«La Lazio non vende i suoi gioielli» di Stefano Mancini

«La Lazio non vende i suoi gioielli» IL NEOPRESIDENTE RASSICURAI TIFOSI, MERCOLEDÌ IL CDA VOTERÀ L'INGRESSO DI MANCINI E DELDG DEL PARMA BARALDI «La Lazio non vende i suoi gioielli» Longo: entro due mesi troveremo un acquirente Stefano Mancini Sergio Cragnotti se ne è andato da sconfitto, costretto dalle banche a dimettersi, insultato dai tifosi che venerdì notte lo hanno aspettato davanti alla sede della Cirio. Eppure la Lazio che lui ha costruito in undici anni di spregiudicata gestione vola su ttìtti i fronti; terza in campionato a un punto dalle milanesi, qualificata agli ottavi di Coppa Uefa e ai quarti in Coppa Italia. E dagli Anni Novanta a oggi ha vinto più che in tutta la sua storia. Gli ultra non gli perdonano di aver messo a rischio il giocattolo. È l'effetto Fiorentina che aleggia su un calcio in crisi finanziaria. Il timone ora è nelle mani di Ugo Longo, avvocato penalista, ex procuratore antidoping, amico di Cragnotti. Dovrà traghettare la società nel portafoglio del prossimo acquirente che - prevede - si troverà nel giro di due mesi. «Nel frattempo non si muove nessuno - promette il neopresidente -. Se si è compiuto questo sacrificio è per rafforzare la squadra, non per indebolirla». Restano Stam, che sembrava ormai del Milan, e gli altri gioielli di famiglia che facevano gola in Italia, Spagna e Inghilterra. I conti si faranno a giugno. «Auguri e buon lavoro», ha detto a Longo l'ex patron poco prima di congedarsi dalla Lazio e tornare nella sua residenza toscana a Montepulciano. Una stretta di mano e via. Si rivedranno mercoledì a Roma, alla riunione del nuovo consiglio di amministrazione. Due i probabili nomi nuovi. Uno è quello di Luca Baraldi, 42 anni, fiduciario dei Tanzi, protagonista a Parma di una rivoluzione manageriale cominciata con il taglio degli stipendi. Ha un passato da giocatore nel Modena e una brillante carriera nella Banca Monte Par- ma culminata con la carica di, vicedirettore, prima di entrare nel mondo economico del pallone. Il suo trasferiménto a Roma come amministratore delegato «in prestito» pare sia sponsorizzato da Cesare Geronzi, presidente di Capitalia (principale finanziatore della società biancoceleste) e dal presidente della Federcalcio, Franco Carraro. «Non ho ricevuto nessuna richiesta ufficiale -sostiene Baraldi -. Tanzi è alle Maldive: ne parlerò con lui martedì», giusto alla vigilia del cda laziale. L'altro uomo nuovo in sala comandi potrebbe essere Roberto Mancini. «Un'idea stimolante, anche perché non ci sono precedenti in Italia, ma è prematuro parlarne», ha commentato il tecnico poco prima di imbarcarsi al Cairo per Tripoli, dove oggi affronterà in amichevole l'Ai Ittihad di Saadi Gheddafi. «Le dimissioni di Cragnotti non influiranno sul rendimento della squadra - assicura -. Dobbiamo andare avanti così, come abbiamo fatto finora. Abbiamo iniziato tutti insieme e la speranza è di non dover rinunciare a nessuno». Della sua camera di' allenatore Mancio dice in tutta onestà: «Soltanto a fine campionato si potranno giudicare le mie capacità tecniche. Non abbiamo ancora vinto nulla. Credo che si possa giocare un calcio vincente anche fuori dalle solite piazze. La Lazio in passato ha dimostrato questo». La squadra è tranquilla: ha reagito bene durante la crisi, senza incassare gli stipendi per sei mesi, figurarsi ora che i soldi stanno per arrivare. Ieri per i giocatori è stata una giornata di svago davanti alla piramide di Cheope e alla Sfinge. Questa notte, subito dopo la partita, è previsto il rientro a Roma, dove ad attendere i biancocelesti ci sarà la nuova Lazio di Ugo Longo. «Me lo ha chiesto Cragnotti di , assumere questo incarico - racconta il neopresidente -, io ne avrei fatto volentieri a meno. Non è un compito facile». Sulla promozione di Mancini a tecnico-consigliere, Longo spiega che si tratta di una «ipotesi interessante» e ribadisce di non volersi candidare a una lunga presidenza: «Non ero preparato per questa qualifica e spero che il tutto duri poco, il tempo necessario a traghettare la società». E se gli chiederanno di restare? «Questo ruolo non è compatibile con la mia professione di avvocato e con gli impegni che ho. E sono abituato a fare le cose al meglio delle mie possibilità. Potrei restare vicino alla società, come ho sempre fatto, ma soltanto con compiti più limitati e meno impegnativi». Passato e presente della S.S. Lazio: a fianco, Sergio Cragnotti lascia in auto la riunione del cda In cui ha dato le dimissioni A destra, l'avvocato Ugo Longo, 62 anni, penalista ed ex procuratore antidoping: è stato nominato presidente con il compito di gestire la società finché non verrà trovato un nuovo acquirente Il successore di Cragnotti: «Non ho un compito facile, ma non potevo dire no a un amico» L'allenatore: «Sarei il primo tecnico-manager d'Italia È un'idea stimolante» Oggi amichevole a Tripoli contro l'Ai Ittihad di Saadi Gheddafi