (ma come, dopo soli 14 minuti in campo? ndr) e così, anche se l'allenatore aveva stabilito che dovessi andare io sul dischetto, ho deciso che non era il caso e ho ordinato a Mezzano, il nostro terzo rigorista, di calciare. Ho avuto paura che lo sbagliasse, ve l'immaginate come si sarebbe arrabbiato Ulivieri e che cosa avrei poi dovuto sentirmi da lui? Siccome, quando ci sono di mezzo io, urla sempre...Per fortuna che Luca è rimasto freddo e ha fatto l'I-l che resta un mezzo fallimento». Ed eccolo l'autore del gol granata che racconta gli alluni susseguenti al fischio dell'arbitro: «Sì, è stato Ferrante a decidere tutto. Lui mi ha preso e mi letteralmente spinto verso il dischetto. Aveva le gambe gonfie, gli facevano male e non se la sentiva. Così mi è venuto a cercare e mi ha trascinato con il pallone in mano: vai tu Luca, mi ha detto, e io sono andato con il cuore in gola». Prende fiato, e fa anche autocritica: «L'ho tirato male, ammetto. Ho fatto meglio in Intertoto contro il Villarreal, ma ero emozionatissimo, sia per la responsabilità, sia perché Taibi è uno specialista nei tiri dagli undici metri. Comunque è andata bene: poca roba, servirà almeno per il morale». «I numeri raccontano che con Mondonico tre campionati fa realizzai 18 gol con Sommese e Lentini Ma se si vuole dimenticare la storia dimentichiamola pure» Ferrante e il rigore. «Ve l'immaginate Ulivieri cosa mi avrebbe detto se Mezzano (nella foto) avesse sbagliato?»

Luoghi citati: Empoli, Mezzano, Siviglia, Torino