Caro Ronaldinho ti aspettiamo a braccia aperte di Gigi Garanzini

Caro Ronaldinho ti aspettiamo a braccia aperte JN BARBA AL PALO Caro Ronaldinho ti aspettiamo a braccia aperte Gigi Garanzini LEGGERISSIMO non c'è andato, il Vecio, nella classica conversazione di fine anno. A parte Collina, beccato con le sue brave dita nel gorgonzola, a parte un altro paio di bastonate fuori ordinanza, peccato non aver avuto lo spazio per approfondire un argomento a lui particolarmente caro che, forse meglio di ogni altro, rende l'idea del distacco, dell'abisso che separa ormai il mondo del calcio da quello che c'è fuori: il paese virtuale, del pallone in questo caso, da quello reale. La frase di Bearzot suonava così: «Con la legge Bosman a 18 anni un ragazzino è già nelle mani dei procuratori. Così succede che lievita la crescita del conto corrente, ma si ferma quella dell'uomo». Segui¬ va, nella parte di conversazione non trascritta, un amarcord dei suoi tempi. Il primo contratto, i primi patemi, i primi risparmi e insieme i primi investimenti. A chi rivolgersi, di chi fidarsi: un garbuglio di rapporti in cui si diventava adulti più in fretta dovendo innanzitutto imparare, in prima persona, senza tutori, senza lenoni, a distinguere il grano dal loglio. CONTRATTO IN DOLLARI. E non s imparava mai abbastanza. In quegli anni un fenomeno come Schiaffino, che guadagnava quanto oggi un discreto terzino di serie B, commise l'errore di non ancorare il suo contratto col Milan al valore del dollaro. Come entrò in crisi la valuta del suo paese, il Pepe cominciò a rimetterci fior di quattrini: e a chiedere al segretario della società di poter parlare con il presidente. Passarono settimane prima che Rizzoli trovasse il tempo, e forse la voglia, di riceverlo. Durante le quali non solo Schiaffino fu puntualmente il migliore in campo: ma spiegò anche, ai compagni con cui più facilmente si confidava, che doveva esserlo per forza. Perché era l'unico modo per convincere il presidente a risistemare il contratto. PARTENZE E ARRIVI. Tra i pochi lanzichenecchi (cfr. sempre Bearzot) che ancora mancano all'appello dalle nostre parti, uno che non può tardare è certamente Ronaldinho. Dove non si sa, anche se una mezza idea è impossibile non averla, con quali risorse nemmeno, visto il debito spaventoso del nostro sistema-calcio. Ma oggi che, giorno più giorno meno, i nostri stranieri hanno imparato se non altro a tornare in orario, si sente la mancanza di qualcuno che rinnovi la grande tradizione degli Edmundo, dei Ronaldo, dell'ultimo Maradona che sai sempre quando partono, un po' meno quando arrivano. Ronaldinho, nel suo piccolo, era atteso a Parigi per l'allenamento del 28 dicembre. Dopo una telefonata del 27 sera per lamentare un tremendo mal di denti, il Saint Germain non ha più avuto il piacere di sentirlo prima di vederlo tornare ieri, con 6 giorni di ritardo. Per fortuna a Parigi la stampa brasiliana arriva con una certa regolarità: così, leggendo che Ronaldinho alternava la scuola di samba alle amichevoli in spiaggia, il club ha potuto respirare di sollievo. Non si scherza, con i denti. PUBBLICO E PRIVATO. La differenza tra un'azienda pubblica e una privata è che alla Rai l'arbitro Moreno costerà, ben che vada, 25 mila dollari più spese. A Mediaset, Luciano Gaucci si è esibito gratis. L'asso del Psg si è preso sei giorni di vacanza in più. Adesso che i nostri stranieri hanno imparato almeno a tornare in orario, come non sentire la mancanza di chi può rinnovare la tradizione di Edmundo e Maradona?

Persone citate: Bearzot, Bosman, Collina, Luciano Gaucci, Maradona, Schiaffino

Luoghi citati: Mediaset, Parigi