Kostelic, dinastia da Circo bianco di Stefano Semeraro
Kostelic, dinastia da Circo biancoNON ERA MAI SUCCESSO NELLO SCI: ALLA VITTORIA DI IVICAIN SLOVENIA RISPONDE JANICA SULLE NEVI DI BORMIO Kostelic, dinastia da Circo bianco Per fratello e sorella trionfo in contemporanea nello slalom Stefano Semeraro PAPA' Ante se li è costruiti con le mani, proprio come ha fatto con la casa di Mljet, l'isola vicino a Dubrovnik, dove la famiglia Kostelic va a rifugiarsi d'estate, a lustrare le coppe. Se li è tirati su con le mani, e con la pazienza, il cuore, l'allegria rigorosa di chi ama, di chi sa ciò che fa. Con il morbido integralismo che i genitori dei campioni si possono permettere. E ieri papà Ante li ha visti vincere entrambi, come non era mai accaduto nello stesso giorno, in Coppa del mondo, a due sciatori fratelh. Prima Ivica, nello speciale di Kranjsca Gora, in Slovenia, poi la strepitosa Janica, 500 chilometri più a ovest, a Bormio, anche lei in slalom. Fratelh anche nelle cifre, anche se appartenenti a scale diverse; quinto titolo in carriera per Ivica, quinto centro stagionale, e 1 Sesimo complessivo in Coppa, per la supermedaghata di Salt Lake City. Come gli Schumacher nell'automobilismo o, meglio ancora, come le Williams nel tennis: anche loro cresciuti dal poco o dal niente, sbozzati in una terra senza montagne dal genio paterno, che alla Janica bambina aveva indicato l'oro di Olimpia, «l'unico che conta», come ribadì lei dopo aver alzato la Coppa di cristallo a Are, nel 2001. E di ori ai Giochi Janica ha finito per vincerne tre, in combinata, gigante e slalom - più l'argento nel superG - negh otto giorni che sconvolsero Salt Lake City. A stupire tutti e abituato anche Ivica, che nel 2001, da quasi completo sconosciuto, affettò meglio di tutti la neve già scalinata del primo gigante della stagione, a Aspen, piombando . giù dal nulla al podio più alto con il pettorale numero 64. Fino a non molto tempo fa dormivano in camper, i Kostelic, seguendo come circensi di molta arte e poca parte il tour bianco, perché la federazione croata non aveva quattrini a sufficienza. Fino a ieri hanno lottato con gli infortuni; più gravi quelli di Janica, che nel 2000 aveva temuto addirittura di dover smettere di sciare, e che nel 2001, fra Coppa e Giochi, si è fatta aprire tre volte le ginocchia dal bisturi dei chirurghi. Dolori saltati con il sorriso sulle labbra, anestetizzati dal calore degli allenamenti comuni, delle gioie condivisibili. Dei nomi che Janica, che ieri non ha voluto guardare la discesa del fratello per scaramanzia, si tatua sulle unghie prima delle gare come talismani; «tata», che vuol dire papà, Marica, la madre, e ancora Ante, e ancora Ivica. Nessuno prima dei Kostelic brothers aveva mai trionfato all'unisono, ma la storia e la cronaca dello sci non ha lesinato altre storie vincenti di fratelli e sorelle. Gli svizzeri Pirmin e Heidi Zurbriggen, ad esempio, poi Hanny e Andreas Wenzel e Willy e Paul Frommelt del Liechtenstein, le francesi Marielle e Christine Goischel, razziatrici di titoli negli Anni 60. Alle Olimpiadi di Sarajevo 1984, i gemelli statunitensi Phil e Steve Mahre si portarono a casa oro e argento nello slalom speciale, mentre a Sankt Anton, in Austria, Steve aveva vinto lo slalom e Phil si era impósto in combinata. I due Mahre, fra l'altro, erano così somiglianti che fra una manche e l'altra di ima gara si scambiarono addirittura il pettorale, ma nessuno scoprì la burla. Ben quattro invece i fratelh Bergamelli; Sergio vinse proprio a Kranjska Gora nel '92, su ima pista ridotta ad un lastrone di ghiaccio, Giancarlo sceso ieri con il pettorale numero 38, è stato il migliore, anzi l'unico degli italiani in classifica, finendo settimo. Piccole e grandi dinastie crescono. «Ti La sorella Janica Kostelic: proprio ieri ha compiuto 21 anni
Luoghi citati: Austria, Bormio, Kranjska Gora, Salt Lake City, Sarajevo, Slovenia
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