SARDEGNA di Guido Ruotolo

SARDEGNA SARDEGNA Torna T incubo del terrorismo rosso ora sfrutta anche il separatismo reportage Guido Ruotolo inviato a CAGLIARI STRANA Sardegna che si angoscia, che entra in fibrillazione, che teme il peggio perché arrivano via posta dei proiettili calibro 7,62 a un magistrato e a due sindacalisti, mentre non si scandalizza per lo stillicidio di attentati «minori» che scandiscono da sempre il tempo dell'isola. Anche nelle ore dell'allarme, del proiettile di Kalashnikov recapitato al segretario regionale della Uil, dopo quello arrivato al segretario della Cisl e prima ancora al sostituto procuratore cagliaritano che coordina le inchieste sul terrorismo, la cronaca ha registrato episodi intimidatori: un attentato alla scuola media di un piccolo centro, Villanovatulo, mentre l'altra notte un ordigno è esploso davanti alla casa di Antonio Lostia, vicesindaco di Padru, in provincia di Sassari, e ieri a Guspini, provincia di Cagliari, sono state recapitate al Comune due cartucce da caccia. Non spara, per il momento, questo terrorismo «minore» che preoccupa maledettamente. Che fa dire al ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, che «in Sardegna operano gruppi eversivi sotto diverse sigle, con crescente virulenza, che hanno saldi collegamenti con gruppi nazionali e internazionali»; e ad Antonello Soro, della Margherita, che «il fenomeno terroristico è in via di radicamento nell'isola». Non è solo per rispondere a una richiesta di incontro dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che martedì il ministro dell'Interno arriverà a Cagliari. In quest'occasione Pisanu presiederà il Comitato per l'ordine e la sicurezza. E ieri, nella villa del presidente del Consiglio di Porto Rotondo, Pisanu, Berlusconi, il ministro degli Esteri Fraltini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta hanno tenuto un vertice. Si è discusso di sicurezza nella prospettiva della presidenza italiana dell'Unione Europea. Pisanu ha informato il premier anche della situazione del terrorismo in Sardegna. Nei giorni scorsi, il responsabile del Viminale aveva più volte ribadito la sua preoccupazione: «Questi fermenti eversivi si possono ricondurre, oltre che al vecchio ceppo della colonna sarda delle Br, a gruppi anarcoinsurrezionalisti e a gruppi separatisti-rivoluzionari». Brigate Rosse in Sardegna? Storia passata, degli Anni 80, che era stata archiviata e che oggi, invece, sembra ritornare d'attualità. A sentire gli investigatori, è Porto Torres l'epicentro di questo terremoto che sta scuotendo la Sardegna, che ha messo in fibrillazione le istituzioni, i sindacati, le forze di polizia, la magistratura. E' la città industriale della provincia di Sassari che, infatti, sembra essere diventata la capitale di quel terrorismo «minore» teso a riprodurre su scala regionale le tendenze nazionali, l'effervescenza di sigle e filoni diversi dell'eversione di sinistra. E' all'Enichem di Porto Torres che nel '99, l'anno dell'omicidio D'Antona, fu trovalo un documento che annunciava la (ri)nascita della colonna sarda delle Br. Nell'ottobre del 2000, sempre all'Enichem, venne rapinata la «cassa» di imprese d'appalto. Il bottino fu cospicuo: stipendi, telefoni cellulari, orologi. I «rapinatori» prima di scappare lasciarono un documento di quindici pagine a firma dei Nuclei armati antimperialisti. Ci risiamo con le sigle «contenitore», con i dialoghi a distanza tra vari nuclei dell'eversione di sinistra. La Sardegna non é un'anomalia. Qui, però, gli investigatori sembrano avere idee precise sui possibili eredi della colonna sarda delle Br. In parte, più che eredi potrebbero essere dei reduci di quella stagione. «Tutti i brigatisti sardi annota un investigatore - sono degli irriducibili e alcuni di loro sono prossimi a lasciare le carceri». Ma l'esperto dell'Antiterrorismo aggiunge: «Ipotizziamo un collegamento con la criminalità organizzata. I proiettili calibro 7,62 sono di un Kalashnikov, e in Sardegna questo fucile mitragliatore e stalo utilizzato solo in occasione degli assalti ai furgoni postali in provincia di Nuoro e Sassari». Quella delle Br Anni 80 sembra la storia di un secolo fa, quando il brigatista, che poi si sarebbe pentito, Antonio Savasta fu mandalo in missione in Sardegna, per dare vita alla colonna sarda. «Barbagia Rossa», un mix di banditi politicizzati, di sequestratori e malavitosi, fu assorbita dalle Br che volevano organizzare la grande fuga dal supercarcere dell' Asinara dei loro capi storici. Si chiamano Nuclei proletari per il comunismo i neobrigalisti sardi che spediscono i proiettili ai sindacalisti, che fanno attentati alle banche, che scelgono come obiettivo la Toro Assicurazioni di Sassari e una filiale dell'Imi-San Paolo per colpire la Fiat. Riecheggiano nei documenti di rivendicazione slogan e concetti propri delle Br di D'Antona e Biagi. «Più che a un progetto rivoluzionario - dicono in Procura a Cagliari - questi neoterroristi si collegano al filone del ribellismo sardo». Era già accaduto in passato, e dunque non sembra essere una novità. Anzi, rappresenta una conferma del rischio che corre la Sardegna. Gli investigatori e gli inquirenti propongono un quadro preoccupante. Il procuratore distrettuale di Cagliari, Carlo Piana, e i suoi sostituti sono convinti che «questo terrorismo minore è in collegamento con sigle che operano in continente». Il procuratore di Tempio Pausania, Valerio Cicalò, si spinge oltre: «Abbiamo segnali di rapporti stabili con la Corsica. Ormai è superala la distinzione classica tra terrorismo di stampo brigatista e quello anar- co-individualista e indipendentista. I tre filoni si stanno fondendo. Vi sono stati episodi, come la rapina di Luras, che testimoniano una nuova forma di terrorismo politico. In Sardegna si è creato un embrione di terrorismo indipendentista più vicino alle Br che ai gruppi tradizionali anarchici». La rapina di Luras, a una gioielleria. Un episodio di due anni fa. Quel «colpo» fu sventata dai carabinieri e in quattro furono arrestati: Michele Deroma, Salvatore Nurra, Riccardo Sotgia e Federico Pais. Una rapina di autofinanziamento, di una sigla eversiva: «Zentru Antagonista prò s'organizzazione sotziale». Gli investigatori sospettano che dietro quella sigla già si nascondevano le rinate Br sarde. La Sardegna si presenta oggi come un laboratorio di «nuove tendenze» del terrorismo. Ma la percezione delle «novità» si ferma appunto a ipotesi, analisi, intuizioni. Dal punto di vista delle indagini, sembrano marciare spedite quelle sugli anarco-insurrezionalisti, e sarebbero una decina gli indagali per associazione sovversiva. Il quadro che emergerebbe porterebbe a dei collegamenti diretti con Milano. L'estate scorsa, quattro buste esplosero in un ufficio postale di smistamento di Milano: tutte e quattro le lettere erano indirizzate all'Unione Sarda di Cagliari. I frammenti dei comunicati di rivendicazione non andati distrutti riproponevano slogan e parole d'ordine degli anarco-insurrezionalisti: contro il colonialismo, l'imperialismo, lo snaturamento dell'ambiente in Sardegna. Le banche, il ripetitore Rai di Cagliari, l'Assoindustria e la Prefettura di Nuoro nel giorno della visita del ministro dell'Interno Pisanu. E ancora: gli attentati contro i supermercati, la sede della Cisl di Qlbia e, appena due anni fa, la bomba contro la casa dell'amministratore delegato della «Gold Mining», la società australiana di estrazioni aurifere. Qbiettivi e motivazioni diversi rendono la Sardegna ancora una nebulosa da decifrare. Ma perché accade tutto questo? Che senso hanno i proiettili «intimidatori»? A Cagliari si ipotizza: «La Sardegna è la regione del ribellismo: la nuova offensiva eversiva coincide con la nomina a ministro dell'Interno di un sardo, di Beppe Pisanu. Non è una coincidenza». mmm L'epicentro a Porto Torres dove fu trovato nel '99 un documento per l'omicidio D'Antona sulle «rinate» Br Tante sigle eversive delle tre galassie brigatista, anarchica e ribellista sarda che tendono a fondersi Proiettili inviati per posta a un magistrato e a due sindacalisti Attentati alle banche e alle compagnie di assicurazioni I magistrati sono convinti che vi siano legami con l'indipendentismo in Corsica Il cartello che segnala Orgosolo colpito dai prolettili 2 MAGGIO 2002 Oidirjno davanti alla, caserma ■dei Carabinieri 4 MAGGIO Attentato contro sottufficiale CC . . ' a Nule, nel sassarese. 16 GIUGNO Ordigno all'ingresso posteriore del municipio ai.Gairo (NU) 24 GIUGNO Attentato contro caserma Carabinieri a Tempio Pausania (SS) Nelnuoreseminaccedimorte - contro il Sindaco di Cairo Roberto Marceddu, con scritte sui muri del .cimitero. 30 GIUGNO Carabinieri nel mirino, 2 attentati aOvodda.eTertenia(NU) 10 LUGLIO Incendiata auto agente penitenziario a Siniscola (NU) - 17 AGOSTO Attentato incendiario alfufficio del senatore Tunis (UDC) a Carbonia (CA) . 21 AGOSTO 'Ordigno contro l'autodi un maresciallo dei Carabinieri a San Vito (CA) 5 SETTEMBRE Ordigno contro la Deutsche Bank a Cagliari . 25 SETTEMBRE Busta con una cartuccia per fucile recapiiata al Sindaco di Gairo (NU) 26 SETTEMBRE Due ordigni inesplosi vicino alla prefettura - e alla sede dell'Assindustriali (NU) rivendicati dai nuclei proletari per il comunisrpo (NPC) e dall'organizzazione indipendentislica rivoluzionaria 28 SETTEMBRE Attentato incendiario contro un ripetitore della Rai a Capoterra ,(CA) .7 OTTOBRE Nuove minacce di morte contro Sindaco di Gairo (NU) ^ 12 NOVEMBRE A Cagliari attentato contro un palazzo che ospita . l'agenzia della .' toro Assicurazioni (gruppo Fiat). ;.- E' opera dei NPC. 8 DICEMBRE Attentato alla.CisI di Olbia (SS) r- 28 DICEMBRE Lettera con minacce di morte al pm Mario Marchetti, coordinatore della direzione distrettuale antiterrorismo (DDAT) in Sardegna, la firma è NPC. Lettera con gelatina esplosiva in un bancomat di Sassari rivendicata dai.NPC. 30 DICEMBRE Lettera con proiettile al segretario regionale della Cisl Mario Mèdde' , firmata NPC. 3 GENNAIO 2003 Busta con esplosivo al segretario'regionale della Uil Sarda Gino Mereu. rivendicatadai NPC. Busta cpn esplosivo all'agenzia di Bancaintesadi Macomer (NU) ad opera dey'NPC. :j; Busta con gelatina . esplosiva alle Poste ' di Presta Niedda (SS) .