Nomadi con l'incubo dello sfratto di Nadia Bergamini

Nomadi con l'incubo dello sfratto ODISSEA DI UNA FAMIGLIA CHE NON VUOLE RINUNCIARE ALLE SUE RADICI Nomadi con l'incubo dello sfratto Il Comune di Leinì: quella casa è abusiva e dev'essere abbattuta Nadia Bergamini LEINI' Ansia e incertezza per una famiglia nomade di Leinì, che attende l'arrivo delle forze dell'ordine per lo sgombero forzato della casupola prefabbricata in cui abitano. Lo ha deciso il comune che in quest'ultimo periodo ha dichiarato guerra all'abusivismo e che proprio da loro inizia la sua battaglia. Romano, Maddalena e i loro due bimbi, di 8 mesi e 8 anni di lì dovranno andarsene. E' solo questione di tempo. «Eppure sono stati proprio loro a darci U numero civico racconta disperato Romano -, la residenza, a farci perfino pagare la multa quando abbiamo deciso di ricoprire il terreno di ghiaia. Dove andremo? Mia moglie ha subito un delicato intervento chirurgico, mia figlia è gravemente malata». Lo sgombero con relativo sequestro della casetta prefabbricata era già previsto per ieri mattina, poi è stata concessa una proroga per consentire alla famiglia di parlare con il giudice, di nominarsi un avvocato. Ma ieri nulla è cambiato ed ora Romano e Maddalena attendono con timore il momento del sequestro. «Siamo disposti anche a pagare il condono e le relative tasse dicono - purché ci lascino stare qui. Nostro figlio frequenta la scuola elementare della frazione Tedeschi, è integrato con gli altri bambini e fra qualche mese farà pure la prima comunione. Abbiamo scelto Leinì per far crescere i nostri figli perché l'ambiente è più sano, se ora ci manderanno via che ne sarà di noi?». E, certo suonano come note stonate alcuni passi fatti dal comune, dalla concessione della residenza all'attribuzione addirittura di un numero civico, ed ora questa marcia indietro non è un po' una contraddizione? «Nient'affatto - risponde l'assessore Giuseppe De Vincenti -. La residenza va data a chiunque ne faccia richiesta anche se vive sotto un ponte. Noi ci siamo limitati a rispettare la legge. Per quanto concerne la casa realizzata, ebbene è stata fatta su uif terreno agricolo in barba alle norme del nostro piano regolatore e quindi è abusiva e va abbattuta». E prosegue: «È una tutela nei confronti degli altri cittadini che invece leggi e norme le rispettano eccome. Non abbiamo nessun pregiudizio verso i nomadi o gli extracomunitari o chicchessia, possono tranquillamente venire a vivere a Leinì purché rispettino le nonnative vigenti». Dove andrà questa famiglia una volta sfrattata? «Non siamo dei mostri - conclude - e proprio in virtù della loro particolare situazione gli abbiamo offerto un alloggio, ma l'hanno rifiutato e non so proprio cos'altro potremmo fare per aiutarli. La loro casa però è abusiva e va abbattuta su questo non d sono dubbi». Romano ammette: «È vero ci hanno proposto un appartamento, ma siamo nomadi e vogliamo vivere così». Qualcuno dei parenti e amici accorsi a loro sostegno ieri mattina azzarda: «Ci facciano un campo nomadi attrezzato e noi non daremo fastidio a nessuno». Un'ipotesi di cui l'amministrazione leinicese non vuol neppure sentir parlare.

Persone citate: Giuseppe De Vincenti

Luoghi citati: Comune Di Leinì