Fugge all'alba l'algerino della mano mozzata di Angelo Conti

Fugge all'alba l'algerino della mano mozzata RISCHIAVA L'INCRIMINAZIONE PER FAVOREGGIAMENTO NEI CONFRONTI DEI SUOI TORTURATORI Fugge all'alba l'algerino della mano mozzata Faud è scappato dalle Molinette: temeva i rivali o un ordine di arresto Angelo Conti L'hanno visto allontanarsi dalle Molinette poco prima dell'alba, la mano fasciata seminascosta dal giubbotto lasciato sbottonato. Ha raggiunto piazza Carducci e lì è salito su uno dei primi tram diretti verso il c'entro. Faud Salih, l'algerino amputato per punizione sotto i portici di via Sacchi, è poi sparito nel nulla. Inghiottito dalla città, che probabilmente ha già lasciato ieri mattina, magari con uno di quei treni che ha raccontato di prendere spesso. Aveva detto e ripetuto di non volere restare a lungo alle Molinette (dove pure due équipe di medici avevano dato il meglio per tentare il salvataggio della sua mano), ma a mettergli le ali ai piedi è stata la possibilità di un ordine di custodia cautelare per favoreggiamento che avrebbe potuto colpirlo presto, forse già oggi. Conseguenza della lacunosissima ricostruzióne del suo ferimento j e della sua evidente reticenza a collaborare con le forze dell'ordine. La scomparsa di Faud Salih, accanto alle evidenti incognite di tipo sanitario (quella mano riattaccata ora corre moltissimi rischi, anche di infezioni), non aiuta l'indagine, anche se in fondo non sposta di molto l'indirizzo dato alle indagini dai carabinieri del Nucleo'Operativo, che continuano ad indagare su di lui e sulla punizione a cui è stato sottoposto. Ieri mattina, in via Valfrè, è arrivato il risultato del «lavoro» svolto dai computer del ministero dell'Interno: l'algerino mutilato, in Italia da almeno 4 anni, è stato «controllato» 22 volte (a Bologna, Milano, Torino), ha subito sei denunce (per furto, spaccio, rissa) ed ha ha fornito ben 18 diverse éeneralità. Ad accomunare tutti questi episodi ci sono le impronte digitali, risultate sempre e invariabilmente le stesse. Elementi che bastano da soli a comprendere l'assoluta inattendibilità delle dichiarazioni fomite dal ferito ai carabinieri del Nucleo Operativo, nonché l'evidente propensione al crimine del personaggio. Da ieri i carabinieri del maggiore Masic hanno anche aperto un fascicolo sulle di- chiarazioni di Sued Benkhdim dell'Associazione Diafa Al Maghreb (una mediatrice culturale nota per la sua attività a favore dei minori ed anche per le sue accuse di integralismo rivolte all'imam Bouchta Bouriki). Convocata ieri mattina nella caserma di Pont Canavese avrebbe sostanzialmente ribadito che, secondo voci da lei raccolte fra gli spacciatori minorenni di San Salvarlo, l'amputazione di Faud non sarebbe stata altro che un'intimidazione verso il giovane pusher che voleva smettere di lavorare nella droga. Affermazioni che vanno registrate e controllate, come tutte le altre arriva¬ te in questi giorni dal mondo islamico torinese, ma che destano ovviamente notevoli perplessità: il numero dei maghrebini disposti a fare i pusher, pur di guadagnare, appare decisamente nutrito ed è molto difficile che una organizzazione di spaccio scelga una punizione così eclatante (e così rischiosa) verso uno del gruppo che ha semplicemente deciso di smettere. Molto, molto più probabile (come si sospettava sin dall'inizio) che Faud Salih abbia invece commesso uno sgarro verso uno dei boss dei portici di via Nizza, magari impossessandosi di soldi non suoi oppure non restituendo un prestito. Intanto si sta cercando di ricostruire la mappa dello spaccio sotto i portici di via Nizza. Qui esiste un capobastone storico, noto a tutti come «Moustapha»: è un maghrebino sui 50-60 anni, alto e baffuto, che da anni assegna gli angoli dei portici ai tanti giovani pusher che operano alle sue dipendenze. Forse, per capire quanto è successo in via Nizza a Capodanno, bisognerebbe cominciare da lui, anche se non è affatto detto che possa essere stato coinvolto in quell'episodio. Il mondo dello spaccio a San Salvarlo ha infatti registrato, negli ultimi mesi, anche nuove presenze, riconducibili ad ambienti in qualche misura più chiusi. Esiste una nuova malavita maghrebina che si è sovrapposta a quella già esistente e che, almeno sino a pochi giorni fa, non aveva comunque mai provocato tensioni od attriti. E' cambiato qualcosa? L'amputazione inflitta a Faud è il primo sanguinoso segnale di questa nuova guerra? Le risposte, forse, non le avremo mai. Malgrado l'operazione e i sospetti che copra una gang criminale era impossibile fermarlo o piantonare la sua stanza le verifiche al computer sulle impronte digitali raccontano la sua storia: 22 controlli, 6 denunce 18 identità diverse Alle Molinette, l'intervento chirurgico per salvare la mano sinistra semiamputata dell'algerino era durato oltre 4 ore

Persone citate: Bouchta Bouriki, Faud Salih, Masic, Sued Benkhdim

Luoghi citati: Bologna, Italia, Maghreb, Milano, Pont Canavese, Torino