Castelli: i giudici vadano a leggersi la Costituzione

Castelli: i giudici vadano a leggersi la Costituzione ANCORA POLEMICHE SULL'APERTURA DELL'ANNO GIUDIZIARIO. «L'INDULTO? PREFERISCO L'AMNISTIA» Castelli: i giudici vadano a leggersi la Costituzione L'Anm replica al ministro: non siamo politicizzati Francesco lannuzzi Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, scende in campo contro la decisione dei magistrati di presentarsi all'apertura dell'anno giudiziario con la Costituzione in mano: «Fa molto piacere che i magistrati vogliano sventolare alta la Costituzione perché alami potrebbero essersi dimenticati che cosa c'è scritto in quel testo e spero trovino anche il tempo di rileggerla. Tutta, s'intende. Non soltanto quelle parti più funzionali alla difesa delle loro prerogative». L'invito in particolare è a rileggere l'articolo 101: «Vi si legge, al primo comma, che la giustizia viene amministrata in nome del popolo. Un concetto che a me piace molto dice Castelli - e che ho addirittura voluto venga scritto nelle aule magne delle Corti d'Appello». In quell'articolo, aggiunge il Guardasigilli, c'è scritto che i giudici sono «soggetti soltanto alla legge», mentre le leggi sono scritte dai «rappresentanti del popolo eletti in Parlamento». Il ministro critica i vertici dell'Associazione magistrati: «Questa presidenza dell'Anni rischia ormai di apparire come un oi-gano politico della sinistra che ha come unico obiettivo quello di fare una battaglia infinita contro il governo. In questi termini l'associazione non fa gli interessi dei suoi associati». Niente confronto, dunque, che «si fondi su posizioni ideologiche: questo spetta ai politici». Immediata la replica del segretario dell'Associazione delle toghe, Carlo Pucci: «Respingiamo fermamente le accuse all'Anm di apparire come coloro che agiscono secondo un'impostazione ideologica e di parte». GU fa eco il vicepresidente dell'Anm, Piero Martello, che respinge sia l'accusa di non applicare la legge, sia quella di essere un orbano politico della sinistra: non abbiamo «atteggiamenti di riguardo per nessuno», osserva in proposito. L'esponente di Anm si dice «contento che al ministro faccia piacere che sventoliamo la Costituzione, visto che altri hanno detto che si tratta di un gesto di particolare gravità». E aggiunge: «Sono d'accordo che la Costituzione vada letta tutta: dunque non solo l'articolo 101, ma anche il 110, che dice che spetta al ministro l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla Giustizia. Leggere questi articoli fa bene a tutti, non solo ai magistrati». Quanto alla proposta di Castelli che nelle Corti d'Appello propone di affiggere il principio costituzionale dell'articolo 101- cioè «la giustizia è amministrata in nome del popolo». Martello si dice d'accordo, ma si chiede: «Mi chiedo perché Castelli non faccia scrivere anche il secondo comma di quell'articolo, "i giudici sono soggetti soltanto alla legge"». Secondo il magistrato, «i giudici non devono essere soggetti a interferenze di nessuna natura, da parte di altri organi o di altri soggetti». Lo scontro è destinato ad accentuarsi a fine gennaio quando si terranno i congressi delle tre componenti del sindacato dei magistrati. Il primo, il 24 gennaio, sarà quello di Magistratura democratica, il gruppo efi sinistra dell'Anm. La relazione di apertura che il segretario Claudio Castelli ha già preparato spara a zero contro le riforme varate dalla maggioranza («la legge sulle rogatorie, l'abrogazione di fatto del reato di falso in bilancio, le depenalizzazioni, le proposte di revisione della legge fallimentare e il condono fisca¬ le»), che stanno portando verso una «giustizia sempre più diseguale». «Il messaggio - sottolinea Castelli - è che i processi riguardanti gli uomini della politica e i loro affari non si possono svolgere». Sempre il 24 si aprirà anche il congresso di Magistratura Indipendente 0 cui segretario. Fausto Zuccarelli, se la prende anche con le proposte dei Ds sulla giustizia che giudica in «singolare sintonia» con quelle della maggioranza». Infine il 31 gennaio celebrerà il congresso Unicost, la componente di centro, e il suo segretario, Giuseppe Gennaro, giudica senza appello le riforme in cantiere: «Non ci piacciono; in particolare quella sull'ordinamento giudiziario perché siamo contrari alla separazione delle carriere e all'attribuzione alla Cassazione del ruolo di vertice piramidale della magistratura». Il ministro Castelli ha ribadito anche la sua contrarietà all'indulto: «L'indulto non solo contraddice il principio della certezza della pena, ma non serve a nulla Sarebbe meglio l'amnistia che con la pena cancella il reato e quindi servirebbe a cancellare migliaia di processi arretrati». Il ministro della Giustizia Roberto Castelli