L'Anm: nessuna protesta, solo appello ai princìpi

L'Anm: nessuna protesta, solo appello ai princìpi VERSO L'INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO. BRUTI LIBERATI: DA NOI UN RICHIAMO ALLA COSTITUZIONE. L'ULIVO: PERCHE IL POLO SI SCALDA? L'Anm: nessuna protesta, solo appello ai princìpi La maggioranza all'attacco: se è così, dovete rivedere la vostra iniziativa ROMA I magistrati, secondo il loro sindacato (l'Associazione nazionale magistrali, Anm) dovrebbero presentarsi all'inaugurazione dell'anno giudiziario, brandendo una copia della Costituzione, in segno di prolesta per la riforma della giustizia (e della carriera dei giudici) che la maggioranza ha in animo di faro. La cosa aveva già seminalo inquietudini, riassunte ieri in una battuta di Tini al Corriere: «La protesta è di una gravità enorme. I magistrati si permettono di usare come alibi Ciampi che nel suo messaggio ha ribadito la necessità di tutelare l'indipendenza della magistratura. Nessuno vuol metterla in discussione. L'atteggiamento dell'Anm è pretestuoso e il suo comportamento e tipico di una mentalità politica». Recepite le parole di Fini, tutto il centrodestra ha preso il via. E così sono intervenuti i capigruppo di Forza Italia (Schifani) e della Lega (Ce), e i jortavoce sempre di Forza itala (Bondi) e di An (Landolfi). Si parla di «invasione di campo» da parte della magistratura, di mancato rispetto per la sovranità del Parlamento e, soprattutto, di mai sopite ambizioni politiche delle toghe. Il senatore centrista (Udc) Maurizio Ronconi arriva a proporre che se le proteste non rientrano i politici dovrebbero disertare le cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario. I giudici, pur fermi nelle loro posizioni, hanno replicato a Fini con toni pacati: «Si è voluto vedere nella nostra iniziativa una protesta - scrivono il presidente dell'Anm Edmondo Bruti Liberati, il vicepresidente Piero Martello e il segretario Carlo Fucci - ma si tratta di un appello ai principi costituzionali sulla giustizia. Difendiamo in modo intransigente l'indipendenza della magistratura che è una garanzia non per i magistrati, ma per i cittadini». La chiarificazione, però, non pare abbia rasserenato gran¬ ché la contesa. Sandro Bondi rimprovera alcuni magistrati non solo di aver smarrito «la coscienza dei propri compiti e la sacralità della loro missione» ma anche di essere «comple¬ tamente dimentichi del loro dovere di osservare pienamente l'imparzialità e l'indipendenza della loro funzione che si esercita appunto nell'ossequio alla sovranità del Parlamento, nell'applicazione scrupolosa delle leggi da esso approvate, e infine nel rispetto del potere politico che emana dal popolo attraverso le procedure della democrazia)). «Siamo di fronte - spiega Alessandro Ce, della Lega - ad una invasione di campo in politica da parte ìolla magistratura che, invece, farebbe bene a essere più efficiente nella propria attività istituzionale, visto che la nostra giustizia ò la più lenta in Europa». E comunque, se si sentono tanto attaccati, i magistrati «dicano dove, quando e da chi, ci sono stati attacchi alla loro autonomia - dice il portavoce di An Mario Landolfi - e inoltre ci spieghino pure perché mai l'avvio del processo riformatore è considerato di per sé un'attacco all'autonomia e all'indipendenza della magistratura». Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita, non capisce perché mai la maggioranza si senta cosi colpita dall'iniziativa dei magistrati. «Il richiamo costante alla nostra carta costituzionale - osserva non può che essere apprezzabile chiunque lo faccia...», mentre «inaccettabile» giudica le affermazioni di Pini. Opinione condivisa da Marco Rizzo (pdci) il quale ritiene che «la posizione eli Fini dimostri come sia pericoloso sedersi al tavolo delle riforme istituzionali con questo governo». Anche se il clima è infuocato, la pace però è possibile, secondo l'ex presidente dell'Anm Mario Cicala, il quale ricorda che «nel mese di maggio tra ministro e giunta dell' Anm si è svolto un confronto serralo sulla riforma dell'ordinamento giudiziario e si sono raggiunte convergenze significative. Ora resta l'auspicio della ripresa di un dialogo costruttivo e sereno», [r. mas.)

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