Noseda e la carica dei giovani maestri di Sandro Cappelletto

Noseda e la carica dei giovani maestri IL DIRETTORE MILANESE FRA PIETROBURGO E MANCHESTER Noseda e la carica dei giovani maestri Sandro Cappelletto ROMA La musica sta vivendo un periodo di ricambio generazionale. Nuovi interpreti, direttori s solisti, chiedono visibilità, attenzione. E la ottengono, sia per meriti reali, sia per il bisogno, del pubblico e dei media, di riconoscersi in nuove personalità, di sceglierle e amarle. Gianandrea Noseda, milanese, 38 anni, è un direttore di vivissima energia, entusiasta di conoscere e sperimentare, consapevole che spetta a lui e ai suoi coetanei «vincere la sfida decisiva, portare la nostra musica, le emozioni, la verità che sa dare a un pubblico più vasto e più giovane. Una responsabilità che sento sulla pelle, come molti colleghi». Ama dirigere le orchestre giovanili, perché é «convinto che ogni orchestrale saprà trasmettere agli amici il proprio piacere di suonare, li contagerà». ASan Pietroburgo, dove Valeri] Gergiev lo ha chiamato come principale direttore ospite, come a Manchester, dove dirige l'orchestra della BBC, tiene concerti nelle Università, esperienza che intende proporre anche in Italia. Incontriamo il maestro a Roma, dove è impegnato per ire concerti - ultima replica oggi - all'Auditorum di Santa Cecilia.In programma il «Concerto per corno», novità per Mta"ia di Oliver Knussen, cinquantenne compositore inglese di abilissma mano, elegante e sensibile al richiamo della comunicazione; poi due lavori di Robert Schumann: il brano da concerto per orchestra e quattro corni solisti (bravissimi: Radovan Vlaktovic, Simone Baroncini, Salvatore Accardi, Arcangelo Losavio) e la Seconda Sinfonia, che Noseda interpreta Gianandrea Noseda con costante tensione, con una sonorità aspra, nervosa, affascinato dalle tensioni visionarie che contraddistinguono il grande compositore. Da due anni lei è direttore artistico del Festival di Stresa. Che margini di nuova creatività esistono? «Bisogna fare le cose che si sentono; se credi in un autore, in un progetto, riesci a coinvolgere molte energie. Fantasia, passione, impegno; in Russia ho imparato che puoi chiedere e ottenere moltissimo, dai musicisti e dal pubblico; però devi chiedere altrettanto a te stesso». A Stresa ogni anno l'Orchestra Nazionale Rai di Torino terrà un concerto con un brano di un compositore contemporaneo, scelto attraverso un concorso. Lei ha già diretto questa orchestra e conosce bene la «cugina)) inglese di Manchester... «La BBC ha quattro orchestre, trasmette tutti i loro concerti in diretta radiofonica e molti nei suoi canali tv. Hai l'impressione di un'azienda che difende la musica e di un'orchestra che sente la propria appartenenza a quella azienda. L'Orchestra Rai di Torino è diventata eccellente, è una punta di diamante; non so quanto questa qualità venga compresa e sostenuta. Ma i\ miglioramento artistico lo percepisci in molte orchestre italiane». Lei ha iniziato come pianista. Poi, dieci anni fa, la scelta del podio. Perché? «Mi sono trovato a fare con naturalezza, con uno sforzo relativo, dei gesti e delle scelte che per me fuzionavano. Ho partecipato, con incoscienza, a tre concorsi, ne ho vinti due, non avevo più scampo». Gianandrea Noseda