«Non basta guardarla, devono capirla» di Gigi Padovani

«Non basta guardarla, devono capirla» L'ESPONENTE DI FORZA ITALIA RINCARA LA DOSE E LANCIA UNA PROPOSTA ORGANICA CHE SUPERERÀ' IL PROGETTO DEL GUARDASIGILLI «Non basta guardarla, devono capirla» Taormina: e con la Cirami abbiamo perso troppo tempo intervista Gigi Padovani ■ MAGISTRATI con la Costituzione sotto il braccio all'inaugurazione dell'anno giudiziario? «Iniziativa improvvida». Il ministro Castelli consiglia alle toghe di andarsela a leggere?. Lui rincara: «Ma dovrebbero anche capirla...». La Cirami? «Abbiamo perso tempo, si deve fare la vera riforma della giustizia, ora». Le riforme? «Invece di parlare tanto di presidenzialismo, che ormai gli italiani hanno acquisito, facciamo quello che interessa i cittadini, cambiamo la giustizia». Carlo Taormina, avvocato, deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario all'Interno, protagonista di famosi casi giudiziari da principe del foro (dal caso Marta Russo a quello di Cogne), non delude mai chi lo intervista. Se può, rincara la dose. Questa volta, però, oltre alle consuete battute polemiche, offre anche una notizia: la Casa della libertà (perché il «cantiere non ha mai chiuso») sta preparando un progetto organico di riforma della giustizia, che vada oltre il nuovo ordinamento già proposto da Castelli, e su questa «proposta globale» apre la porta all'opposizione, per lavorarci insieme in Parlamento. Onorevole Taormina, l'anno giudiziario non si è ancora aperto e già infuriano le polemiche, tra giudici e governo. Vuol dire la sua? «L'ho già detto: questa storia della Costituzione è una iniziativa improvvida. Allora noi avvocati cosa dovremmo fare, presentarci con il testo della Convenzione europei dei diritti dell'uomo?». Cosa auspica, da avvocato e da polìtico? «Un ritomo all'antico, quando le inaugurazioni dell'anno giudiziario non diventavano un palcoscenico per recitare ciascuno la sua parte, ma da parte dei procuratori generali veniva una analisi serrata dei problemi della giustizia. Sono loro che devono individuare, e me lo aspetto soprattutto dal Pg della Cassazione, mali e rimedi del sistema». Il dibattito stilla giustizia sarà in Parlamento, però. «Appunto, alla vigilia dell'apertura del confronto nelle aule parlamentari, voglio augurarmi che questo sia davvero l'anno delle riforme. Si parla tanto di presidenzialismo si o no, ma non interessa molto la la gente. visto che ormai questa forma di governo è già nella mentalità degli italiani: il 13 maggio 2001, sulla scheda hanno già scelto. La vera riforma è quella della giustizia. Abbiamo archiviato il 2002, e vedo che finalmente si sono esaurite le spinte per ap¬ provare questo o quel provvedimento isolato... o comunque non di largo respiro». Si riferisce alla legge Cirami? «Già. E' un provvedimento dalla scarsa rilevanza, in fondo. E' stata caricata di significati politici dall'opposizione, che l'ha strumentalizzata, formulando accuse di personabzzazione della funzione legislativa. Tutto ciò, ci ha costretto a combattere per difenderla come legge-simbolo. Ma l'enfatizzazione ci ha allontanato da quanto dovevamo fare. Vorrei ricordare che fin dall'aprile dell'anno scorso ho depositato una proposta di riforma del sistema giudiziario penale, firmata da 149 deputati della Casa delle libertà, e non se ne è accorto nessuno...». Dunque lei ritiene che si debba andare oltre alla proposta già all'esame del Par- lamento sul nuovo ordinamento, presentata dal ministro Castelli? «Quel progetto riguarda solo gli aspetti ordinamentali, e dovrà essere ulteriormente rivisitata. Ma accanto a questo ci sarà un progetto di riforma attenta al funzionamento della giustizia, alle esigenze di garantire processi snelli e in tempi ragionevoli, come prevede l'articolo 111 della Costituzione. In questo mese la maggioranza presenterà il suo progetto. E le assicuro che la proposta globale aspetta i contributi di tutti». L'Anm sta per riunirsi con i congressi di componente: come vede l'Associazione dei magistrati? «Con la protesta annunciata, hanno dato il segno di voler continuare sulla linea della politicizzazione. A chi si appella alla Costituzione ricordo che auspica anche la separazione delle carriere, dato che vi è prevista. No, guardi, anche loro dovrebbero tornare alle origini». Cioè? «Essere il sindacato dei magistrati. Alcune correnti di Anm invece si sono trasformate in partiti politici camuffati». Castelli appunto dice che i magistrati devono leggere tutta la Costituzione. «Aggiungo, che dopo averla letta si deve anche capire. Ma oggi tutti dobbiamo fare uno sforzo per individuare quello che può unire e quello che può dividere e far prevalere il primo aspetto. I magistrati devono lasciare che le riforme vengano discusse negli ambiti istituzionali corretti. Come ha spiegato il presidente Berlusconi, sarà il Parlamento la sede congrua: potrà discutere anche le proposte che vengono dalle università, dalla magistratura, dall'avvocatura. Solo così si può dare una vera svolta della presenza della magistratura nella società, a fronte di una maggioranza che rispetti i principi costituzionali che la riguarda». «II presidenzialismo non interessa la gente, la vera riforma è la giustizia. L'associazione magistrati tomi a fare il sindacato: le correnti sono partiti mascherati» L'ex sottosegretario all'Interno Carlo Taormina (Forza Italia)

Luoghi citati: Cogne, Taormina