Riforme: l'Ulivo apprezza Fini, Bossi frena di Amedeo La Mattina

Riforme: l'Ulivo apprezza Fini, Bossi frena NO DA VERDI, PDCI, SINISTRA DS. IL CENTROSINISTRA CHIEDE UN'«INTESA ANCHE SU CONFLITTO DI INTERESSI E INFORMAZIONE» Riforme: l'Ulivo apprezza Fini, Bossi frena »Il vicepresidente del Consiglio apre al premierato. Il ministro: sono per il presidenzialismo Amedeo La Mattina ROMA L'Ulivo apprezza, ma resta diviso e sotto sotto teme l'abbraccio mortale del centrodestra. E così all'apertura di Gianfranco Fini, che in un'intervista al Corriere delle Sera abbandona la pregiudiziale del presidenzialismo e non esclude l'ipotesi di un premier scelto dagli elettori e dotato del potere di sciogliere le Camere, il centrosinistra replica ponendo condizioni: non si può discutere soltanto della forma di governo, ma l'intesa se c'è deve passare per una revisione della devolution, per nuove regole sul pluralismo dell'informazione e sul conflitto di interessi. Deve nascere cioè un clima complessi¬ vo diverso, insomma. E, tanto per cominciare, niente più attacchi come quello sferrato ieri dal vicepremier alla magistratura. Sull'altro fronte, commenti positivi da tutte le forze della Casa della libertà. Dove però c'è da registrare la frenata della Lega che rinvia il nodo riforme a un vertice della coalizione. Spiega Umberto Bossi: «Io sono per il presidenzialismo... a dire la verità non ho letto l'intervista di Fini, ma in tempi bravi avremo un incontro per discutere di questi temi. Comunque: io sono il ministro delle Riforme e le voglio fare, invece la sinistra vuole farci impantanare e farci arrivare alle elezioni cosi». In generale però, i commenti, ali intervista di Fini sono stati positivi, a parte le scontate bocciature del Pdci, Verdi, Prc e sinistra ds. «Penso che ci sia bisogno di una riforma diametralmente opposta a quella che propone Fini», afferma Bertinotti, per il quale la «vera cura sarebbe il ritomo al proporzionale». Dunque, apparentemente si sarebbero aperte le danze, tuttavia il percorso è ancora affollato di carte coperte che vanno oltre il merito delle riforme. C'è infatti una diffidenza reciproca che avvolge tutto il dibattito politico. Per non parlare poi delle accuse di Fini sulla protesta dei magistrati («è di una gravità enorme») che hanno subito fatto scattare i riflessi condizionati dell'opposizione, soprattutto dell'ala più radicale, che ha colto la palla al balzo per dimostrare che nel centrodestra ci sono solo «cattive intenzioni». Intanto, anche stando al merito dell'apertura di Fini, non mancano i lati oscuri. Nell'intervista si ragiona di una forma di governo che preveda il premier scelto dagli elettori, senza però specificare se si tratta di elezione diretta o indiretta attraverso la designazione come leader di un'alleanza elettorale. E' infatti questo l'aspetto che fa rilevare Nicola Mancino: «Dobbiamo vedere cosa significa premierato. Noi di fatto abbiamo già realizzato l'elezione diretta del presidente del Consiglio attraverso il meccanismo procedurale che apponeva sulla scheda elettorale della Camera la scritta "per Berlusconi presidente" e dall'altra parte "per Rutelli"». Per Mancino si vuole dare maggiore forza al primo ministro, «ma nessuno si preoccupa del fatto che questa maggiore forza deve avere dei contrappesi sul piano parlamentare». Il vero dito nella piaga lo mette Gavino Angius: nel momento in cui si apre un confronto generale sulle riforme, non si possono fare «discussioni a spizzichi e bocconi». La buona fede della maggioranza dovrà essere dimostrata sul conflitto di interessi, il pluralismo dell'informazione, la giustizia e la devolution. E soprattutto il centrodestra «parli una sola lingua», precisa il coordinatore della segretaria Ds Vannino Chiti. Ecco quindi che prende forma la contro¬ mossa dell'Ulivo, contenuta nel documento inviato da Rutelli ai segretari che si riuniranno mercoledì mattina, prima della conferenza stampa per annunciare le linee guida della proposta dell'opposizione. E in cui viene confermato il ruolo super partes del Quirinale accanto al rafforzamento dei poteri del premier: indicazione del suo nome sulla scheda elettorale, potere di nomina e revoca dei ministri e di proposta al Capo dello Stato dello scioglimento delle Camere nel caso sia venuta meno la fiducia del Parlamento. Più la richiesta dello statuto delle opposizioni. Queste posizioni verranno portate all'attenzione dei gruppi parlamentari e, come atto conclusivo, all'assemblea dell'Ulivo. Mancino: bisogna trovare contrappesi sul piano parlamentare Angius: finiamola con le discussioni a spizzichi e bocconi Chiti: il Polo ora parli con una lingua sola Bertinotti: al paese serve un progetto opposto IL MODELLO PROPOSTO DAL VIC&PftEMiEI* È GIÀSN VIGORE IN ALTRI PAESI CHE COSA E' ^11 premier è un presidente dèi Consiglio fi| al quale sono assegnati potéri più ampi. Può essere eletto: 1) in modo diretto con il voto v su apposita scheda (come il sindaco) 2) oppure con la designazione dalle alleanze elettorali (nome indicato sulla scheda) t* Con turno unico o con ballottaggio. P Ha un governo di legislatura p Può sciogliere le Camere ' ^Presidente della Repubblica con ruolo di garanzia IL VOTO SUL PROGETTO DELLA BICAMERALE NEL'97 COSI' ALL'ESTERO ©Nella commissiotie Bicamerale presieduta da D'Alema, nel giugno '97, prima del fallimento, si arrivò al voto su due modelli. Con un blitz dei sei parlamentari leghisti, vinse il semipresidenzialismo alla francese contro il premierato, (* Semipresidenzialismo: 36 voti, tra i quali (per il Polo) Berlusconi, Buttiglione, Casini, Fini, Urbani, D'Onofrio, Pera, Schifanl, olite a Maroni e altri 5 leghisti. Spini e Boselli per l'Ulivo i © Premierato: 31 voti, tra i qu|ti.(per Ulivo e Prc) Bertinotti,' Cossutta, D'Alema, De Mita, Polena, Salvi, Mattarella, Mussi ©Astenuti: Occhetto, Passigli e Fisichella ISRAELE Fino al marzo 2001 era l'unico paese in cui il premier veniva eletto direttamente, poi una j riforma ha eliminato questa forma di elezione, lasciando ampi poteri al presidente del Consiglio. Nel '96, nel '99 e nel 2001 si votò con due schede, una per il premier e una per la Knesset. GRAN BRETAGNA Viene eletto capo del governo il leader del partito che vince le elezioni politiche: è nominato da Sua Maestà. Le elezioni sono a turno unico con il maggioritario. Il premier ha ampi poteri e può indurre la Regina a sciogliere il Parlamento.

Luoghi citati: Gran Bretagna, Roma